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Il Grande Imbroglio

      

   

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 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Avv. Riziero Angeletti


Il Calcio Italiano: da affare a malaffare

 

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Il Grande Imbroglio

Il Calcio Italiano: da affare a malaffare

(Rieti, May 31 2006 12:00AM)

Voglio provare a fornire un breve contributo sul più dirompente scandalo che abbia mai coinvolto l’Ordinamento sportivo. Non si può dire che negli ultimi tempi siano mancate le avvisaglie, visto che non v’è estate sportiva che non sia caratterizzata dalle polemiche giudiziarie nel mondo del calcio.

Un tempo, alla fine di ogni campionato, la vittoria si celebrava sul campo, si piangevano le retrocessioni, si formulavano gli auspici per il futuro; oggi, al termine dei singoli tornei, si attende l’esito almeno di un giudizio dinanzi ad un Tribunale o ad una Commissione di giustizia sportiva. I tempi si allungano, le certezze sfumano e nel frattempo, a scanso di equivoci, i migliori atleti si “accasano” con il sodalizio che a valle del fiume attende con tutta calma.

Il “doping” (sanitario e amministrativo), lo scandalo passaporti, il “calcio scommesse”, il “conflitto d’interessi”, tutti argomenti già da tempo al vaglio dei più disparati magistrati, ma il “sistema calcio” fa finta che non esistano, che la macchina viaggi a gonfie vele e che manchi il tempo di pensare a queste nefandezze perché il campionato deve andare avanti; è prossimo il campionato mondiale e gli Italiani non possono credere che il tarlo che invade le interiora di questo sistema sia così profondo.

Eppure non possiamo esimerci dal verificare attentamente quanto siano rilevanti le condotte poste in essere da coloro che per loro sfortuna sono comparsi nelle intercettazioni telefoniche spiattellate, forse a ragione, su tutti i giornali negli ultimi tempi.

Il coinvolgimento è a raggio infinito: si parte dallo sfruttamento del denaro pubblico da parte di agenti della Guardia di Finanza per giungere all’uso di sostanze stupefacenti attraverso la frode sportiva.

Peculato per coloro che utilizzavano le autovetture dello Stato per scortare privati cittadini all’interno delle vie di Roma; frode sportiva per coloro che “inciuciavano” al fine di determinare l’esito di una gara a favore dell’una o dell’altra squadra. Può sembrare strano ma anche il sequestro di persona, si proprio questo. La privazione della libertà personale con violenza o minaccia. Forse potrebbe sembrare non tanto grave minacciare con un dito puntato sotto gli occhi un uomo e poi chiuderlo dentro una stanza gettando la chiave o facendola comunque sparire. Si, egregi signori, potrà sembrarvi cosa da poco, ma per il diritto, ove tale privazione della libertà personale sia caratterizzata da dolo (per di più generico), impedendo al soggetto passivo di esercitare la propria libertà di movimento, si realizza perfettamente il delitto di sequestro di persona. La vostra considerazione goliardica avrà rilievo nell’ambito della dosimetria della pena, ma non vi esimerà da una declaratoria di responsabilità. A tal proposito voglio però accomunare alla vostra condotta quella di colui che, pur avendo subito una sofferenza così grave, insieme ai colleghi assistenti e al commissario di campo ugualmente presente, abbia taciuto ogni cosa. Vi prego, non dite che sono persone costrette a tacere e portate fino al punto di subire in silenzio. Una tesi si tale condurrebbe l’osservatore a giustificare ogni cosa. Si fa già fatica a comprendere l’omertà di tante persone che vivono contesti sociali toccati da torbide associazioni criminose, ancorché il contrappeso sia costituito dalla vita propria o dei propri familiari, che non mi sento proprio di considerare gli arbitri persone in qualche maniera degne di attenuanti.

I contenuti delle intercettazioni telefoniche sono alla portata di tutti, ognuno che abbia dimestichezza con il mondo del diritto penale e sportivo è in grado di offrire un giudizio di previsione. Se le norme del diritto troveranno corretta applicazione ci troveremo il prossimo anno a vedere un campionato stravolto nella consueta formazione. Non mi preoccupa nulla di tutto ciò se nell’altro piatto della bilancia si ponga la certezza di un calcio pulito ed onesto dove la competizione si conclude con la vittoria o il pareggio senza recriminazioni legate al dubbio della correttezza arbitrale o degli atleti. E’ utopia? Non credo, basta chiedere all’uomo della strada: “Fare piazza pulita”, ricominciare da zero, sfoltire i rami secchi e così via.

Stiano lontani tutti coloro che, pur rivestendo posizioni di alto ufficio, oggi appaiono stupiti ed increduli, lanciando anatemi verso chi per disgrazia paga il pegno    


Avv. Riziero Angeletti

 

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