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Il ruolo dell’Avvocatura

      

   

Diritto

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Avv. Antonio Belloni (*)


La nostra professione/3

 

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Bruxelles: La fabbrica dei delatori


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Il ruolo dell’Avvocatura

La nostra professione/3

(Rieti, May 31 2006 12:00AM)

Oggi l’Avvocatura fornisce uomini alla Magistratura Onoraria (Giudici di Pace, G.O.A. e G.O.T.), alle nuove frontiere della professione: intermediatori familiari, componenti dei collegi arbitrali e, nell’ambito specifico della tutela del diritto di difesa: difensori d’ufficio, dei non abbienti ammessi al patrocinio gratuito a spese dello Stato, e infine, in settori strategici, Avvocati delegabili alle vendite,  Curatori e Commissari. Un vero e proprio esercito di professionisti, il cui impegno ha un forte impatto sociale. Non è infatti nemmeno lontanamente immaginabile che i nostri Magistrati Onorari, i nostri Difensori d’Ufficio e dei non abbienti, ovvero i Curatori e i Commissari, nonché i delegati alle vendite, non abbiano un’adeguata preparazione. Ed è per questo che il Consiglio, mediante un’oculata gestione delle risorse deve fornire ai propri iscritti e a chiunque altro lo voglia, occasione di formazione ed aggiornamento a costi ragionevoli. In quest’ottica, s’inscrivono il nuovo corso per i difensori d’ufficio, quello per gli avvocati delegabili alle vendite e quello per  curatori fallimentari e commissari. Anche per assicurare tutto ciò, è prevista l’alienazione dell’eredità Mazzilli, che apporterà alle casse dell’Ordine, ci si augura, non meno di €.600.000,00, che dovranno essere impiegati in tale direzione, così da dare, al nostro Foro e alla Provincia di Rieti, un centro di formazione professionale e di aggiornamento di altissimo profilo e  di valenza ultra-provinciale. Naturalmente, l’impiego di tale cifra, sarà oggetto di dibattito con  tutti gli iscritti in occasione di specifiche Assemblee, nonché sottoposto al controllo del Collegio dei Revisori dei Conti (Avv.ti Olinto Petrangeli e Gianfranco D’Orazi e Dott.ssa Maura Rosano). Del resto, l’unico vero patrimonio, capace di assicurare opportunità di lavoro e guadagno, è la Cultura; proprio per questo, superando le titubanze di alcuni, il nostro Ordine è divenuto Socio Azionista della Società Consortile per il Polo Universitario “Sabina Universitas”. Non è da escludere che questa rinnovata realtà, lodata anche dal Presidente Ciampi, in occasione della sua visita, porti a Rieti una facoltà capace di licenziare, a esempio, manager giuristi della pubblica amministrazione, e di promuovere la città e la provincia, valorizzando così le nostre risorse economiche e intellettuali. Dobbiamo essere consapevoli, infatti, che possiamo e dobbiamo fare affidamento prevalentemente, se non esclusivamente, sulle potenzialità della nostra provincia e della nostra categoria professionale. Solo se sapremo valorizzare al massimo ciò di cui disponiamo, potremo contare su di un avvenire migliore. Ecco, allora, come si spiega la nostra battaglia, convinta ed insistita, per l’ampliamento territoriale della Sezione Distaccata di Poggio Mirteto, l’insediamento a Rieti di una Sezione del TAR ed il completamento del nuovo Tribunale di Poggio Mirteto altroché del carcere Giudiziario.

Si tratta di rivendicazioni strategiche, come tali irrinunciabili, sulle quali ci siamo impegnati nel passato e continueremo a farlo nel futuro. Queste sacrosante  rivendicazioni,  saranno portate, nei debiti modi, all’attenzione del Presidente del Consiglio, del Ministro di Giustizia, ai Presidenti della Camera e del Senato, del C.S.M., della Corte di Appello, del TAR del Lazio e del Ministro della Funzione pubblica. Noi ci auguriamo, e sono sicuro che sarà così, di avere l’appoggio dei Parlamentari, dei Consiglieri Regionali, dei Sindaci dell’area e del Presidente della Provincia. Peraltro, in occasione dell’incontro organizzato dall’Assessore Regionale al Bilancio, in vista della “Finanziaria Regionale”, ho chiesto che nel bilancio sia quanto meno ipotizzata la possibilità di finanziare le iniziative dei piccoli Ordini Forensi, tese alla formazione e all’aggiornamento. Se infatti dobbiamo mettere a disposizione della collettività iscritti professionalmente validi, non c’è dubbio che la collettività debba aiutare le realtà più deboli. La molteplicità degli impegni del Consiglio impone, inevitabilmente, oltre a quella settimanale del Venerdì, di ricorrere a sedute infrasettimanali, e di partecipare a tutti gli incontri, regionali e nazionali, in cui si dibatteranno i grandi temi che ci riguardano. In quest’ottica dovremo, per forza di cose, e per stare al passo  con i tempi, aprire anche un “ufficio per il rapporto con il pubblico”, inizialmente settimanale, affidata a turno alla responsabilità di due Consiglieri. Naturalmente, manterremo fermo il nostro impegno nella Suola Forense del Lazio  dalla quale attingeremo, come sempre, per fronteggiare le nostre esigenze didattiche.

