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Il Tao Te Ching di Lao Tzu

      

   

Eventi

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Recensione di:

Dott. A. RUGOLO


Il libro della via e della virtù Fabbri Editori, 2001, pagg. 176

 

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Il libro della via e della virtù


Recensione libraria

Il Tao Te Ching di Lao Tzu

Il libro della via e della virtù Fabbri Editori, 2001, pagg. 176

(Civitavecchia - RM, Jun 26 2007 12:00AM) Lao-tzu, fondatore del Taoismo, è considerato dalla tradizione cinese l'autore del Tao-Te-Ching - Il libro della via e della virtù. Sempre secondo la tradizione, l'opera è stata scritta in epoca molto remota, forse nella prima metà del VI secolo a.C. dunque al tempo di Confucio, per alcuni; intorno al 300 a.C., per altri. Si tratta di un'opera in parte poco chiara, anche a causa delle innumerevoli rivisitazioni e correzioni che nel tempo l'hanno interessata. “La Via veramente Via non è una via costante. I Termini veramente termini non sono termini costanti.” Così inizia il libro della Via e della virtù, nella versione a cura di Duyvendak e traduzione di Anna Devoto, lasciando intendere sin dal principio che arrivare alla fine non sarà troppo semplice. Spunti di quotidiana saggezza uniti a insegnamenti antichi come il mondo cinese guidano il lettore attraverso frasi, talvolta misteriose, alla ricerca di qualcosa del tutto personale, alla ricerca della propria Via. “Se non si esaltano gli uomini di talento, si ottiene che il popolo non lotti. Se non si da valore ai beni difficili da ottenere, si ottiene che il popolo non rubi. [..] Ecco per quale ragione il santo, nella sua opera di governo svuota il cuore degli uomini e riempie il loro ventre, indebolisce la loro volontà e rafforza le loro ossa, in modo da ottenere che il popolo sia costantemente ignaro e senza desideri, e che coloro che sanno non osino agire.” Ecco, in sintesi, come deve essere governato un impero secondo l'autore, che spiega, poi, come ricchezze e orgoglio siano portatrici di dolore: “Una sala piena di bronzi e di giade non può essere custodita da nessuno; ricchezze e onori accompagnate da orgoglio portano con se la disgrazia”. Nonostante la difficoltà di certi passi, il testo colpisce ancor oggi per la sua attualità e la validità di quanto vi è scritto: “Se il popolo ha fame, ne è causa la quantità di tasse consumate dai suoi superiori: ecco perchè ha fame. Se il popolo è difficile da governare, né è causa l'attività dei suoi superiori: ecco perchè è difficile da governare”, insegnamenti cui noi tutti dovremmo prestare attenzione!

 

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