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LA SUA SOLIDITA’ ERA LEGATA AL PREZZO DELL’ORO

      

   

Foreign Affairs

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


In passato insidiato da altre monete oggi riguadagna e mantiene il suo potere attrattivo

 

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DOLLARO AMERICANO


Il dollaro è la moneta più diffusa al mondo

LA SUA SOLIDITA’ ERA LEGATA AL PREZZO DELL’ORO

In passato insidiato da altre monete oggi riguadagna e mantiene il suo potere attrattivo

(Assisi PG, 07/03/2023)

GLI EQUILIBRI PRECARI TRA BIGLIETTO VERDE ED ORO

La Federal Reserve e Fort Knox, creati rispettivamente nel 1913 e nel 1936, costituiscono i due poli emblematici della potenza monetaria degli USA. In tutto il mondo, l'associazione del biglietto verde e del metallo giallo suscita attrazione e repulsione. Per comprenderne le fondamenta, appare necessario dare un rapido sguardo sulla storia movimentata della moneta americana, dove si mescolano potenza, economia e politica.

Origine del Dollaro, fra Tallero e Piastra.

Nato nel 1792, qualche anno dopo la Guerra d'Indipendenza, il dollaro risulta da un incrocio germano e ispanico (1). Dal lato tedesco, esso ha ereditato il suo nome “dollaro” che costituisce una deformazione di “tallero”, la moneta d'argento dell'Europa centrale. Dal lato spagnolo, esso ha ereditato le caratteristiche della piastra spagnola (reale di otto), coniata con l'argento del Nuovo Mondo, che ha avuto corso legale nell'occasione della creazione degli Stati Uniti. Il Simbolo del dollaro ($) deriva verosimilmente, secondo molti, da quello della piastra e della sua abbreviazione contabile “PS”. Col passare degli anni, le due lettere si sono fuse ed il cerchio della P é scomparso, diventando il tutto una S maiuscola barrata $. Per tutto il XIX secolo gli USA hanno conosciuto soprassalti monetari e l'opposizione fra i fautori della moneta metallica “solida” e quelli di una moneta di carta “agile”. Il presidente Andrew Jackson (1828-1836), per sfiducia nei confronti dell'ambiente finanziario, abolisce ogni regolamento ed apre l'era delle banche selvagge (wildcat banks). Durante questo periodo di anarchia monetaria, sono coesistiti più di 1.200 tipi diversi di biglietti di dollari. Nel 1834, il valore del dollaro viene fissato da Jackson a 20,67 $ l'oncia troy d'oro fine (un’oncia troy pari a 31,1034768 gr.) La scoperta nel 1848 di ricchi filone euriferi in California ed il loro sfruttamento industriale da parte del colonnello John Sutter (1803-1880) scatena una vera e propria corsa all'oro (2). Gli USA sono diventati in tal modo, il primo produttore mondiale di oro. A partire dalla metà del XIX secolo, l'influenza del dollaro diviene internazionale, come l'aveva sottolineato un economista contemporaneo: “L'oro californiano prima di distribuirsi sul Vecchio Mondo, effettua una tappa intermedia negli USA. Noi lo abbiamo ricevuto sotto la forma di aquile e di doppie aquile, coniato con l'effige di questa repubblica conquistatrice” (3).

