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E siamo prigionieri di un Governo che sta instaurando un regime

      

   

Editoriali

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

C. SARCIA'


Ancora una volta Prodi ostaggio della Sinistra

 

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«Fortugno. Morto ammazzato!»


Ordine pubblico e sicurezza? Patrimonio perduto! Ma il Paese č in guerra.

E siamo prigionieri di un Governo che sta instaurando un regime

Ancora una volta Prodi ostaggio della Sinistra

(Rieti, Aug 12 2007 12:00AM)

L’altro ieri a Scampìa, il centro abitato del Napoletano tristemente famoso per la lunga faida tra cosche rivali che sembrava essersi fermata, due killer alla guida di un motorino, hanno fatto secco un giovane pregiudicato ventiquattrenne, membro qualificato di una fazione camorristica locale, mentre transitava a piedi insieme alla figlioletta ed alla moglie in un affollato quartiere. Il killer, col capo coperto dal casco, incurante del pericolo che avrebbero corso gli ignari passanti, ha esploso sei colpi in mezzo alla folla, due dei quali hanno colpito alla testa l’obiettivo, freddandolo all’istante. Nessun provvedimento straordinario da parte del Presidente del Consiglio professor Prodi che intanto si faceva fotografare, con la moglie, sotto un ombrellone della Versilia, insieme ad un Africano clandestino, venditore abusivo di cianfrusaglie. Molti quotidiani hanno offerto al pubblico ludibrio la foto dei tre e del fotografo che li immortalava. Nella foto apparsa sulla stampa l’espressione del professor Prodi la dice lunga sull’animus che lo portava a compiere un gesto così teatrale e insieme paradossale: lo sguardo è compiaciuto e le labbra, arrotolate in un mezzo sorriso ammiccante sembrano dire: “Farò un figurone davanti agli Italiani”. Ma non è solo questo il problema. L’iniziativa si qualifica soprattutto come atto compiuto in violazione della legge da un alto rappresentate del Governo che aveva invece il dovere di richiedere l’intervento degli agenti preposti alla verifica del permesso di soggiorno del tizio in caffetano rosso ed al controllo della licenza di commercio per ambulanti. Neanche dall’altro professore, il ministro degli Interni Amato (abbiamo un Governo di professori), per quanto risulti ai comuni mortali, sono venuti commenti o riflessioni, o una qualche dichiarazione di provvedimenti adeguati a salvaguardare la sicurezza pubblica e l’incolumità dei cittadini. Ai tempi della DC, in questi casi veniva almeno dato in pasto ai media un “grillo parlante” che in perfetto “politichese” prometteva mari e monti e in qualche modo fungeva da anestetico contro la paura e la disperazione di quegli sfortunati cittadini condannati dal ceto sociale e dalle condizioni economiche a fare da bersaglio alla camorra o alle altre organizzazioni malavitose. Organizzazioni che hanno il loro comune denominatore nella determinazione dei loro capi di sostituirsi allo Stato imponendo balzelli e decretando pene capitali, violando sistematicamente le leggi, sottomettendo intere popolazioni, estorcendo danaro col sistema del pizzo, uccidendo chi sgarra o chi si oppone al “sistema”, e quindi di costituire e mantenere attivo un antistato armato e organizzato, operante all’interno dello stato legittimo, in grado di neutralizzarne l’autorità costituita ed insidiarne il potere mediante i mezzi del voto di scambio, della minaccia, dell’attentato, della paura, della corruzione, dell’utilizzazione dei falsi pentiti per delegittimare fedeli servitori dello Stato. Nel frattempo i politici eletti dal popolo al governo del paese e delegati a rappresentarli nel Parlamento, hanno continuato colpevolmente per decenni a fare orecchie da mercante, a riempirsi la bocca, prima delle elezioni, della necessità di ristabilire l’ordine pubblico e dare sicurezza ai cittadini, senza poi fare corrispondere alle parole i fatti. In questo quadro non deve apparire strano che il Governo abbia trascurato per così lungo tempo l’emergenza rifiuti in Campania. Appare evidente che in Campania la politica abbia rinunciato a contrastare il fenomeno spazzatura gestito dalla camorra. E purtroppo la popolazione della Campania, malgrado le inefficienze, le inadempienze e le ruberie della sinistra al potere, continua a votare compatta per Bassolino e i suoi compagni. Non si può quindi nascondere che il potere intimidatorio della camorra è talmente efficace da riuscire ad orientare il consenso in favore di una classe politica inetta e inconcludente che però fa comodo ai