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MECENATE

      

   

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 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


Un personaggio il cui nome é diventato sinonimo di protettore delle arti.

 

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BUSTO DI MECENATE


Personaggi Famosi

MECENATE

Un personaggio il cui nome é diventato sinonimo di protettore delle arti.

(Assisi PG, 20/04/2023)

Breve storia del Romano Mecenate protettore delle arti

Uomo colto e di grande spessore egli é stato un vero protettore delle lettere ed un uomo che ha diretto la propaganda di regime di Ottaviano Augusto, nondimeno, egli è stato, prima di tutto, un ricco gaudente, particolarmente attento alla propria persona. Non si conosce esattamente la data di nascita di Caius o Gaius Cilnius Mecenas (fra il –68 ed il – 74 avanti Cristo), né il luogo (probabilmente Arezzo nell’Etruria). La sua famiglia appartiene all’ordine equestre romano e consente al giovane Mecenate di riceve una educazione curata, specialmente nelle lingue, nella filosofia, nella letteratura greca e romana. Forse é proprio in Grecia, ad Apollonia, che Mecenate fa la conoscenza di Gaio Ottavio Turino o Ottaviano Augusto (-63/ 19) nel – 45, ma quello che è certo è che allorché Ottavio entra in guerra contro Marco Antonio (-83 / -30) nell’aprile del –43, Mecenate si trova al suo fianco e vi resterà per tutto il tempo legando la sua fortuna a quella di Ottavio. Nel – 31 egli partecipa alla battaglia di Azio che segna la sconfitta di Marco Antonio e di Cleopatra VII Tea Filopatore (-70 circa / -30). Nello stesso anno egli corre a Roma per sventare la congiura di Marco Emilio Lepido (-90 / -13)e dimostra in tale contesto delle fine qualità di diplomatico. Allorché Ottavio diviene Augusto (16 gennaio del –27), sembra del tutto naturale che egli si circondi e si appoggi alle due persone che l’hanno sempre seguito nelle vicende rivoluzionarie: Marco Vipsanio Agrippa (-63 / 12), il militare e Mecenate, il politico, che gli consiglia di rimaritare sua figlia Giulia con Agrippa, trasformando in parente un possibile futuro rivale del nuovo Cesare. Mecenate, per quanto lo riguarda, non ricerca gli onori ufficiali e gli basta ampiamente di essere il consigliere privato ed ascoltato dell’Imperatore. Sarebbe stato infatti Macenate che avrebbe consigliato ad Augusto di rinunciare agli onori divini come al titolo di re, sinonimo presso i Romani di tiranno. Ed è ancora Mecenate che avrebbe condotto Augusto a rigenerare il Senato, introducendovi degli uomini di merito, ad occupare i giovani patrizi nelle accademie e nelle scuole, a distrarre il popolo con grandi spettacoli e splendidi edifici e ad assicurare in definitiva la tranquillità di Roma. Ma quello che interessa soprattutto Mecenate é la sua propria persona. E’ un epicureo egoista, molto più attaccato al presente che al passato, così caro ai vecchi Romani. L’amicizia di Augusto gli consente di acquisire una immensa fortuna della quale è determinato ad approfittare. Egli non desidera più dei viaggi in Grecia o in Oriente, dove si trascorre il tempo ad essere sballottati dai flutti del mare o nelle lettighe. La sua ricerca della voluttà si esplica tanto sul piano materiale che su quello spirituale. A Roma egli fa costruire sull’Esquilino una suntuosa dimora circondata da immensi giardini. Augusto vi viene a riposarsi e la bella dimora nel secolo seguente cadrà nelle mani di Nerone. L’estate, per sfuggire al caldo di Roma, si rifugia nella sua villa di Tibur (Tivoli). Mecenate ha una grande cura della sua persona, ama prendere bagni caldi ed adora i gioielli, mangia e beve a tal punto da rovinare la sua salute. E’ un personaggio eccentrico che si fa accompagnare in Roma da due eunuchi e che, peraltro, si ostina a voler fare dell’arrosto di muletto un piatto alla moda. Egli si sposa (probabilmente nel – 29) la troppo bella e troppo giovane Terenzia, che lo tradisce anche con lo stesso Augusto. La Roma “bene” si diverte con i loro litigi coniugali. Diverse volte egli la ripudia e altrettante volte la riprende, non senza porre seri problemi ai giuristi. Mecenate è anche un esteta, innamorato delle lettere. Egli scrive poemi che i suoi contemporanei sono tutti d’accordo nel giudicarli .. esecrabili. Lucio Anneo Seneca (-4 / 65), 60 anni più tardi, è ancora più severo, mettendo in parallelo la corruzione di costumi di Mecenate e quella del suo stile epistolare: “il suo stile non è forse altrettanto effeminato che la sua condotta ?”. Animo debosciato in un secolo che lo era a sua volta, prosegue Seneca, dove si lodava “non solamente le forme viziose ma lo stesso vizio”. Tuttavia, se all’epoca in cui viveva Seneca, si definiva “un mecenate” per evocare un gaudente raffinato e rammollito, il nome si sostantiva, poi, anche per salutare il protettore delle lettere (le arti vi si aggiungeranno ben più tardi). Mecenate è celebre dunque per il suo sostegno ai giovani poeti, tanto che il suo nome è divenuto nel tempo sinonimo di protettore di artisti. Egli è stato, in effetti, l’ispiratore di Publio Virgilio Marone (-70 / -19) (le Georgiche e forse l’Eneide) , il protettore e munifico benefattore di Quinto Orazio Flacco (-65 / -8) e di Sesto Aurelio Properzio (-47 / 16) (Elegie) . Furono altresì suoi protetti anche i poeti minori quali: Lucio Vario Rufo (-70 / 19), Cornelio Gallo (-69 / 26), Aristio Fusco (I secolo), Plozio Tucca (-35 / 19), Valgio Rufo (-65 / 20 circa), Domizio Marso (-46 / 19), Quintilio Varo (morto nell'anno -24), Caio Melisso Mecenate (Spoleto, I secolo) ed Emilio Macro (morto nell'anno 16)  Si é trattato evidentemente, nel caso di Mecenate, di un fatto di gusto personale, ma sarebbe altrettanto ingenuo non riconoscere nella sua attività una missione di tipo propagandistico a beneficio d’Augusto e dell’Impero. E’ comunque nell’anno -8 che Mecenate muore solitario nel suo palazzo dell’Esquilino, lasciando tutta la sua fortuna al suo protettore Augusto.

BIBLIOGRAFIA

Dione Cassio, Storia Romana (80 libri)

Floro Publio Annio (75 circa-145), “Storia Romana”, 2002;

Plutarco, “Vita di Catone il Vecchio”, 1992;

Polibio, “Storie”, 1982;

Svetonio Gaio Tranquillo, De Vita Caesarum

Tito Livio, “Historia Romana”, 1983;

Goldsworthy Adrian, “Le guerre romane”, Editions Autrement, 2001;

Le Doze Philippe, Mécène. Ombres et flamboyances, Paris, Les Belles Lettres, 2014;

Mommsen Theodor, “Storia Romana”, 1985;

Pennrose Jane, “Rome and Her enemies”, Osprey Publishing, 2005.


Massimo Iacopi

 

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