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LA SPARTIZIONE DEL NUOVO MONDO TRA SPAGNA E PORTOGALLO

      

   

Inchieste

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Saggio di:

Massimo Iacopi


Papa Alessandro VI arbitro delle rivalità tra le due superpotenze marittime

 

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PAPA ALESSANDRO VI - L’ARBITRO


Nel decreto pontificio (Bolla) “Inter Coetera” del 4 maggio 1993

LA SPARTIZIONE DEL NUOVO MONDO TRA SPAGNA E PORTOGALLO

Papa Alessandro VI arbitro delle rivalità tra le due superpotenze marittime

(Roma, 17/12/2014)

Il 3 agosto 1492, Cristoforo Colombo lascia il porto di Palos, in Andalusia per raggiungere le Indie per una nuova rotta marittima. Tre giorni più tardi, il cardinale spagnolo Rodrigo Borgia entra in conclave in Vaticano, nella Cappella Sistina, fiducioso nelle sue possibilità di diventare il nuovo papa e  l’11 agosto seguente le sue speranze diventano realtà, salendo al trono pontificio con il nome di Alessandro VI. Due mesi più tardi, il marinaio genovese raggiunge anch’egli il suo obiettivo toccando la costa nell’altro lato dell’Atlantico, raggiungendo, senza saperlo, non Cipango (come sperava), ma le Antille. L’avvenire del Nuovo Mondo, che entra nella storia grazie a questa traversata, verrà fissato proprio dal papa appena eletto. Secondo la tradizione, Isabella la Cattolica e Ferdinando II d’Aragona si affrettano a porre le terre scoperte sotto la protezione del papa, vicario di Cristo e, tra l’altro, loro compatriota. Il successo della spedizione di Colombo viene comunicato immediatamente ad Alessandro VI e nell’intervallo fra il ritorno in Spagna del navigatore (4 marzo 1493) ed il giorno in cui parte per il suo secondo viaggio (25 settembre 1493), il papa firma, il 4 maggio 1493, la bolla Inter Coetera, il cui originale si trova oggi a Siviglia, mentre un’altra copia era stata gelosamente conservata negli Archivi Segreti del Vaticano.

Convertire gli indigeni alla “vera fede del Cristo”

Il testo definitivo della bolla è stato il risultato di una serie di messe a punto di versioni successive dello stesso testo. La prima stesura, ad esempio, non incontra il favore di Ferdinando II d’Aragona, scontento del termine “investitura” impiegato dal papa, che presuppone una esagerata dipendenza nei confronti della Santa Sede. La seconda versione risulta, come la precedente, antidatata – pratica corrente, all’epoca, nella Cancelleria pontificia. Se la data che figura sulla Bolla è il 4 maggio, essa risulta effettivamente redatta, registrata negli Archivi vaticani ed inviata alla fine del mese seguente, verosimilmente fra il 26 ed il 28 giugno 1493. Il documento finale arriva a Barcellona il 18 o 19 luglio seguente e viene consegnato il 4 agosto a Cristoforo Colombo, che si trova a Siviglia per i preparativi del suo secondo viaggio. La prima parte della Bolla riassume gli avvenimenti che hanno portato alla scoperta dell’America e tesse l’elogio del navigatore ligure. La seconda, delimitando le rispettive zone d’influenza del Portogallo e della Spagna, si sforza di prevenire qualsiasi conflitto fra le due potenze iberiche. I cambiamenti apportati alla versione iniziale della bolla sono significativi. Non si parla più di “donazione” - fatto che avrebbe implicato una prerogativa papale sui nuovi territori a danno dei reali spagnoli - ma di “partizione”, finezza semantica che riporta Alessandro VI nella posizione di arbitro delle contesa. Un arbitro ben lungi dall’essere imparziale e che non dimentica la sua nazionalità spagnola allorché si tratta di definire la disputa territoriale fra Madrid e Lisbona. Egli traccia una linea di demarcazione: tutte le terre scoperte ad ovest ed a sud di un meridiano, posto 100 leghe (418 Km.) ad ovest delle isole di Capo Verde o a sud di tutte le isole delle Azzorre, spetteranno alla Spagna. La Bolla non precisa se i territori posti ad est di questa linea spetteranno di diritto ai Portoghesi. Essa, per contro, conferma che i sovrani spagnoli godranno, sui nuovi territori sottoposti alla loro autorità, degli stessi privilegi che i loro omologhi lusitani avevano ottenuto dal Vaticano sui loro possedimenti africani. Alessandro VI non dimentica i diritti della Chiesa ed esige l’invio, al più presto possibile, di missionari per convertire alla “vera fede del Cristo le popolazioni indigene”. Questa mediazione pontificia non costituisce un evento inedito, sia nella forma che nella sostanza; essa si inserisce nel contesto della diplomazia  papale, che vuole giocare tutto il suo ruolo nell’opera di controllo e pacificazione delle tensioni fra i sovrani europei. Alla fine del XV secolo, la Spagna ed il Portogallo si stanno disputando il dominio dei mari. In questa epoca d’oro delle grandi scoperte, la vittoria arriderà a colui che risulterà il più rapido ad arricchire le proprie conoscenze scientifiche e, soprattutto a riempire le casse del regno.