camorristi. Neanche il ministro della difesa professor Parisi (altro professore al Governo) ha ritenuto di commentare l’inquietante fatto di sangue, o di offrire alla polizia il supporto delle forze armate per azioni di repressione e contrasto della camorra. Il caso Scampìa non è che una scena del generale teatro malavitoso che governa il paese. Il quadro generale è desolante. Si registra un regresso della civiltà nazionale che compromette la libertà individuale, nega la sicurezza dei beni e degli individui, svaluta il patrimonio delle aziende e delle famiglie, arresta lo sviluppo, deprime la popolazione, rende impraticabili le iniziative imprenditoriali e di conseguenza mantiene altissimo il livello di disoccupazione. E’ il Meridione in particolare a pagare il prezzo più alto. Una delle tante scene che illustrano il quadro dell’incapacità governativa di almeno arginare il fenomeno malavitoso riguarda i tristi episodi degli incendi boschivi appiccati dolosamente ai parchi nazionali, che compromettono il patrimonio forestale, distruggono le dotazioni faunistiche stanziali e modificano il paesaggio e le condizioni atmosferiche locali. Il ministro Pegoraro Scanio vorrebbe combattere questi fenomeni criminali, che possiamo definire meri atti di guerra, invitando gli enti proprietari dei parchi danneggiati dalle fiamme a costituirsi “parti civili” nei processi contro i responsabili degli incendi. Ogni commento è superfluo. E’ evidente che all’onorevole Scanio la vita sorride tantissimo. Se no si sarebbe accorto che i piromani assicurati alla giustizia rappresentano una insignificante frazione rispetto a quelli che la fanno franca. Sul perché la fanno franca, ci sarebbe da condurre un’approfondita inchiesta. Ma ho motivo di ritenere che non se ne verrebbe a capo comunque. E’ il sistema Italia che è malato e necessiterebbe di una cura radicale. Purtroppo mancano gli uomini giusti. Pochi giorni fa, nella fase di spegnimento di un incendio doloso in Campania, si è verificato un fatto inaudito che aggiunge prove all’assunto che “il Paese è in guerra”. Un elicottero della protezione civile in volo, attrezzato per lo spegnimento di incendi boschivi, è stato fatto segno di alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da un individuo a bordo di un motorino. E’ perfettamente noto che la camorra ordini gli incendi dei boschi con lo scopo di procurarsi terreni edificabili ove, con la collaborazione di amministratori collusi con la Camorra, per poi poter condurre redditizie speculazioni edilizie. Già questo è un progetto criminale che si inquadra negli atti di guerra contro lo Stato italiano compiuti ogni giorno dalla camorra e dalle altre organizzazioni malavitose. Ma ordinare ad un killer di abbattere un elicottero in volo per spegnere un incendio, è una vera e propria dichiarazione di guerra, alla quale, in una nazione seria, si dovrebbe rispondere con veri e propri atti di guerra, inviando le Forze Armate e la Polizia di Stato per presidiare quei luoghi, rastrellare il territorio, sequestrare armi, requisire automezzi beni di provenienza furtiva e strutture intestate a teste di legno, quindi fermare, interrogare, arrestare, rinviare a giudizio, incarcerare e sottoporre celermente a giudizio e altrettanto celermente condannare gli autori dei misfatti e le persone colluse, ed inoltre adottare tutti quei provvedimenti che in tempo di guerra i comandi militari adottano nei territori occupati, cioè coprifuoco, ronde, pattugliamenti, utilizzazione dei manifesti per ogni tipo di avviso, interdizione della circolazione, dislocazione di ostacoli fissi e formazione di posti di blocco. Se guardiamo all’immobilismo dei parlamentari ed alle promesse elettorali in fatto di ordine pubblico, mai mantenute (lotta senza quartiere alla malavita e sicurezza delle città), se analizziamo l’incauto provvedimento di indulto di inizio legislatura, nonché gli effetti della legge Gozzini sugli autori di crimini efferati, agli arresti rifiutati da certa magistratura ed alle facili scarcerazioni di delinquenti che immancabilmente reiterano le loro azioni criminose (è di questi giorni lo sgozzamento della seconda fidanzata a Genova ad opera di un serial killer lasciato libero dal giudice che avrebbe dovuto incarcerarlo), quindi alle pubbliche manifestazioni di sostegno ai terroristi delle nuove BR incarcerati e di delegittimazione del 41-bis, alle dichiarazioni di un poco onorevole parlamentare che ha definito Treu e Biagi “assassini” senza che alcuno abbia manifestato l’intenzione di esercitare nei suoi