Ancora, saremo al fianco del Consiglio Nazionale Forense che ha responsabilmente deciso di costituirsi nel procedimento apertosi a Strasburgo, a seguito dell’iniziativa del Governo Belga contro la normativa antiriciclaggio per la parte che, violando sacri principi, ci vorrebbe trasformare in delatori. Nel Convegno di Milano il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, il Prof. Guido Alpa, si è augurato che il Governo Italiano si costituisca anch’esso nel giudizio in parola, per sostenere le ragioni di quello Belga e dell’Avvocatura Italiana. Per quanto mi riguarda, faremo tutto ciò che sarà possibile in tale direzione, inviando un messaggio inequivocabile anche alla classe politica provinciale, e regionale. Va  infatti riaffermata la necessità di tutelare il rapporto di fiducia tra cliente e avvocato, anche di fronte a interventi legislativi invasivi come le recenti leggi antiriciclaggio e sulla privacy, peraltro condivisibili nelle loro finalità generali. Altro messaggio forte, che intendiamo inviare alla classe politica provinciale e nazionale, quindi al Presidente del Consiglio e al Ministro di Giustizia, è quello che riguarda:

a) La riforma dell’accesso alla professione, ponendo fine al pendolarismo degli elaborati e introducendo innovazioni anche sulla base di moderni criteri di preselezione imperniati sui quiz (si vedano le normative relative all’accesso alla Magistratura e al notariato); Il recente Congresso, recependo in toto le conclusioni della Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, organizzata dall’O.U.A. a Napoli nell’aprile scorso, ha fissato i principi di una riforma dell’ordinamento professionale che, nel dare risposta alle esigenze di modernizzazione, definisca comunque rigorosi criteri di accesso e di esercizio della professione forense. Secondo tale visione, la legge quadro sulle libere professioni, per poter risultare idonea a dettare le linee guida per tutte le professioni intellettuali, dovrà fondarsi sui principi comuni e tipici delle professioni regolamentate, ovvero autonomia dei poteri e indipendenza nel giudizio tecnico, fedeltà al mandato e neutralità del professionista rispetto all’oggetto dello stesso. Perciò per l’area delle professioni, e in particolare per quella forense, va prevista una disciplina speciale che salvaguardi le caratteristiche tipiche della prestazione intellettuale. L’accesso alla professione di Avvocato va regolamentato partendo dalla facoltà di giurisprudenza e valorizzando il tirocinio. Quanto al percorso  universitario, andrà previsto un numero programmato per l’accesso alla laurea magistrale, mentre per le scuole di formazione post-universitarie, si reputa siano da privilegiare le scuole forensi rispetto a quelle universitarie. La pratica presso gli studi legali va riaffermata come bagaglio ineliminabile della formazione del futuro Avvocato, pur contemperata con la frequenza della scuola: una pratica effettivamente svolta sotto la guida del dominus e il controllo dell’Ordine territoriale appare indispensabile, e dovrebbe essere anche incompatibile con qualsiasi attività lavorativa o corsi abilitanti ad altre professioni.

Si deve limitare a due per ogni titolare di studio il massimo dei praticanti, e il dominus, per accogliere praticanti, dovrebbe avere almeno otto anni di effettivo esercizio professionale  continuativo. Il praticante, al secondo anno di pratica, potrà essere abilitato all’esercizio professionale provvisorio, ma solo in sostituzione del dominus e sotto la diretta responsabilità di quest’ultimo. Va infine valutata la previsione per il praticante di un compenso indennitario. Per garanzia di professionalità,  va limitata la validità temporale del certificato di compiuta pratica ai fini dell’esame di abilitazione, finalizzato alla verifica delle attitudini professionali degli aspiranti Avvocati e quindi strutturato come un’indagine sulla conoscenza degli istituti di diritto sostanziale e dei relativi strumenti processuali.