Scontro fra i Greenbacks ed i Gold Bugs

Per finanziare la Guerra di Secessione, i Nordisti ed i Sudisti ricorrono alla stampa della carta moneta. Gli Yankees, sotto la guida del presidente Abraham Lincoln (1809-1865), avevano fatto ricorso all'inchiostro verde per stampare il verso dei loro biglietti di banca, denominati greenbacks. I Confederati sudisti utilizzavano, invece un inchiostro grigio nel verso per i loro greybacks. La vittoria del Nord riduce a zero il valore dei greybacks , assicurando, così, il successo del biglietto verde. La scoperta di ricchissimi giacimenti d'argento di Comstock Lode, nel Nevada, suscita l'opposizione dei produttori d'oro. I fautori dell'argento abbondante - i Silveriti - erano favorevoli ad una politica flessibile di emissione dei biglietti verdi, convertibile in questo metallo. Per contro ed in contrapposizione, i produttori d'oro ed i banchieri della costa est spingevano per il lingotto d'oro di riferimento. I fautori del lingotto d'oro di riferimento - i Gold Bugs - faranno votare, nel 1873, la fine del conio libero dell'argento e la convertibilità in oro del biglietto verde nel 1879. Per i Silveriti, il “crimine del 1873” rimane imperdonabile ed una posta politica fondamentale. Il loro rappresentante, William Jennings Bryan (1860-1925), che rifiutava che “l'umanità fosse crocefissa su una croce d'oro”, si presenta alle elezioni presidenziali del 1896 e del 1900 sostenuto dai populisti e dai democratici. Sebbene battuto per ben due volte dai repubblicani di William McKinley (1843-1901), che naturalmente confermerà il lingotto d'oro di riferimento (Gold Standard), la polemica fra i due campi non é destinata a cessare. In tal modo, il Mago d'Oz viene spesso interpretato come una allegoria monetaria di questo scontro (4). In questo lavoro, scritto nel 1900 e messo in scena per il cinema nel 1939, Dorotea, una giovane orfanella del Kansas, viene portata via da un tornado nel paese di Oz, insieme al suo cane Toto. Atterrando nel paese dell'est, essa schiaccia accidentalmente la cattiva strega che angariava gli abitanti. Munita delle scarpe d'argento della strega, la giovane imbocca la strada di mattoni gialli per raggiungere la città smeraldo del mago d'Oz, al fine di richiedere il suo aiuto per poter tornare nel Kansas. Durante il cammino, la giovane incontra uno spaventapasseri, un uomo di ferro bianco ed un leone paurosi. Dopo numerose avventure, la donna scopre che il mago d'Oz della città di ameraldo non é altro che un impostore e che essa disponeva sin dall'inizio del potere di ritornare a casa sua, grazie alle scarpe d'argento. Nell'interpretazione monetaria classicamente riconosciuta, la strega dell'Est rappresenta i capitalisti della costa est, mentre lo spaventapasseri, l'uomo di ferro ed il leone sono i fattori, gli operai e William Bryan. La strada di mattoni gialli rappresenta il cammino lastricato di lingotti (lingotto di riferimento) che porta solamente alla città dei biglietti verdi (Washington) diretta da un impostore, mentre le scarpe d'argento (lingotto argenteo di riferimento) portano al paese reale. La Banca Centrale degli USA, la Federal Reserve, viene creata nel 1913 e mette in circolazione i suoi propri biglietti. Questi ultimi, che si ispiravano ai vecchi greenbacks, avevano una struttura ed una taglia identica. Essi rappresentavano, al recto, un grand'uomo di stato americano (Washington, Jefferson, Lincoln, Hamilton, Jackson, Grant e Benjamin Franklin), il cui ritratto risultava stampato ad inchiostro nero e, nel verso, un edificio noto (Casa Bianca, Lincoln Memorial … ), stampato con inchiostro verde, La prima guerra mondiale accentua la crescita di potenza degli USA, che risultavano importatori di capitali europei. Gli Americani diventano così creditori dell'Inghilterra e della Francia. Questo rovesciamento di flussi finanziari si accompagna al declino delle monete europee. Dalla metà degli anni 1920, il dollaro soppianta la Sterlina (5) come prima moneta di riserva mondiale.

Roosevelt, la Grande Depressione e la creazione di Fort Knox

La crisi del 1929, i cui effetti sono stati amplificati dalla politica monetaria inadeguata della Federal Reserve, sfocia nella Grande Depressione degli anni 1930. Nel 1933, qualche mese dopo della sua accessione alla Presidenza, Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), per rilanciare l'economia, mette fine all'era del lingotto d'oro di riferimento.