confronti il potere e l’autorità che gli provengono dalla funzione o dal mandato (Presidente della Repubblica, Presidente della Camera dei Deputati, Procuratori della Repubblica) per cacciare dai banchi del parlamento un simile soggetto, se guardiamo dunque a tutto ciò che sta accadendo in Italia, si ha come l’impressione di vivere in un Paese allo sbando e senza speranza; in un paese che ha perso l’onore, l’etica, il senso del dovere, l’amor di Patria, i valori, la dignità; in un Paese che ha rinunciato ai diritti dei suoi cittadini ed ai poteri dello Stato. Viviamo infatti in un Paese che ha svenduto, col 50% di sconto, la sua storica moneta, la gloriosa Lira (di questo dobbiamo ringraziare il professor Prodi), che ha rinunciato al diritto di imporre dazi sulle merci prodotte con lo sfruttamento di schiavi e di minori e che giungono in quantità smisurata dalla Cina devastando la nostra economia e il nostro sistema produttivo. Viviamo in un Paese che ha rinunciato a contrastare l’immigrazione irregolare, che ha rinunciato a sbattere fuori dai confini i clandestini, a calmierare i prezzi dei generi di prima necessità ed a schiaffare in galera i petrolieri che aumentano il prezzo del carburante senza alcuna ragione se non quella di derubare i cittadini. Siamo cittadini di uno Stato “minore” in regime fallimentare, che ha rinunciato a gran parte del suo territorio e della sua sovranità cedendone il controllo alle organizzazione mafiose e al sottobosco dell’immigrazione clandestina. Dopo l’11 settembre, qualificati osservatori internazionali hanno avvertito gli stati del pericolo di terrorismo presente all’interno dei confini delle nazioni occidentali. Secondo una loro visione strategica, i confini nazionali ormai non coincidono più con le linee di frontiera usualmente presidiate dalle forze armate, ivi dislocate per contrastare eventuali invasioni, ma si sono spostate all’interno, sono divenute impalpabili e sfuggenti e gli obiettivi del terrorismo si sono moltiplicati, tanto da renderne particolarmente difficile la vigilanza e la prevenzione. Si da il caso che in Italia la frontiera si era spostata all’interno della nazione ancor prima dell’11 settembre, ad opera della malavita e delle cosche mafiose. Da molti anni, interi quartieri a Palermo, a Napoli, a Bari, a Roma, a Milano, a Torino, a Verona, erano e sono interdetti alle forze dell’ordine. Ma nessuno dei politici al potere ha mai avviato processi legislativi e programmi in grado di riconquistare il territorio e liberare le popolazioni ostaggio delle diverse mafie. A ben vedere questo è una delle colpe contestate ad Andreotti dai giudici di Palermo. Siamo pertanto in guerra contro, non uno, ma due nemici, entrambi infìdi e spietati, che hanno già occupato il territorio e si apprestano indisturbati ad aumentare la loro influenza sulle persone e sulle istituzioni. Si tratta di due nemici ben armati ed equipaggiati, forniti di eserciti addestrati e motivati, che hanno già dichiarato guerra allo Stato italiano ed il Governo non può più far finta di niente perché essi stanno conquistando l’intera nazione ed ogni giorno si radicano capillarmente sul territorio e consolidano il loro potere. Gli sforzi finora compiuti dai Governi che si succeduti hanno dato esiti parziali e limitati. Ciò anche a causa del garantismo esasperato che avvelena le leggi, le istituzioni e la vita pubblica. Già prima di Tangentopoli, dalla sinistra, ma anche dalla DC e da tutto l’arco costituzionale, si è sempre elevato un coro unanime: “No a leggi speciali per il controllo dell’ordine pubblico”, ventilando lo spauracchio del pericolo golpista di destra. Neanche per liberare Moro si sono voluti adottare metodi forti e risolutivi per sconfiggere il terrorismo brigatista, come intanto facevano in Francia e in Germania. Così operando, siamo arrivati dove ci mostra il quadro sopra descritto. Tuttavia gli Italiani, di riffe o di raffe, continuano a votare i loro beniamini, di centro, di destra e di sinistra. Nei comuni, nelle province e nelle regioni, per ottenere i suffragi necessari ad essere eletti, i politici spesso si avvalgono della collaborazione dei capibastone locali. Leggiamo infatti ogni giorno di interi consigli comunali e interi gruppi consiliari eletti nelle province, nei comuni e nelle regioni, che vengono indagati in blocco per collusione con le organizzazioni del malaffare. Questo “sistema” non è più limitato al Mezzogiorno, ma è ormai diventato una pratica a livello nazionale. Quanto alla qualità dei personaggi che abbracciano la “carriera” politica, si osserva che in Italia solo alcune tipologie di cittadini si candidano a rappresentare i cittadini nelle istituzioni. Si tratta spesso di individui dotati di particolare sagacia, facili al compromesso ed in qualche caso legati alle mafioserie locali, per parentela o per meriti acquisiti. Si sono registrati anche legami che passavano per i sentieri della massoneria, del sistema bancario e delle realtà industriali. Non sempre però i politici si compromettono con le organizzazioni malavitose. Però, quelli che non vogliono sottomettersi alla ‘ndrangheta o alle altre organizzazioni mafiose, generalmente vengono uccisi senza pietà. Francesco Fortugno, 54 anni, medico, padre di due figli, esponente della Margherita, vicepresidente del Consiglio Regionale, venne colpito a Locri, or non è molto, da due sicari mentre andava a votare per le primarie dell'Unione. I commenti dei politici furono: Siamo sconvolti”, Fatto grave e inquietante. Ma i Sindaci della Locride dell’occasione hanno espresso pareri di altra natura: “Leggi speciali o ce ne andiamo. Noi ce ne andiamo, che lo Stato mandi pure i suoi commissari straordinari a sostituire noi tutti e metta anche un maresciallo dei carabinieri in ogni consiglio comunale. Dobbiamo lasciare tutti il consiglio, ecco cos'è l'unica cosa giusta da fare a questo punto. Ci dimettiamo tutti, tutti insieme consegniamo le chiavi delle nostre città a Roma. Parrebbe necessario che si cominciasse finalmente a reprimere seriamente il fenomeno mafioso. Magari partendo dal punto in cui fu interrotta, nel dopoguerra, la lotta al banditismo. Possibilmente con le medesime tecniche utilizzate allora, cioè col rastrellamento, con il pattugliamento e con il controllo capillare del territorio e degli abitanti dislocati nelle aree compromesse e con la restituzione alle forze di polizia del potere di fermare i sospetti, interrogare i detenuti e condurre le indagini. Porterebbe un gran bene anche il ripristino delle vecchie leggi sull’ordine pubblico, incautamente abrogate, ed il ritorno al sistema carcerario adottato con successo in Italia prima della guerra, allorquando, lo si ricorda ancora oggi, si dormiva senza chiudere a chiave le porte di casa. In quel felice periodo i malviventi venivano, come dovrebbe avvenire in una nazione civile che tiene alla sicurezza dei suoi cittadini, sempre assicurati alla giustizia, isolati dalla società civile e messi in condizione di non nuocere alla società. Però questo “tornare indietro ” significherebbe applicare “leggi speciali” che i politici di sinistra rifiutano ed aborrono, perché, dicono, favorirebbero iniziative golpiste di destra. Non si può però negare che, dopo l’abbuffata di democrazia che ci sta soffocando, siamo rimasti vittime di un garantismo esasperato e ridicolo che ha trasformato gli operatori di polizia in burattini ed i magistrati in burocrati, indipendenti, onnipotenti ed irresponsabili. Irresponsabili nel senso che non rispondono ad alcuna autorità dei loro errori, né dell’intraprendenza con cui talvolta gestiscono il loro smisurato potere che rivela ogni giorno applicazioni personalistiche delle leggi e ricerca della notorietà mediante la conduzione di inchieste lunghe, dispendiose ed inutili i cui risultati, a quanto pare, consistono nella diffamazione di gente incolpevole e nella violazione della privacy. Il quadro desolante prima illustrato è ormai noto alla maggior parte dei cittadini, i quali, indipendentemente dal loro colore politico,concordano sulla necessità di un maggiore rigore sia nei confronti della malavita che nei confronti dell’immigrazione clandestina. Ma questo quadro non stimola provvedimenti efficaci e risolutivi da parte dei governanti che infatti continuano ad osservare un inquietante “basso profilo”. Ma ci siamo chiesti perché? Apparentemente l’interesse è quello di mantenere rapporti di reciproca tolleranza tra esponenti politici e governativi, con il collante del comune desiderio di rimanere attaccati alle poltrone per maturare la pensione di parlamentare, oltre che per aumentarsi lo stipendio di ben ottocentoquindici Euro, come è avvenuto di recente, a fronte di un netto già percepito di oltre diciassettemila Euro mensili. Ma non è solo questo che li tiene uniti. La posta in gioco è molto più alta. Prima delle ultime elezioni politiche, al professor Prodi, intronizzato al tempo delle cosiddette primarie (scimmiottatura della sinistra italiana delle primarie degli USA) nel famoso TIR giallo come un “Cesare” sul Rubiconde, condottiero di una seconda “gioiosa