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C. SARCIA'


Vittoria morale della Sinistra. Anche la Destra aggiunge “quantaltro” a fine elenco

 

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Il Cavallo di Troja

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Vittoria morale della Sinistra. Anche la Destra aggiunge “quantaltro” a fine elenco

(Rieti, Jul 30 2004 12:00AM) Ho seguito, con interesse, quasi tutte le conferenze e i dibattiti che Alleanza Nazionale ha organizzato in occasione della XVII edizione della Festa del Secolo al vecchio zuccherificio di viale Maraini. L’atmosfera, dopo la sconfitta di Cicchetti alle elezioni provinciali, era pesante. Fini non si é fatto vedere: ha concluso Storace. Cicchetti e Ciaramelleti non sono mai saliti sul palco degli oratori. E sì che ad entrambi, a differenza dell’onorevole Rositani, non mancano né gli argomenti né le parole per intrattenere il grosso pubblico. Soltanto l’esponente forzista Cicolani ha ceduto per una volta alle lusinghe di Rositani trasferendo le sue terga dal posto d’onore della prima fila all’estremità del tavolo degli oratori che lo ha di fatto emarginato. Era la serata dedicata agli eroi morti a Nassirija e agli ostaggi tornati dall’Iraq, rappresentati dal gigantesco e semplice Agliana, un pesce fuor d’acqua tra vecchi navigatori. Il moderatore Gustavo Selva ha cercato di tenere a freno un prorompente generale Ramponi che, risfoderando i vezzi militari, sembrava dovesse arringare un plotone di soldati piuttosto che informare un uditorio di tranquille famiglie. Pesava anche l’inaspettata e tardiva promozione di Turina a consigliere regionale: una promozione ope legis che ha riaperto non pochi ripensamenti sulle passate scelte dei candidati, avventatamente licenziate da una “destra” locale che si è preoccupata, fin dall’inizio dell’avventura del governo della città, di creare gruppi di potere all’interno della coalizione, piuttosto che di rappresentare i cittadini e realizzare le aspettative che per ben tre tornate elettorali l’ha promossa a pieni voti. La clamorosa sconfitta di Cicchetti è la risposta della città alle aspettative, deluse da una destra cieca e sorda, attenta solo ad egemonizzare la politica locale in un’ottica che non rispecchia il sentimento dei Reatini. L’inaspettata novità è stata quella di dover digerire, oltre all’intercalare apolitico e intellettuale “come dire?…” di nuova acquisizione, anche alcuni “quant’altro” inseriti con disinvoltura da quasi tutti gli oratori della Destra nelle loro relazioni. E’ proprio vero che gli individui di una comunità si livellano sempre ai livelli più bassi. A questa regola non sfugge neanche il Parlamento italiano che, evidentemente, ha funzionato da “cavallo di Troja” per trasmettere ai parlamentari di destra il bacillo della non cultura di sinistra. Che delusione! La considerazione è amara. L’attività parlamentare e gli impegni politici rendono distratti: si seguono i problemi dell’elettorato. E poi, la giornata di un politico non è certamente invidiabile. Però, come giustificare una così eclatante metamorfosi? La spiegazione può individuarsi nel decadimento dello stile e nello scadimento dei valori. Le distanze ideologiche si accorciano, le istanze dell’elettorato sono sempre più trasversali, ma soprattutto, la cultura dell’etica è andata a farsi fottere insieme ai libri, alle preghiere, ai giuramenti ed alla meritocrazia. Ciò che è rimasto è il pensiero unico televisivo, nel quale ognuno cerca di identificarsi perché teme di rimanerne escluso o perché non ha nulla di proprio da proporre. La storia del “cavallo di Troja” è sempre attuale e questi politici ne sono le vittime inconsapevoli. Il nemico è tra loro, ma nessuno lo riconosce; ciascuno ne introduce uno nel suo scranno come fosse un amico e viene da questi influenzato per eccessiva faciloneria ed esuberante dabbenaggine. Così finisce un millennio di evoluzione culturale del pensiero e delle idee. Non rimane altro che un grappolo di intercalari insignificanti che caratterizzano l’epoca appena iniziata e la riducono ad una spirale monocorde che affoga la cultura nell’ignoranza irreversibile e definitiva. Apoteosi! La Destra e la Sinistra sono finalmente unite da un unico destino: l’impossibilità di confrontarsi e di competere per manifesta incapacità di esprimere le proprie idee.

 

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