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MARINA UCRAINA : OBIETTIVO MAR NERO

      

   

Foreign Affairs

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


Il Davide ucraino causa notevoli perdite al Goliah russo coi Jet-Sky occidentali

 

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ESERCITAZIONI DELLA FLOTTA RUSSA NEL MAR NERO


Cosa resta della flotta russa?

MARINA UCRAINA : OBIETTIVO MAR NERO

Il Davide ucraino causa notevoli perdite al Goliah russo coi Jet-Sky occidentali

(Assisi PG, 20/07/2024)

MARINA UCRAINA : OBIETTIVO MAR NERO

La Marina ucraina, decapitata nel 2014 dall'invasione russa della Crimea, ha dovuto affrontare la nuova azione russa in una condizione di netta inferiorità, ma questo non le ha impedito di assolvere al meglio la propria funzione, pur con i ridotti mezzi a disposizione e con l'aiuto determinate delle informazioni fornite dagli Occidentali. Come condurre una guerra navale senza poter disporre di una flotta. Questa é, in effetti, la sfida che si é presentata alla marina ucraina: decapitata in occasione dell'invasione della Crimea nel 2014 ed annichilita dopo le prime ore di ostilità con la Russia nel febbraio 2022, la marina del tridente continua tuttavia a manovrar le sue residue forze con un certo successo. Dal marzo 2022, la flotta russa del Mar Nero ha effettivamente perduto più di una decina dei suoi battelli: oltre all'incrociatore Mokva, affondato da missili antinave nell'aprile 2022, la perdita della nave anfibia Saratov, alla fonda nel porto di Berdiansk e quella del rimorchiatore Vasily Bekh al largo dell'Isola dei Serpenti nel giugno 2022 sono state confermate, come quelle di altre unità di minore tonnellaggio. Diverse navi sono state severamente danneggiate, come la nave da sbarco Novocherkassk a Berdiansk, il cacciamine Ivan Golubets, in occasione di un attacco con droni ed, infine, la nave anfibia Minsk ed il sottomarino Rostov sul Don in occasione di uno spettacolare attacco di missili da crociera su Sebastopoli nel settembre 2023. In effetti, a differenza del combattimento terrestre, la guerra navale si vince soprattutto con l'azione di usura che con la manovra. Sul piano della comunicazione e del morale, l'Ucraina ha riportato ugualmente delle vittorie simboliche: riconquista dell'Isola dei Serpenti e visita del Presidente Zelensky per celebrarvi il 500° giorno della guerra, colpo di mano contro alcune piattaforme petrolifere, attacchi multipli al ponte di Kertch ed anche, nel settembre 2023, attacco contro il Quartier Generale della flotta del Mar Nero, il cuore delle operazioni navali russe. E poco importa se se l'effetto militare é debole se lo stesso serve a sollevare il morale ucraino, come l'audace raid di Jet-Sky condotto in Crimea agli inizi del mese di ottobre 2023. Quando il fronte terrestre risulta in fase di stallo, lo spazio fluido del mare continua ad offrire opportunità di azione e di interessanti dimostrazioni di forza. Come corollario immediato di questi rovesci e della comunicazione ucraina che li accompagna, la marina russa risulta costretta a ripiegare: da un lato essa allontana le sue navi dalle coste per proteggerle dalle mine e dagli attacchi che partono dal litorale, aprendo inevitabili falle nel blocco dei porti ucraini; dall'altro lato, essa sposta indietro i suoi punti di appoggio, comunque esposti agli attacchi di droni navali ed agli attacchi di missili a lunga portata, spostando ad esempio unità navali da Sebastopoli verso Novorossiysk e ipotizzando potenzialmente l'apertura di un punto di appoggio, ancora più ad est, in Abkhazia. Questa nuova articolazione dei dispositivi è la pedissequa conseguenza delle molteplici carenze russe, tra le quali spicca la mancanza di mezzi di sorveglianza marittima che privano la flotta del Mar Nero di qualsiasi preavviso di ogni attacco in corsoi: a causa delle difficoltà nella individuazione dei droni ucraini, la Marina russa ha anche richiamato in servizio i vecchi idrovolanti Be.12, concepiti negli anni 1950, la cui efficacia risulta peraltro inadeguata. Questa ritirata russa ci ricorda soprattutto che non esiste spirito di fatalità in mare e che il connubio della volontà di vincere, dell'ingegnosità e dei sostegni esterni efficaci, può mantenere sotto scacco e persino erodere seriamente le capacità anche di una Marina di alto livello. Dai brulotti dell'Antichità ai sommozzatori della Marina Italiana del Secondo Conflitto Mondiale, dall'attacco all'incrociatore USS Cole nel 2000 a quello alla fregata saudita Al Madinah da parte di un drone huthi nel 2017, si comprende come l'inferiorità di una parte belligerante non ha mai impedito il raggiungimento del risultato distruttivo: un Davide motivato e ben armato ed equipaggiato può colpire duramente un Goliath no adeguatamente attrezzato, sia in mare, che in terra, che in cielo. Nel caso attuale, l'Ucraina, con il sostegno occidentale, é riuscita a trasformare le sue debolezze in opportunità. Malgrado la sua situazione di debolezza conseguita alla distruzione totale della sua flotta e delle sue infrastrutture, che ha reso difficile qualsiasi risposta diretta alla Marina di Mosca, Kiev è riuscita a migliorare il suo d atteggiamento debole opponendosi produttivamente all’attacco nemico più forte e risolutamente offensivo, addirittura mirando ad una progressiva e metodica azione di usura delle unità russe e delle loro attività logistiche. Privata dei vantaggi della massa, la Marina ucraina ha dovuto concentrare i suoi sforzi per valorizzare gli effetti di tutte le sue armi, anche le meno sofisticate, ben lontane dal costituire quegli elementi di svolta (i cosiddetti game changer) vantati dalla sua comunicazione. In effetti le forze armate ucraine sono fondamentalmente incapaci di costituire una minaccia permanente, tuttavia il suo dispositivo difensivo nel suo complesso  riesce a sferrare attacchi ad impulsi (tecnica tattica sempre utile in situazioni analoghe)  che riescono massimizzare le sue capacità di sorpresa e le consentono di mantenere in piedi un deterrente efficace e produttivo di effetti. Tuttavia, la storia non appare conclusa ed il Goliath russo, sebbene indebolito, conserva ancora numerose possibilità fra le quali le sue navi più moderne schierate sul Mar d'Azov che le assicurano il controllo degli spazi marittimi necessari per mantenere il flusso dei rifornimenti lungo tutto lo schieramento. La grinta inesauribile dell’Orso russo non demorde facilmente ed allo stato attuale sembra riesca a mantenete vivo l’obiettivo primario del conflitto, ossia il grande disegno di Pietro il Grande che considerava il Mar Nero come un grande lago appartenete di diritto al territorio russo.


Massimo Iacopi

 

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