macchina da guerra”, la sinistra aveva affidato un “lavoro sporco”: compattare la coalizione sul famoso programma di 281 pagine. Un programma ridicolo, buono per accontentare tutti e nessuno, ma inattuabile per via delle differenti vedute all’interno della coalizione. Il furbo professore edulcorò l’inutile programma elettorale con una sconcertante valanga di costosi contentini elettorali, pensati per distribuire danaro ”a pioggia” ai fedelissimi dislocati nei feudi della sinistra e nella minutaglia istituzionale della periferia. I costosi contentini del programma elaborato dal professor Prodi stanno assorbendo il danaro estorto ai ceti medi, agli artigiani ed ai piccoli imprenditori attraverso la spaventosa mole di tasse applicata con l’ultima finanziaria, assorbiranno il famoso “tesoretto” frutto della finanza creativa di Tremonti ed a quanto si dice, dilapideranno anche buona parte delle riserve auree nazionali, che sarà cura del professor TPS (l’ennesimo professore al governo degli Italiani) sottrarre alla custodia cautelare della Banca Centrale Europea. Il vero programma della sinistra, consistente in una paginetta appena, veniva intanto vergato, segretamente (è un’ipotesi molto probabile a giudicare da ciò che si prepara) da un gruppo ristretto di “specialisti” del partito dei DS, i cui punti sostanziali potrebbero essere i seguenti: 1) completamento dell’egemonizzazione della cosa pubblica; 2) predisposizione di provvedimenti legislativi adatti a far lievitare adeguatamente l’elettorato di sinistra; 3) riconferma della sinistra al potere con le prossime elezioni politiche, con ampio margine. A seguire, alcuni provvedimenti mirati per aumentare il consenso: legge sui PACS, raddoppio della dose minima di hashish e cocaina, spostamento del tracciato della TAV, indulto ai carcerati, liberalizzazione dell’immigrazione clandestina, finanziamenti alle comunità islamiche per la costruzione di moschee e luoghi di culto, concessione della patente ai sedicenni preceduta dall’inutile provvedimento contro gli ubriachi al volante. Infine ancora due provvedimenti, conclusivi del programma segreto: 1) riconoscimento del diritto di voto ai sedicenni, ricalcato sul provvedimento di concessione del diritto alla patente automobilistica ai medesimi sedicenni (se un sedicenne è autorizzato a guidare una macchina, va da sé che può anche essere autorizzato ad esprimere il proprio orientamento politico con il voto (alla sinistra); 2) infine, riconoscimento del diritto di voto agli immigrati. Forse qualcuno arriccerà il naso e definirà l’ipotesi del doppio programma “fantapolitica”. Personalmente, consiglierei prudenza. Del resto il programma segreto, se esiste, dovrà essere attuato entro i cinque anni di governo Prodi, per cui i dubbiosi potranno presto verificare di persona. Una volta attuato, il programma segreto ed instaurato il regime di sinistra, saranno finalmente promulgate le famigerate leggi speciali che il Governo questa volta giustificherà spiegando che ormai, dopo la vittoria schiacciante della sinistra, la destra non potrà più nuocere al Paese con le sue manie di golpe. In realtà il programma segreto dovrebbe prevedere che le leggi speciali, che saranno ufficialmente introdotte per combattere la malavita organizzata e ristabilire l’ordine pubblico, saranno soprattutto utili per neutralizzare, com’è nella migliore tradizione comunista, gli oppositori politici (Berlusconi, Fini, Bossi-Maroni e, se non avrà fatto il salto della quaglia, anche Casini). Comunque la cosa è sicura: le “leggi speciali” si faranno, ma solo dopo che la sinistra si sarà impadronita definitivamente del potere con un margine di preferenze elettorali tale da estromettere per sempre dal governo del paese il centrodestra. Ma a questo punto potremmo dire che il golpe lo ha fatto la sinistra, visto che l’introduzione di leggi speciali potrebbero veramente favorirlo, aprendo per gli Italiani una stagione di sofferenze, poiché sarebbe facile per la sinistra instaurare un regime che porterebbe l’Italia fuori dall’Europa, arretrandola ai passati modelli albanese e bulgaro. Alla sinistra basterebbe quindi guadagnare la maggioranza dei suffragi per neutralizzare entrambi gli ostacoli. Lavorano per questo risultato e questa è l’idea fissa che ha alimentato le notti insonni degli esponenti più qualificati della sinistra al potere: l’ideologo Violante, il tessitore D’Alema, l’intransigente Giordano, il bulldog Rizzo. L’idea della instaurazione di un regime neocomunista nasce già all’epoca delle primarie dell’Unione, ma