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Articolo di:

Monica Fedeli


Opportuno estenderlo ai reati finanziari?

 

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Forum Numero 5

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Opportuno estenderlo ai reati finanziari?

(Rieti, Sep 30 2006 12:00AM)

Approvato dal Parlamento a larghissima maggioranza, l’indulto allargato ai reati finanziari è divenuto legge dello Stato. Esso, com'è noto, comporta una riduzione della pena a beneficio di tutti coloro che abbiano commesso reati entro la data del 02 maggio 2006: sino a tre anni per le pene detentive e sino ad euro diecimila per le pene pecuniarie. Un provvedimento lungamente atteso che ha lo scopo dichiarato di alleggerire il carico giudiziario e di porre rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri italiane. Ma se questo doveva essere il fondamento dell'indulto, di esso avrebbero dovuto beneficiare esclusivamente gli autori dei reati comuni, maggiormente diffusi, quali quelli legati all'immigrazione clandestina, alla tossicodipendenza e simili. Al contrario, invece, il provvedimento di clemenza esclude solo una ristretta cerchia di reati (quelli connessi alla criminalità organizzata, al traffico degli stupefacenti, al terrorismo, i reati di stampo mafioso, i reati sessuali e quelli legati al traffico di esseri umani) di particolare gravità e che destano un forte allarme sociale. Non solo. Alla luce delle argomentazioni che precedono, del tutto ingiustificata e avulsa dalle ragioni poste alla base dell'indulto risulta essere l'estensione della misura di clemenza agli autori dei reati finanziari (concussione, corruzione, reati tributari, ecc..) i quali rappresentano una parte assolutamente trascurabile, quanto transitoria, della popolazione carceraria. Unico argomento a sostegno dell'indulto allargato a tale ultima tipologia di reati: la necessità dell´approvazione da parte della maggioranza dei due terzi nelle assemblee elettive, fissata per le misure di clemenza. Il sospetto, inevitabile, è che si sia trattato di un modo per permettere ai cosiddetti “colletti bianchi” di sfuggire ai rigori della legge. Tanto più che lo sconto di pena riguarda non solo i detenuti, come avrebbe dovuto essere nella logica delle cose, bensì gli autori di tutti quei reati (anche finanziari) non ancora accertati ma comunque commessi entro quella data. A rafforzare tale sospetto ed alimentare quello che un indulto così strutturato fosse conveniente per tutti, anche la considerazione che, ancorché cedere al “ricatto” di quelle forze politiche che avrebbero fatto mancare la maggioranza necessaria per l'approvazione dell'indulto qualora non vi fossero stati inclusi i reati finanziari, si sarebbe potuto operare in modo diverso e tale comunque da raggiungere lo scopo (quello ufficiale ovviamente). Ma vi è di più. L'inclusione nell'indulto di questa categoria di crimini, rappresenta un forte mutamento di tendenza nella legislazione criminale: fino ad oggi, infatti, i reati di corruzione e di concussione contro lo Stato e i reati finanziari gravi non avevano mai beneficiato di provvedimenti di clemenza penale, ciò che comporta, tra le altre cose, la perdita di efficacia e di credibilità dello strumento penale in materia economica. Senza considerare che la gravità e la serietà del problema della giustizia in Italia, avrebbe richiesto un intervento di ben altra portata ed efficacia. Ed a rimetterci - neanche a dirlo - i cittadini, i piccoli risparmiatori e la pubblica amministrazione. L'ennesimo bell'esempio - tutto italiano - di moralità ed etica pubblica...

Monica Fedeli

 

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