La normativa professionale dovrà disciplinare le specializzazioni nel contesto unitario della professione. Va invece dato concreto contenuto all’obbligo deontologico della formazione permanente, sanzionando la sua omissione.

b) Assistenza e consulenza: Il “nuovo Avvocato”, dev’essere affrancato dai numerosi e interessati tentativi di limitarne  la funzione e il ruolo di garanzia: egli è invece in ogni sede il tecnico fiduciario della parte, e per tale motivo, nell’interesse del cittadino e anche in funzione di prevenzione del contenzioso, va evitato l’ingresso di soggetti non qualificati nell’area della consulenza e dell’assistenza stragiudiziale. In quest’ottica, va letta anche la ferma presa di posizione sull’indennizzo diretto, che è tutt’altro che una difesa d’interessi di bottega, come pure si è tentato in questi mesi di far apparire. Anche la Cassazione ha ribadito il principio che il danneggiato ha diritto di farsi assistere nella fase stragiudiziale da un professionista di sua fiducia e di ottenere il rimborso delle spese. In questa vicenda appare poi singolare la posizione assunta da alcune associazioni di consumatori, le quali, intravedendo la possibilità di assumere la gestione di sinistri, si sono fatte strenue promotrici del provvedimento. Tale operazione, però, consentirebbe a soggetti privi dei requisiti necessari per lo svolgimento delle attività professionali e svincolati da qualunque controllo deontologico, di aggirare il divieto di esercizio abusivo facendosi schermo delle associazioni. E per questo chiediamo una riscrittura della normativa più aderente al diritto costituzionale di difesa.

Tutti questi impegni, nessuno dei quali abbiamo mai trascurato fino ad oggi e non trascureremo, siatene certi nemmeno, nel futuro, tendono a frenare un’involuzione legislativa nella quale leggiamo, a chiare lettere, il tentativo, se non della soppressione della figura storica ed insostituibile dell’Avvocato, certo del suo ridimensionamento.

Ma non lo tollereremo. Si dice che il primo uomo il quale difese il suo simile contro l’ingiustizia, la violenza e la frode, con l’influenza della ragione e della parola, quegli fu il primo Avvocato. L’origine della professione risale, dunque, alla notte dei tempi, poiché ovunque vi siano stati uomini ivi vi sono stati, per necessità, Avvocati. E tali siamo e vogliamo e vogliamo restare.      Guidati dalle nostre coscienze, dalla nostra nobile tradizione e dalle regole del Codice Deontologico, dobbiamo continuare nel nostro lavoro, con regole nuove si, ma nel solco delle nostre tradizioni. Per questo Vi sollecito  il consenso a iscrivere il nostro Ordine all’Associazione “Amnesty International”, per estendere, aldilà degli angusti confini della nostra realtà provinciale, lo slancio etico e la passione civile di voler realizzare un mondo in cui siano rispettati i diritti umani e in primo luogo abolita la pena di morte. Abbiamo pieno titolo per assumere questo ruolo, se è vero, com’è vero, che oggi l’unica categoria professionale che difenda i diseredati e i disperati, è quella Forense.

E il mio sentimento di gratitudine, misto ad orgoglio, va alle Colleghe e ai Colleghi che si sono dedicati e si dedicano quotidianamente alla difesa di chi, per miseria, persecuzioni politiche, razziali ovvero religiose, viene da noi. Io mi auguro, che questa assemblea sposi in pieno l’afflato di questa relazione, il suo slancio e il suo impegno civile e che coloro i quali saranno chiamati a comporre il Nuovo Consiglio, si sentano impegnati sui temi che ho trattato, dedicandovi tutto il tempo necessario,  dando così anche un volto nuovo all’Avvocatura, alla quale io chiedo, a chiusura di questo intervento,  di approvare anche una risoluzione che preveda che una percentuale, anche modesta, delle entrate di tutti gli Ordini Forensi, del C.N.F., della Cassa e dell’O.U.A. sia destinata alla Croce Rossa Italiana per i suoi fini istituzionali, a testimonianza della nostra vocazione solidaristica.

E’ chiaro, da quanto precede, come oggi, più di ieri, l’Avvocato sia in trincea e debba combattere. Il mio impegno è in tale direzione, con slancio, entusiasmo e disinteresse, perché all’Avvocatura  cui ho dato ciò di cui sono stato capace, è la mia ragione di vita.

                             

 

(*) Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rieti

 

 


Avv. Antonio Belloni (*)

 

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