non poteva essere inserita nel programma ufficiale, quindi è certo che sia stata “trattenuta” da alcuni leader, con esclusione di Rutelli, Di Pietro, Mastella, Pannella e cespugli vari. Pannella per natura e carattere avrebbe potuto rappresentare il punto debole del progetto, perciò venne neutralizzato ancor prima di acquistare voce in capitolo. Si ricordi la questione dei 12 seggi di senatore scippati ai radicali. Il recente provvedimento che si propone di far cessare le stragi del sabato sera causate dai guidatori ubriachi che semiano morte sulle strade ed indurre costoro a ridurre drasticamente la velocità dei loro veicoli è stato presentato come esempio di massima severità ed intransigenza. Ma com’era prevedibile, si tratta di un provvedimento pressoché inapplicabile. Come del resto sono inapplicabili tutte le novelle partorite da ministri frettolosi e populisti sotto l’impulso frenetico del Masaniello di turno. Oppure, come in questo caso, in cui lo scopo non è quello dichiarato. Infatti il tanto strombazzato provvedimento contro gli ubriachi al volante non è stato diligentemente preceduto o almeno accompagnato, dalle necessarie e opportune abrogazioni delle leggi, o delle parti di esse, in contrasto con le nuove misure. Il riferimento è al codice di procedura penale e soprattutto alla Legge Gozzini, la quale prevede che gli autori del crimine che si vorrebbe reprimere, in mancanza di flagranza, se rei confessi e se non c’è pericolo di reiterazione, non si possono arrestare. La strombazzata novella non ha inoltre previsto l’addestramento del personale di polizia, la fornitura degli etilometri, lo stanziamento dei fondi per lo straordinario e la creazione di un regolamento unico e di un comando unico per tutti gli agenti addetti al controllo del traffico. Si ricorderà inoltre che la sinistra ha manifestato da tempo l’intenzione di abbassare a sedici anni l’età per conseguire la patente. Il provvedimento che si propone di diminuire le stragi del sabato sera, in realtà ha lo scopo di giustificare davanti all’opinione pubblica quello successivo della patente ai sedicenni, propedeutico della concessione del voto ai sedicenni. Il fatto che i dati rilevati dalla polizia non hanno denunciato flessioni nel numero degli incidenti e nel numero dei morti, non ha avuto infatti alcun rilievo per il Governo. Nessun aggiustamento…nessuna modifica. Intanto la gente continua a morire. L’ultimo tassello del programma segreto non potrà che essere la concessione del voto agli immigrati che intanto è stato preceduto da una frettolosa riforma della legge Bossi-Fini in senso favorevole all’immigrazione clandestina incontrollata e da vistose concessioni di fondi alle comunità islamiche per la costruzione di moschee e scuole coraniche. Infine un supplemento di collante, costituito dalla parte del programma “segreto” che assegna consistenti elargizioni e prebende in favore dei parlamentari e della politica sotto forma di nuove indennità, aumento dei privilegi, aumento delle retribuzioni, aumento delle cariche pubbliche, aumento delle società e degli enti pubblici, deroghe al blocco delle assunzioni mirate all’esercizio del nepotismo più sfrenato. A margine di questa ciliegina sulla torta, l’umiliazione del Presidente della Repubblica, i cui richiami a limitare i costi della politica sono rimasti inascoltati. Se la previsione di un programma parallelo e “segreto” rispondesse al vero, è evidente che tutto ciò che ci fanno bere dagli schermi televisivi è soltanto un teatrino, mentre il vero capolavoro si svolge dietro le quinte, e “Cesare” (cioè Prodi) ha già i coltelli nella schiena. Gli Italiani sono affamati dalle tasse, storditi dal caldo torrido e rassegnati a ricevere chi lo sa quante altre scudisciate da Visco, Bersani e TPS, per cui non si sono accorti del magheggio che si sta preparando alle loro spalle per creare un elettorato di sinistra più consistente ed in grado di assicurare alle sinistre la presa definitiva del potere. Così fra non molto gli Italiani si ritroveranno disinformati, ingozzati di cultura comunista, confusi dalla storia riformulata e riscritta, soffocati nell’iniziativa privata, una volta ancora impoveriti e nazionalizzati anche nella famiglia. Davvero un bel programma. Inutilmente Berlusconi ha scritto sui manifesti “Vi avevamo avvertito!”. Ormai il programma è ben avviato e le premesse per soffocare le libertà e la democrazia ci sono tutte. Altro che “Cadono!”