La solidità del sistema economico di una nazione costituisce un fattore più importante del suo benessere, piuttosto che il valore e la disponibilità di moneta in divisa di altri paesi … questo perché i vecchi feticci dei banchieri internazionali vengono a poco a poco rimpiazzati dalle monete nazionali, allo scopo di attribuire a queste monete un potere d'acquisto, che non vari molto in termini di prodotti e di necessità nella civiltà moderna. Io direi francamente che gli USA ricercano un dollaro che nel corso di una generazione avrà lo stesso potere d'acquisto e di rimborso di debiti di quello che noi cerchiamo di raggiungere nell'immediato. Questo obiettivo é il più importante per il benessere delle nostre nazioni, piuttosto che un tasso di cambio fisso per un mese o due, rispetto alla Sterlina o al Franco”.

L'Emergency Banking Act del 9 marzo 1933 sopprime l'equivalenza di un'oncia d'oro troy per 20,67 $ e lascia il dollaro fluttuare nei confronti dell'oro. Meno di un mese più tardi, con decreto presidenziale del 5 aprile 1933 (6), Roosewelt interdice agli Americani di detenere l'oro e li obbliga a scambiarlo, prima della fine del mese seguente, con biglietti della Federal Reserve, sotto pena di 10 mila dollari di ammenda e di dieci anni di prigione. Il 30 gennaio 1934, il dollaro viene ufficialmente svalutato del 40% con un prezzo d'acquisto dell'oro fissato a 35 dollari l'oncia (7).Nel 1935 Roosevelt fa ridisegnare il biglietto verde di un dollaro, per farvi figurare il grande sigillo degli USA. Questo sigillo, molto simbolico, concepito nel 1782, rappresenta l'aquila americana che tiene nel suo artiglio destro un ramo d'olivo, simbolo della pace ed in quello sinistro 13 freccie simbolizzanti la guerra e gli Stati americani fondatori. Essa é sormontata da 13 stelle e dal motto “E pluribus unum”. Una piramide incompiuta, simbolo della costruzione non ultimata del paese é ulteriormente rappresentata. Essa comporta 13 strati di pietre e MDCCLXXVI (1776), data della Dichiarazione d'Indipendenza americana ed una bandiera sulla quale é scritto un verso di Virgilio “Novus Ordo Seclorum” (Nuovo Ordine dei Secoli). In capo a tutto, l'occhio onnisciente della Provvidenza, rappresentata, appunto, da un occhio dentro un triangolo ed accompagnato dal motto virgiliano “Annuit Coeptis” (favorisce la nostra impresa). Le modificazioni volute da Roosevelt rappresentano una allusione diretta al suo New Deal e sono state posteriormente reinterpretate in un'ottica complottista. Roosevelt trasferisce anche la proprietà dell'oro della Federal Reserve al Tesoro americano, che decide, a quel punto, di costruire un deposito centralizzato di stoccaggio, l'US Gold Depository. Per ragioni di sicurezza, la sua localizzazione é stato scelta lontano dalle coste atlantiche e pacifiche (a 1.000 km dalla costa est ed a più di 3.000 dalla costa ovest), che erano a quel tempo giudicate vulnerabili ad un attacco nemico. Per di più, il luogo risultava protetto da ostacoli naturali, come le catene montuose degli Appalachi e delle Montagne Rocciose (8) e, soprattutto, posto al centro del vasto campo militare di Fort Knox, nel Kentucky. Completato nel 1936, i primi trasferimenti di oro sono cominciati a partire dal gennaio 1937. L'aumento delle riserve d'oro americane verranno favorite da almeno altri tre fattori. In primo luogo, la rivalutazione del prezzo dell'oro a 35 $ l'oncia consentiva ai produttori di riaprire le loro miniere meno redditizie e di vendere il loro oro al Tesoro americano. In secondo luogo, con la svalutazione del dollaro, le esportazioni americane diventavano più competitive, migliorando la bilancia dei pagamenti e le entrate d'oro. In terzo luogo, il riarmo della Francia e della Gran Bretagna, indotto dalle minacce della Germania nazista, ha determinato il trasferimento di quantità d'oro per l'acquisto di materie prime ed armamenti. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, le riserve d'oro americane di Fort Knox avevano raggiunto circa 20 mila tonnellate, ben lungi davanti a tutti gli altri paesi.

