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IL VOLO DELLE FARFALLE

      

   

Antologia

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Racconto di:

RIHANNA


L’Autrice è una donna gioiosa e ottimista che ha conseguito i suoi traguardi con determinazione

 

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IL GIARDINO DELLE FATE


Un Insolito Racconto

IL VOLO DELLE FARFALLE

L’Autrice è una donna gioiosa e ottimista che ha conseguito i suoi traguardi con determinazione

(Firenze, 12/10/2014)

Anna!, gridava la madre con il cuore in gola. Era una meravigliosa giornata estiva. La bambina non udiva, non poteva udire quella voce tanto amata. Voleva solo correre, lì fuori, nel sole accecante di fine agosto. Aprì la porta e uscendo si sentì invadere da una gioia totale, pura, vera. Fece piccoli passi verso le scale in pietra antica da cui spuntavano irriverenti ciuffi d'erba verde. Salì lentamente i gradini, uno ad uno, osservando rapita quel rovo spinoso di rose rosse che facevano bella mostra di sé al di là della rete metallica che separava l'orticello del nonno dal piccolo atrio di cemento. In quel posto, nelle sere calde ed afose, si mangiava tutti su un piccolo tavolo di plastica messo là a bella posta per la gioia della famiglia. Odorò le rose dai petali vellutati: sapevano di buono, di fresco. La bambina non sapeva spiegarsi il motivo di tanta felicità. Quel giorno era davvero speciale. Aveva quattro anni e sapeva indicarlo con le dita: quattro anni! Lei era sveglia, intelligente e lo sapeva, ma era anche dolce e delicata come una piccola margherita di campo. L'ultimo faticoso scalino e davanti a lei si aprì una strada sterrata, fatta di ghiaia, di sassolini, di ciottoli di molteplici forme, dimensioni e colori, di sabbia gialla e fine che scorreva tra le dita come la sabbia di mare. La bambina non era mai stata al mare, non aveva mai visto una spiaggia né l'infrangersi continuo e sonnolento delle onde sulla battigia. Conosceva invece benissimo il suo mondo, il suo piccolo paese, ogni persona che incontrava, e si sentiva protetta all'interno del suo ambiente. Saltellando si diresse verso quell'enorme casa in costruzione in cui lavoravano il nonno e il babbo. Voleva fare loro una sorpresa. E intanto si guardava attorno quasi in estasi. La luce filtrava a tratti dalle fronde di quelle robuste e nerborute querce che sfilavano ai lati del tragitto, guardava su di sé quel meraviglioso vestitino marrone con i fiorellini blu che indossava, che era decisamente il suo preferito. Non altrettanto per le scarpine, perché erano diverse da quelle che indossavano le altre bambine: nere e strette. La mamma diceva che erano ortopediche, ma la bambina non comprendeva questo termine. Sapeva soltanto che doveva indossarle perché dovevano correggere i suoi piedini, proprio come aveva detto il dottore. Anna però si sentiva libera ugualmente, anzi le sembrava che da un momento all'altro avrebbe spiccato il volo come quelle stupende farfalle variopinte che le danzavano intorno, simili a fate buone. Avrebbe voluto rincorrerle, afferrarle, ma l'istinto le diceva di lasciarle andare, di non fermare il loro movimento di danza, apparentemente disordinato ma elegante. Si fermò estasiata, sognante, per qualche istante, affinché quelle deliziose fate facessero festa con lei in quel giorno incantevole e indimenticabile. Poi si ridestò da quel sogno ad occhi aperti e cominciò a correre verso il babbo e il nonno per farsi abbracciare, baciare da loro, per sentirsi scorrere nelle vene e nel corpo quell'amore infinito che solo loro sapevano trasmetterle. Quando giunse nei pressi della casa in costruzione gridò con tutta la voce di cui era capace, chiamandoli: Nonno… Papà…; e i suoi cari l'accolsero un po’ stupiti e un po’ divertiti da quella piccola creatura dai riccioli d'oro che li cercava con affetto immenso. La gioia della bambina era scaturita dalle cose che le erano successe in quel breve tratto: il superamento dei gradini, la sabbia, le farfalle, quel breve “sogno” e poi la corsa. Quando vide i suoi congiunti correrle incontro, Anna fu ancora di più felice, e non dimenticò mai più  il giorno in cui aveva danzato con le farfalle.


RIHANNA

 

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