. Questi si sono ormai “inchiodati alle poltrone” ed Andreotti, al loro confronto, è soltanto un dilettante. In ogni caso, risultassero non fondate le preoccupazioni sopra esternate, rimane il fatto che, legiferando in questo modo si aggiunge male a male, confusione a confusione, insicurezza ad insicurezza e si realizza una ulteriore perdita di immagine di fronte all’Europa ed al mondo intero, a fronte di un’immagine già ampiamente deteriorata dalla storia passata e recente. In Italia, qualunque sia la materia da regolare, siamo sempre all’età della pietra. Nazioni come l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, hanno poche leggi che regolano in modo completo ed esaustivo la vita dei cittadini ed i rapporti con lo Stato e tra i cittadini. In Italia invece le leggi esistenti sono milioni, tutte in contrasto tra loro, tutte da interpretare a seconda di che è chiamato ad adottarle, ogni legge contiene insieme il precetto generale e le predisposizioni per aggirarlo. Per di più, ogni nuovo governo modifica, abroga crea istituti nuovi, depenalizza, condona, in un guazzabuglio da operetta. Tragica, purtroppo. Insomma, gli anni trascorsi dal dopoguerra ad oggi, che hanno registrato una evoluzione economica e sociale in tutta l’Europa, in Italia, anziché creare stabilità, condizioni di vita adeguate al resto dell’Europa, sicurezza ed ordine pubblico ed uomini motivati, intraprendenti e partecipi della politica e della storia, ha creato malcontento, povertà, disperazione ed ingiustizia e solo pochi iniziati, collegati alla bassa politica del transatlantico, riescono ancora a districarsi approfittando dei finanziamenti ad personam, delle assunzioni di favore e dei privilegi costosi, illogici ed inammissibili in una nazione dove i diritti dovrebbero essere equamente soddisfatti. Purtroppo questo non è un male esclusivo di questo simulacro di Governo. Quasi tutti i Governi passati sono stati simili nella loro inefficienza e nella capacità di utilizzare il potere a beneficio di pochi. Neanche Berlusconi, a giudicare dai risultati, può sottrarsi a questo caustico giudizio, peraltro condiviso da una stragrande maggioranza di cittadini italiani. Insomma, siamo assediati dal peggior Governo che in ogni tempo abbia mai governato l’Italia. Neppure il Presidente della Repubblica Napolitano, che è napoletano e conosce Scampìa, è intervenuto sulla reviviscenza della faida di cui si diceva in apertura. Il Presidente della Repubblica si è sicuramente accorto del fatto che le organizzazioni camorristiche si sono da tempo impadronite del territorio e che la frontiera, vuoi per il fenomeno del terrorismo islamico, vuoi per la recrudescenza del fenomeno mafioso, non è più quella che coincideva con i confini politici internazionali, ma si è spostata all’interno del territorio ed è individuabile sia nei pressi dei covi delle cupole mafiose che gestiscono gli affari illegali ed ordinano le esecuzioni capitali, sia nei pressi dei luoghi di preghiera, le cosiddette moschee e le scuole coraniche, le cosiddette madrasse, che in realtà sono strutture di accoglienza degli islamici candidati terroristi, ove si predica l’odio religioso e sociale e si inneggia alla sharia (la guerra santa dei seguaci di Maometto contro gli infedeli Occidentali, infedeli perché appartenenti alle religioni cristiano-giudaiche). E’ ormai cosa nota che costoro si propongono di annientare e comunque islamizzare l’Occidente mediante una costante e progressiva invasione dei territori ed all’occorrenza, mediante atti di terrorismo. Né può sfuggire al Presidente che davanti a questo quadro infernale, i nostri politici restano a guardare e, con la mira di accrescere il suffragio elettorale di sinistra, favoriscono in ogni modo l’immigrazione clandestina e quindi l’occupazione del territorio, avanzano progetti di riforma della legislazione vigente in chiave islameggiante e favoriscono, nelle scuole, nei tribunali, nei luoghi pubblici l’eliminazione dei simboli e la soppressione delle tradizioni sociali e religiose. Dopo l’11 settembre abbiamo osservato il formarsi di un quadro inquietante che dagli USA si è spostato verso l’Europa ed al quale l’Italia non è rimasta estranea. La polizia ha scoperto covi di gruppi terroristici islamici intenti a preparare attentati, ma quando ha cercato di far incriminare e condannare gli appartenenti alle cellule terroristiche, ha trovato PM e GIP indisponibili e Giudici che hanno applicato le leggi in senso favorevole agli indagati, in forza di estemporanee interpretazioni della differenza tra patriota e terrorista, nel segno di un antiamericanismo stantio e suicida. Sia chiaro che non si vogliono