Bretton Woods ovvero il Dollaro é buono quanto l'oro

La Conferenza di Bretton Woods, nel New Hampshire, organizzata da Roosevelt nel corso dell'estate 1944, ha messo in opera le basi di un sistema monetario internazionale del dopo guerra, consacrando l'egemonia degli USA. Il Tesoro americano ed il Dollaro ne costituivano la chiave di volta: le monete vengono definite attraverso tassi di cambio fissi nei confronti del dollaro e dell'oro, Il Tesoro americano assicura la convertibilità illimitata del dollaro in oro alla parità intangibile di 35 $ l'oncia. Il Dollaro diventa “buono quanto l'oro” e l'oro di Fort Knox garantisce il buon funzionamnto del sistema. Nel 1955 il Congresso americano vota una legge, affinché sia presente il motto “in God we trust” su tutti i biglietti verdi. Il dollaro é a quel punto all'apice della sua potenza. All'epoca, i paesi europei, specialmente la Francia, che sono riusciti a ricostruire le loro economie devastate dalla guerra, iniziano ad accumulare dollari, grazie alle loro eccedenze delle rispettive bilance dei pagamenti. Negli USA, ma anche in Europa, diversi economisti (Robert Triffin, Gold and Dollar Crisis, Yale, 1960; Rueff Jacques, Le lancinant probleme de la balance de paiement, Payot, 1963) si allarmano della situazione, vedendo in maniera concomitante l'aumento delle disponibilità europee in dollari e la stagnazione ovvero la diminuzione delle riserve in oro di Fort Knox. Questa situazione, che costituiva uno degli incubi del presidente John Fitzgerald Kennedy (1917-1963) (9) - l'altro era costituito dalla minaccia nucleare - viene aspramente combattuta dagli Americani. Kennedy ed il Tesoro americano effettueranno pressioni sui paesi europei, affinché non convertano i loro dollari in oro.

De Gaulle contro l'esorbitante privilegio del dollaro

Queste pressioni americane verranno sempre meno sopportate dagli Europei e soprattutto dalla Francia. L'egemonia del dollaro nell'ambito del Sistema Monetario Internazionale (SMI) costituiva ormai, da lungo tempo, oggetto di controversia. Nel corso degli anni 1960, Valery Giscard d'Estaing (1926-2020) denuncia più volte il “privilegio esorbitante” connesso all'emissione della moneta globale dominante. La Francia, in particolare, si batterà per un riequilibrio dello SMI incentrato su un maggiore multilateralismo. Agli inizi dell'anno 1965, il generale Charles De Gaulle (1890-1970), esasperato dall'atteggiamento non collaborativo degli Americani, decide di convertire in oro i dollari delle riserve di cambio, criticando nel contempo il dollaro:

“La Convenzione, che attribuisce al dollaro un valore trascendente come moneta internazionale, non si basa più sul fondamento iniziale, ovvero sul possesso della maggior parte dell'oro da parte dell'America. Ma, inoltre, il fatto che numerosi Stati accettino, per principio, dollari allo stesso titolo dell'oro per compensare, in caso di necessità, i deficit che presenta a loro vantaggio la bilancia americana dei pagamenti, spinge gli USA ad indebitarsi gratuitamente nei confronti dei paesi esteri. In effetti, quello che essi devono, glielo pagano, almeno in parte, con dollari, che spetta solo a loro emettere, invece di pagare totalmente in oro. Oro, il cui valore é reale, che non se ne possiede se non averlo totalmente guadagnato e che non si può trasferire ad altri senza rischio e sacrificio. Questa facilità unilaterale che viene attribuita all'America contribuisce a far smorzare l'idea che il dollaro é un segno imparziale ed internazionale dei cambi, mentre, nella pratica, esso costituisce semplicemente un mezzo di credito appropriato ad uno Stato”.(Charles De Gaulle, Discorsi e Messaggi, Plon, 1970).