Una prima linea di demarcazione viene tracciata nel 1454

I Portoghesi che si erano dotati di una rimarchevole scuola di navigazione, di cartografia e di matematica, erano riusciti a sopravanzare tutti gli altri. Essi hanno iniziato ad esplorare la costa dell’Africa nel 1418, sotto l’impulso del principe Enrico di Braganza, ben presto soprannominato il “Navigatore”. L’isola di Madera viene raggiunta nel 1419 e l’arcipelago delle Azzorre nel 1427. Enrico viene incoraggiato dalla Santa Sede e l’8 gennaio 1454, papa Nicola V promulga la Bolla Romanus Pontifex. Meno di un anno prima, gli Ottomani si sono impadroniti di Costantinopoli, arrivando a sbarrare l’accesso alla vie delle Indie ed all’Estremo Oriente. In effetti, gli Stati trovano in questi viaggi al di là dei mari nuovi prodotti e la Chiesa dei potenziali nuovi fedeli. In tale contesto, Nicola V concede al Portogallo l’esclusività del commercio con l’Africa, ingiungendo, nel contempo, al “Navigatore” di convertire al Cristianesimo, al limite anche con la forza, le nuove popolazioni, con cui entreranno in contatto. La morte di papa Nicola V, avvenuta nel 1460, non spezza questo slancio e questa sete di scoperte. La costa del Ghana viene raggiunta nel 1471 e lungo il percorso vengono installati numerosi stabilimenti. Gli Spagnoli, sebbene mobilitati ed assorbiti totalmente dalla Reconquista (riconquista dei regni mussulmani) si lanciano anche loro nell’espansione oltremare del Regno di Castiglia. Il primo capitolo è marcato dalla conquista delle isole Canarie, sancito nel 1479 dal Trattato di Alcaçovas. Questo atto mette fine alla disputa di successione con il Portogallo e prevede ugualmente una spartizione fra le due potenze. La Castiglia mantiene la sua sovranità sui nuovi possedimenti, il Portogallo conserva, da parte sua, il controllo della regione costiera dell’Africa occidentale.

