Questa storia non è fiaba, né preghiera.

Alla fine i censori diranno ch’è retorica.

Però i nichilisti di tutto il mondo continueranno

a danzare sulla santabarbara della loro vita

al suono lugubre del tempo che trascorre.

♫

La fiaba si era andata consumando

tra violoncelli, fagotti

e lamentose canzoni provenzali.

La polvere ricopriva il pensiero

e il talamo era terra di nessuno,

dove le guerre tacevano,

solo per un breve armistizio;

mentre la ragione scavava fossati d’odio.

C’eravamo tutti quel giorno;

ognuno col suo fardello di mestizia.

E l’insoddisfazione calava come miele

dalle fenditure del cielo,

fino ad ottundere i sogni e le speranze.

E le preghiere erano lamenti.

Tu eri un fiore che la follia

contaminava ogni giorno, senza pace.

Così, da una tana all’altra,

si sono consumati tutti i sogni.

Dietro di noi e davanti, una strada tortuosa,

di parole inutili, di pensieri confusi,

di sorrisi perduti nei ricordi.

Per la caparbietà di aver voluto

giocare col destino degli altri,

ci hanno rovesciato addosso

una cesta di streghe e lupi cattivi.

E ancora seguitano: a tessere teoremi;

a scrivere storie improbabili;

a recitare cantilene stonate.

Così trascorre, inesorabile, la vita.

Insieme a noi nascono le promesse.

Ma  gli egoisti ne frantumano il soffio;

poi fuggono via, scomposti,

accecati dalla luce del tramonto.