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ALLA RICERCA DELLE RAGIONI DEL CONFLITTO RUSSIA - UCRAINA

      

   

Editoriali

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


Il conflitto Ucraino si presta a riflessioni per la vicinanza ai confini NATO ed europei

 

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MAPPA DELLA GUERRA IN UCRAINA


La Guerra e sempre un Fatto di cui parlare

ALLA RICERCA DELLE RAGIONI DEL CONFLITTO RUSSIA - UCRAINA

Il conflitto Ucraino si presta a riflessioni per la vicinanza ai confini NATO ed europei

(Assisi PG, 11/06/2022)

 

ALLA RICERCA DELLE RAGIONI DEL CONFLITTO RUSSIA - UCRAINA

Un breve commento sull’Operazione Speciale russa in atto (eufemismo di “guerra d’invasione”) dove, anche se con gravi ritardi, l’orientamento generale degli eventi in corso sembra, in prospettiva, dare ragione ai Russi. La cosa che non torna è però il fatto che tutto è nato dalla manifestata volontà russa di “denazificare” la nazione ucraina e di garantire la sicurezza della stessa Russia dall’avanzante minaccia occidentale (USA e NATO). Orbene, questa brutale ed assurda logica russa sembrerebbe abbeverarsi ai principi e alle logiche mutuati proprio dal Nazismo, oltre che dalla scuola geopolitica di riferimento (Ratzel, Haushofer). Di fatto, proprio dal Nazismo nasce il concetto di spazio vitale (Lebensraum) che oggi Putin, antistoricamente e con denominazione diversa, ci sciorina come una esigenza imprescindibile di sicurezza della nazione russa moderna, erede dell’imperialismo degli zar prima e sovietico dopo. La Russia di Putin, sostenuta dall’influenza religiosa che il Patriarca di Mosca Kirill esercita su gran parte del popolo russo, ha assorbito l’idea predicata dalla Chiesa Ortodossa russa secondo cui l’Occidente sia divenuto un mondo corrotto e scandaloso, patria di ogni libertinaggio sociale e morale (questo punto necessiterebbe effettivamente di una meditazione profonda “pro domo nostra”. Dove va a finire una società senza i doveri tipici di ogni contratto sociale e senza freni, nella quale conta soltanto la libertà a tutti i costi ed in ogni campo?... Tornando all’argomento introduttivo, a mio avviso, la pretesa contaminazione nazista dell’Ucraina, paragonata alla situazione sociale russa, presenta enormi differenze in termini di efficienza, a vantaggio dell’Ucraina. In effetti, per i Tedeschi, lo spazio vitale era quello ad est del loro territorio. Per conseguire gli obiettivi che si erano prefissati, i Nazisti si sono dotati di un adeguato strumento militare: hanno predisposto un’aviazione potente nel numero e nelle caratteristiche ed una massa d’urto corazzata di libello avanzato rispetto al livello esistente negli altri Paesi. Insomma, uno strumento strettamente coordinato in grado di poter condurre una guerra lampo (Blitzkrieg), inaugurando così la stagione, pur vecchia, della politica del “fatto compiuto”. In pratica questo era il programma di Putin, calcolato a ridosso del nuovo clima di disimpegno che da Trump in poi anima la strategia americana, che è quello dell’abbandono frettoloso dei teatri di spiegamento delle forze in funzione bellica e/o di peacekeeping, divenuti un peso in fatto di mezzi e di vite umane. Potremmo quindi affermare che l’Occidente, a parte forse l’Inghilterra, davanti alle ambiguità, all’impreparazione ed alle irrisolutezze degli avversari di allora, si trovasse nelle stesse condizioni morali e materiali dell’Occidente di oggi di oggi e di questa situazione anomala, credo, abbia approfittato Putin. Ma qui viene al pettine la differenza dall’iniziativa tedesca del 1939 rispetto al progetto russo di oggi: pur conducendo Putin una cinica Realpolitik, secondo la logica del Lebensraum nazista, i Russi hanno nettamente messo in evidenza di non aver saputo predisporre uno strumento militare adeguato per accompagnare, con una blitzkrieg, il loro strisciante desiderio di ritorno all’imperialismo. La guerra lampo per impadronirsi di tutta l’Ucraina (merito del popolo ucraino e dell’intelligence USA), prima di qualsiasi reazione occidentale è miseramente fallita. La sorpresa strategica non si è verificata ed ora la Russia deve lottare contro il tempo, in una situazione di grave disagio, (problemi interni, situazione economica, costi del conflitto, scarsità di risorse, elevato numero di perdite umane e di mezzi, opinione pubblica mondiale, atteggiamento ambiguo della Cina più che altro preoccupata di  subire una grave recessione a causa del rallentamento dei commerci), per cercare di conseguire risultati anche minimali rispetto a quelli che si era prefissati. A prescindere di come andrà a finire il conflitto in atto, rimane comunque il fatto che l’iniziativa russa si è rivelata in primo luogo, una tragedia per le numerose vittime provocate dal conflitto: le migliaia di militari ucraini e russi morti nei combattimenti e le migliaia di civili uccisi nei bombardamenti e, a quanto dicono, nei rastrellamenti, nella resistenza ed in altre operazioni che sono tuttora oscure. Tra le “vittime” vanno annoverati anche circa 10 milioni di Ucraini costretti a fuggire dalle loro residenze, all’interno o verso l’Europa, oltre ad una minoranza deportata, a quanto si dice, in territorio russo, secondo Putin, per fornire loro aiuto ed assistenza temporanei. Non si hanno dati precisi sulla dimensione di questo esodo; si sospetta  comunque che, almeno dal punto di vista numerico, esso possa essere il più importante in Europa dalla 2^ Guerra Mondiale, con la non trascurabile differenza che le frontiere europee si sono aperte senza difficoltà a nuclei familiari, malati, minori, senza far loro mancare nulla, anzi assegnando subito a ciascuno un assegno personale in danaro. Rimane il fatto, difficilmente sanabile nell’immediato futuro, della profonda frattura prodottasi fra i popoli delle due nazioni, da secoli Paesi fratelli. Non sarà facile scrivere la storia reale delle ragioni, dei precedenti, dei motivi scatenanti, di questa vicenda davvero ingarbugliata fino talvolta a rasentare i toni del romanzo giallo. 


Massimo Iacopi

 

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