Il decreto del 1481, firmato da Sisto IV, riconcilia i rivali

L’accordo di cui sopra viene confermato nel 1481 dal una Bolla pontificia di papa Sisto IV, Aeterni regis, che garantisce, inoltre, ai Portoghesi le terre a sud della Canarie. La rivalità coloniale delle due Corone della penisola iberica viene ravvivata nel 1492. Il 2 gennaio dello stesso anno la Reconquista si conclude con la conquista di Granada; Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia vi guadagnano il titolo di “Re Cattolicissimi”, concesso loro da Alessandro VI, ma soprattutto essi hanno ormai le mani libere per appagare il loro desiderio di aprire e di sfruttare nuove vie marittime. Tre mesi più tardi, Cristoforo Colombo firma un accordo con i reali di Spagna. Il genovese, incaricato di trovare un’altra rotta per le Indie, ottiene il titolo di Ammiraglio del Mare Oceano, di Viceré e di Governatore Generale dei territori che avrebbe scoperto ed un decimo delle sue ricchezze. Territori da scoprire, la cui spartizione verrà successivamente prevista dalla bolla Inter Coetera … . Le corti di Castiglia e d’Aragona esultano alla lettura della bolla pontificia, mentre la stessa viene ricevuta con grande disappunto da Giovanni II di Bragaça, proprio per il fatto che rimette in discussione le promesse d’oro, di pietre preziose e di spezie che i navigatori troveranno nel corso dei loro viaggi nell’Oceano Indiano. Il portoghese Bartolomeo Dias, doppiando il capo di Buona Speranza nel 1488, è il primo europeo ad avventurarsi sulle acque dell’Oceano Indiano (dal quale si spera di trarre sostanziali profitti). Giovanni II avvia, a quel punto, dei negoziati con i sovrani spagnoli, per ottenere delle correzioni al contenuto della Bolla papale. Egli sostiene che questa spartizione, pur soddisfacendo i desideri dei suoi vicini ad ovest, riduce di fatto le loro pretese ad est. In effetti, se la soluzione alla prima disputa coloniale fra la Spagna ed il Portogallo era stata risolta con un Trattato nel 1479, inglobato poi nella Bolla Aeternis regis del 1481, quello che si produce con la spartizione del 1493 è esattamente l’inverso. Lo scontento del Portogallo, frenato nelle sue aspirazioni, porterà alla conclusione di un Trattato, firmato il 7 giugno 1494 a Tordesillas, che recita quanto segue: “Le loro Altezze Reali si augurano … che si tracci e che si stabilisca sul detto Oceano una frontiera o un linea retta, da polo a polo, … … a 370 leghe dalle isole del Capo Verde verso il ponente … ; tutto quello che allora è stato scoperto o in avvenire sarà scoperto dal re del Portogallo … apparterrà al re del Portogallo ed ai suoi successori … . Ed allo stesso modo, tutto quello che, isole e continente …, è stato già scoperto o sarà scoperto dal re e dalla regina di Castiglia e d’Aragona … , dopo la predetta linea … andando verso ponente apparterrà ai predetti re e regina di Castiglia.” La Spagna è convinta che l’insieme delle terre scoperte da Cristoforo Colombo gli spetta. Le misure molto approssimative di questa nuova frontiera ultramarina non consentivano di immaginare che il nuovo continente potesse formare un saliente ad est di questa linea di demarcazione. Ma sarà proprio quello che permetterà a Pedro Alvarez Cabral, che sbarca il 22 aprile 1500 sulla costa del Brasile, di prendere possesso di questo vasto territorio in nome del re del Portogallo.

Inizia a fare la sua comparsa la nozione di “terra senza padrone”

Se nessun altro Stato ratifica il Trattato di Tordesillas, la supremazia navale della Spagna e del Portogallo costituisce la garanzia più affidabile della sua applicazione. I due regni si disputeranno un’ultima volta a proposito di questa linea di spartizione fissata dalla Bolla Inter Coetera. Le spedizioni di Ferdinando Magellano (1480-1521), navigatore portoghese al servizio di Carlo V d’Asburgo, proveranno che è ormai possibile effettuare la circumnavigazione del mondo. La Spagna può in tale contesto mettere le mani nell’Asia ed annettersi l’arcipelago delle Molucche, dalle isole ricche di spezie, senza attraversare l’Oceano Indiano, sotto il controllo portoghese. Dopo ulteriori nuovi negoziati, il Trattato di Saragozza (22 aprile 1529) stabilisce il limite del meridiano a 297, 5 leghe ad ovest di questo arcipelago, a vantaggio del Portogallo. Le due superpotenze marittime ormai, non hanno più bisogno del papa per concludere la “spartizione del mondo”, iniziata da Alessandro VI. Esse si sentono, peraltro, abbastanza forti e legittimate per considerare come dei corsari i navigatori di altre nazionalità che avessero scoperto altre nuove terre. La bolla Inter Coetera (1) rimane, in ogni caso, come il punto di partenza della costituzione degli imperi ispanico e lusitano. Essa introduce anche il principio della “terra nullius” (terra senza padrone), che fornisce un quadro legale alla conquista di territori occupati da popoli senza organizzazione statale. Questo concetto verrà precisato nel XVII secolo e legittimerà, agli occhi degli europei, le loro imprese coloniali nel XIX secolo.

NOTA

(1) Nel 1533, Francesco I di Francia, che contestava la bolla di Alessandro 6°, dopo l’elezione a cardinale, da parte di papa Clemente VII Medici, di Jean Le Veneur, uno dei suoi più prossimi consiglieri, inizia dei negoziati con la Santa Sede per la revisione della Bolla Inter Coetera. Le pressione del monarca e l’abilità del cardinale portano ad una nuova Bolla pontificia “Inter Coetera 2. Questa precisa che la spartizione del 1493 riguarda solo i territori occupati fino al quella data dalle Corone spagnola e portoghese e non quelli scoperti ulteriormente Tutte le terre nuove non occupate possono essere reclamate da altri monarchi cristiani. La Francia ottiene in tal modo soddisfazione ed ha così inizio al corsa degli Europei alle colonie.


Massimo Iacopi

 

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