qui invocare segregazioni medioevali, ma si chiede di predisporre adeguate misure con cui estirpare il bubbone mafioso e ridare sicurezza alle persone ristabilendo l’ordine pubblico. Ciò non toglie che i detenuti debbano essere aiutati a dedicarsi a lavori produttivi utili alla comunità, che ne preparino il reinserimento nella società dopo il completamento di cicli formativi pratico-didattici, da frequentare obbligatoriamente nelle strutture carcerarie. Sarebbe utile e produttivo realizzare, fuori dal territorio nazionale, ad esempio in territorio libico, in cambio di autostrade ed ospedali, nuove e più funzionali strutture carcerarie per la custodia operosa dei soggetti più pericolosi, mediante acquisizione di territori desertici da bonificare e rendere produttivi,. I Tribunali USA, alla terza condanna per qualsiasi reato anche minimo, comminano l’ergastolo. Forse questa è una misura eccessiva. In Italia dovremmo però almeno provvedere ad isolare i delinquenti abituali, fornendo loro la possibilità di lavorare e produrre. Potrebbero produrre ortaggi, carni di allevamento, prodotti agricoli con cui rimborsare le spese di mantenimento della struttura che li ospita e finanziare le loro famiglie in Patria. Una tale innovazione offrirebbe al Paese una infinità di opportunità. Penso alla riconquista della sicurezza nel territorio, al recupero dei soggetti deviati, al risparmio delle risorse necessarie al mantenimento delle strutture carcerarie, alla messa in vendita dei generi prodotti, carni alimentari, ortaggi, cereali a prezzi concorrenziali in grado di calmierare il mercato interno; penso alla creazione di posti di lavoro per vigilantes da affidare ad immigrati dopo una severa selezione e la frequenza di corsi di formazione ed infine al “ritorno” in termini di occupazione e di volano industriale, in particolare collegato alla costruzione delle grandi opere da realizzare in cambio delle concessioni territoriali libiche. Del resto già da qualche anno il colonnello Gheddafi si è aperto all’Occidente e pare interessato a fare affari in particolare coi Governi europei. La realizzazione di un tale progetto consentirebbe di “esportare”, assieme ad alcune migliaia di indesiderati, anche i fenomeni di intolleranza legati alla presenza di strutture carcerarie nelle città. A margine, per non dimenticare da che genere di politici siamo governati, è bene rilasciare un accenno alle squalificanti condotte di alcuni parlamentari nel tempo libero. Vergognosi gli esempi forniti da Sircana, cercatore raffinato di compagnie “transessuali” e da Mele, consumatore di cocaina e amante, sembra, superdotato, tanto da essere in grado di soddisfare due donne per volta. Credo comunque che le performances dei due malcapitati politici del Governo Prodi mostrino soltanto la punta dell’iceberg. Dal senatore a vita Colombo in poi, è molto probabile che la cocaina si reperisca direttamente nei pressi di Montecitorio e che le scappatelle sessuali (non fa differenza se a due, a tre, né se di natura eterosessuale oppure omosex) siano pratica diffusa tra i “poveri” parlamentari costretti a passare qualche giorno alla settimana lontani dalla famiglia. Dati specifici sul problema pare siano stati raccolti dal Segretario del CCD Cesa. Nel desolante quadro che traspare da questa breve carrellata, si ha anche la sfortuna di dover digerire proposte inadeguate ed estemporanee, provenienti da esponenti del Governo, con le quali si vorrebbe far credere al popolo italiano che i nostri governanti sono le persone più morali, dotte e intelligenti che il Paese possiede. In realtà, il più delle volte, si tratta di dilettanti allo sbaraglio che procedono “a vista”, alcuni applicando pannicelli caldi laddove sarebbero necessarie operazioni chirurgiche, la restante massa per eseguire ordini di scuderia, ossia per votare leggi blindate o esprimere voti di fiducia a scatola chiusa. Se questa è democrazia! Senza parlare del ruolo meschino e ridicolo che stanno svolgendo i Senatori a vita. Alcuni in particolare. Il Paese è dunque senza un vero Governo. Su molte questioni sarebbe necessario decidere presto e bene. Ma non mi pare che al momento il professor Prodi abbia intenzione di decidere qualcosa. E’ troppo occupato a farsi fotografare sulle spiagge versiliane coi vu cumprà abusivi e clandestini. L’iniziativa comunque non gli renderà merito nella considerazione dei suoi amici della sinistra estrema. Al massimo potrà riscuotere il plauso personale del poco onorevole Caruso.

 

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