Le riserve di Fort Knox continueranno a diminuire e la fiducia nel sistema di Bretton Woods comincia ad erodersi. Nel 1971, la situazione americana continua a deteriorarsi, sia nel Vietnam, sia sul piano monetario. Le riserve complessive passano sotto le dieci mila tonnellate. Il nuovo presidente Richard Nixon si decide, il 15 luglio 1971, ad infliggere il colpo di grazia all'assioma “dollaro buono quanto l'oro”. Egli annuncia la fine della convertibilità in oro del dollaro. Con la “chiusura dello sportello” scompare anche la parità a 35 $ l'oncia. L'oro viene a perdere il suo ruolo monetario e diventa una materia prima (quasi) ordinaria. Questa decisione assunta senza alcuna concertazione con gli Europei fa piombare il mondo intero nell'incertezza dei cambi fluttuanti. In occasione del G10 di Roma, qualche mese più tardi, il Segretario al Tesoro americano, John Connally (1917-1993), commenta cinicamente la situazione ai suoi omologhi europei, attraverso la lapidaria formula “il dollaro: nostra moneta, vostro problema”. Nel 1974, l'interdizione di Roosevelt per gli Americani di detenere oro viene abrogata da parte del presidente Gerald Ford (1013-2006). Il legame fra l'oro ed il dollaro viene definitivamente tagliato. Durante gli anni 1970, l'inflazione entra in azione, facendo volare il prezzo dell'oro. Le politiche di controllo dell'inflazione degli anni 1980 sfociano nella “Grande Moderazione”, che determina una disaffezione marcata nei confronti dell'oro, che conseguentemente diminuisce il suo valore. Dopo questo periodo di discredito, che é coinciso anche con la fine della Guerra Fredda, le tensioni internazionali e la crisi finanziaria del 2008 hanno nuovamente reso al metallo giallo il suo ruolo di bene rifugio. L'arrivo dei nuovi criptoattivi (bitcoin, ecc. ) la cui creazione/emissione sfugge agli Stati e rende anonime le transazioni, ha riportato di attualità le vecchie controversie sul legame fra l'oro ed il dollaro. Quest'ultimo vale oggi 50 volte il prezzo storico di Bretton Woods. Raramente, la volatilità fra il biglietto verde ed il metallo giallo é mai stata così elevata e soprattutto la loro evoluzione comune così incerta.

A margine desidero ricordare che non tutti i biglietti verdi che circolano nel mondo sono da accreditare come originali stampati dalla Federal Reserve Americana. I più temibili falsari, non solo del dollaro, sono sicuramente i Cinesi, con lo scopo, essenzialmente affaristico, di moltiplicare i profitti. Ma non è escluso che in passato anche l’Unione Sovietica abbia diffuso fuori dal suo territorio dollari statunitensi allo scopo però di destabilizzare l’economia americana e di finanziare i partiti comunisti nel mondo. Poi, se volgiamo il nostro sguardo all’euro, possiamo trovare che la sua capacità di sostituirsi al dollaro nelle transazioni continentali è andata via via scemando, mentre il dollaro ha riguadagnato la sua funzione di moneta di riferimento.

NOTE

(1) Il Dollaro é stato definito a seguito del Coniage Act del 2 aprile 1792;

(2) Seguito successivamente dalla corsa all'oro verso la Black Hills (Dakota del Sud) e verso l'Alaska;

(3) Faucher Leon, “De la production e de la demonetisation de l'or”, in Rivista dei due Mondi, tomo 15; 1858;

(4) Rockoff Hugh, “The Wizard of Oz, as a monetary Allegory”, Journal of Political Economy, 4 agosto 1990 e Velde François, “Following the Yellow Brick Road: How thw USA Adopted the Gold Standard”, Economic Perspectives, 2002;

(5) Eichengreen Barry e Flandeau Marc, “The Rise and Fall of the Dollar (or when did the dollar replace sterling as the leading reserve currency?)”, European Review of Economic History”, 2009;

(6) Executive Order n. 6102;

(7) Gold Reserve Act del 30 gennaio 1934;

(8) New York Times, “Treasury to Build a Gold Vault et an Army Post in Kentucky”, 29 giugno 1935;

(9) Manas Amaud, “L'Or de la Guerre froide”, Le Cerf, 2022;


Massimo Iacopi

 

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