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Storie di Giustizia di Massimo Cavoli

      

   

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Storie di Giustizia di Massimo Cavoli

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(Rieti, 09/09/2009)
Per tre decenni, con infinita pazienza ed un fiuto invidiabile, Massimo Cavoli – Capo-servizio de “Il Messaggero” alla sua terza prova quale autore ed editore di sé stesso – ha raccontato ed umanizzato il piccolo mondo autoreferenziale della giustizia reatinosabina, plasmando un’ampia opinione pubblica e svolgendo un servizio essenziale perché, da sempre, l’informazione rende più liberi. E’ stato ed è un giornalista-operaio per scelta di vita, un formidabile collettore di notizie, tuttora convinto che «La lettura del giornale è la preghiera del mattino dell’uomo moderno» (I. Kant). Oggi – si rammarica – «Per i cronisti giudiziari i processi importanti da raccontare sono sempre di meno». E ci risarcisce di quanto perduto con questa summa della cronaca giudiziaria locale che si risolve in una vivida galleria di personaggi, pervasa dall’ammirazione per due magistrati di valore (Giovanni Canzio e Marcello Liotta) e dalla simpatia per i molti deuteragonisti. Ne risulta un amarcord noir, una discesa negli inferi della cronaca ed una ricomposizione del suo vissuto professionale. Una macchina narrativa efficace, un almanacco in cui perdersi e ritrovarsi, un viaggio intorno alla fine del millennio gremito di fatti e volti. Ombre, ormai. E di ciò che è stato o avrebbe potuto essere, o che è stato detto e pensato, non resta che la memoria. Quattro i filoni del testo: Il terrorismo in Sabina (Pian di Rascino: il campo paramilitare ed il conflitto a fuoco con i C.C.; il covo delle U.C.C. a Vescovio; Aldo Moro e la Duchessa). Complice l’ottica meno localistica, Massimo Cavoli si conferma giornalista di razza, capace di evocare scenari dall’ampio respiro cui imprimere il ritmo incalzante del divenire storico. Il Reatino come teatro, in scala, delle grandi problematiche nazionali (La mafia. Il buen retiro di Pippo Calò a Poggio S. Lorenzo, Giovanni Falcone e gli interrogatori di Calderone a S. Scolastica. Il satanismo. I reati sessuali: l’anestesista voyeur. Le morti per e di lavoro). E’ la parte dove maggiore è la partecipazione emotiva dell’autore. La questione morale locale (Il crack Bosi. Il caso B.P.R. Gli alberghi d’oro. L’affaire TeknoPolimeri. Le inchieste CREA e CA.RI.RI.). Prevale la cautela e Massimo Cavoli è molto british ed asettico. I delitti perfetti e le storie senza happy end (L’omicidio Di Carlo. L’omicidio Lupi. La ragazza nella valigia). Nel segno del giallo e della suspense, l’autore ci trascina nei più grandi misteri della storia locale.

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