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NICOLA ZITELLI CANTA UNA ROMA DIVERSA DA QUELLA ODIERNA

      

   

Antologia

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Poesia di:

Nicola Zitelli


Rilevanti la vena poetica e il sentimento dell’Autore

 

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NICOLA ZITELLI


La Poesia in vernacolo

NICOLA ZITELLI CANTA UNA ROMA DIVERSA DA QUELLA ODIERNA

Rilevanti la vena poetica e il sentimento dell’Autore

(Roma, 10/10/2015)

Ottobbrata romana        

           (due sonetti simmetrici)

 

                                               I

               Quanno la luna, a Roma, se inargenta,

               le làmpene se affiàreno, a millanta;1)

               la sera, co la notte se apparenta

               e, er celo, co le stelle, ce se ammanta.

 

               La corente der fiume, fiotta lenta,

               scaròccia, sfruscia e sguìzzola che incanta

               e un odore servatico de menta 3)

               se mistica co l'uva appena sfranta.4)

 

               Ner celo, acquarellato de turchino,       

               scarosèlleno l'ale de li storni,

              a cavacècio ar vento ballerino 5)

 

               e smulinanno, pàreno, da tera,

               ghirigori de maggichi contorni: 6)

               fatate ombre cinesi, ne la sera.

                         NOTE

 1 -...le làmpene...: le lampade s'accendono, a migliaia.

  2 -...scaroccia...: i rumori dell'acqua che scorre.

  3 -...un odore: il profumo silvestre.

  4 -...se mistica...: si mescola all'odore dell'uva, appena schiacciata.

  5 -...a cavacècio: a cavalcioni sulla schiena.

  6 -...ghirigori: fantasie.

 

                                               II

               La fiaccola der sole già s'è spenta,                     

               un grillo innammorato se la canta,

               và cor bemollo e spera che lei senta 1)

               'gni nota che ner vento ce s'è spanta.2)

 

               Er barbaggianni gufa e se lamenta,

               ne lo scuro de l'Appia, a l'Acqua Santa; 3)

               se vede che un amore lo tormenta:

               fa er controcanto ar grillo e nu' la pianta.

 

               Peccato che m'amanchi un mannolino 4)

               pe fà 'na serenata a lei, che torni,

               come sa fà quer grillo canterino

 

               e ar core mio nu' resta, pe stasera

               che mettese a contà sì quanti giorni

               dovrà patì, pe 'n' antra primavera.

 

   Pubblicata su: Quaderno di Poesia Dialettale – N° 7 – Anno 2011

   Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali.

                          NOTE

 1 -...và cor bemollo: oltre che l'abbassamento di un semitono, significa anche con grande delicatezza.

 2 -...'gni nota...: ogni nota dispersa nel vento

 3 -...Acqua Santa: località sulla via Appia a 4 km. da S.Giovanni.

 4 -...che m'amanchi: che mi manchi.

                                                                                                       19/11/2011.

                                                                                             ( CCCXIV - § )

 

                             Sostiene Trilussa

 

               Trilussa, ch'è Trilussa, lo diceva

               ch'er baillamme che chiameno...er progresso,1)

               pe Roma è remissione, perché spesso,

               co 'na mano arigala e, co dua, leva.

 

               Ce se campava mejo, infino a ieri,

               puro senza er progresso, damme retta,

               perché ha costretto a batte la bainetta 2)

               e ha scancellato un frego de mestieri.

 

              'Sto prezzo, l'ha pagato er sampietrino,3)

               armato de petrojo e padellone                          

               che allumava 'gni notte er Cuppolone,4)

               San Giovanni, er Velabbro o er Palatino;

 

               guarda che fine ha fatto er barozzaro,5)

               o la finaccia de li nevaroli,6)

               bastari, barcaroli, stufaroli,

               der maniscarco o l'acquacetosaro,7)

 

               Qui, a Roma, ce l'avemo sotto l'occhi,

               una scialata de madrenatura:

               la grascia, finché dura, fa verdura 8)

               mica un progresso a ciceri e bajocchi! 9)

 

               Er miracolo, a 'sta città affatata,

               je penne ar collo, come un abbitino: 10)

               a Roma, abbasta solo er ponentino

               o lo svampà, ponzò, de 'na calata...11)

 

               e, come allonga l'ombra a li lampioni,

               fra e' lusco e 'r brusco, pare da vedelli:

               sor Capanna che canta li stornelli,12)

               co 'na cricca d'amichi bontemponi.

 

                        NOTE

  1 -...er baillamme: la confusione.

  2 -.. batte la bainetta: fare la fame

 3 -...er sampietrino: operaio addetto alla manutenzione della basilica di san Pietro.

 4 -...che allumava: che illuminava con grossi padelloni riempiti di cera o di sego e grossi stoppini.

 5 -...barozzaro: barocciaio.

 6 -...la finaccia de li nevaroli: la sparizione dei nevaroli, coloro che

  rifornivano di neve le ghiacciaie delle dimore signorili

 Nevaroli e neviere esistevano dai tempi dell'antica Roma.

 7 -...acquacetosàro: venditore ambulante di acqua minerale; è il nome di una sorgente, alle porte di Roma, chiamata Acqua Acetosa.

 8 -...la grascia...: l'abbondanza, fino a quando dura, è molto utile.

9 -...a ciceri e bajocchi...: le bazzecole, illusorie, di un falso progresso.

10 -...abbitino: piccolo reliquiario personale che si portava appeso al collo.

11 -...lo svampà ponzò...: la vivida fiammata di un tramonto.

12 -...sor Capanna: Pietro Capanna, celebre cantastorie romano.

 

                                                                                                         02/06/2001.

                                                                                                    ( CVIII - § )

 

               Torino, 1847 – Er canto de l'italiani

( due sonetti )

( Dal racconto del patriota e poeta Carlo Alberto Barrili )

                                                I

               Fu ner quarantasette e fu a Torino,

               a casa de Valerio, lo scrittore,1)

               quann'arivò, da Genova, Borzino,2)

               un nome de cartello, un gran pittore.

 

               Smicciò a l'intorno, prese un goccettino,

               eppoi s'avvicinò a un compositore: 3)

           -- Tiè -- Je disse e je dette bijettino              

           -- Co tanti comprimenti da l'autore...

 

               se tratta de Mameli, quer Goffredo...4)

               de certo l'avrai inteso, da poeta:

               ha scritto un canto...che me pare un Credo.

 

               E' un inno distinato a chi stravede

               pe l'unità d'Italia: 'na cometa,

               come quela che illumina la fede.--

 

                         NOTE    

 1 -...lo scrittore: si tratta di Lorenzo Valerio (To 1810 – Me 1865).

 2 -...Borzino: Giac. Ulisse Borzino, pittore genovese (Ge 1820 – Mi 1906).

 3 -...a 'n compositore: era il musicista Michele Novaro (Ge 1818 – 1885).

 4 -...Goffredo Mameli dei Mannelli: poeta, patriota (Ge 1827 – Rm 1849).

 

                                               II

               Novaro, a casa sua, fece chiarina 1)

               e d'antro canto, ne varze la pena:

               pe musicà quer canto, a la sordina,2)

               nun s'era mai sentito accosì in vena;

 

               passò tutta la notte a testa china

               a immagginà un' Italia a la catena

               che, schiava e a la capezza, in pantomina,

               s'aribbella, la sfragne e se scatena.3)

 

               L' Italia che fedele a Roma e fiera,

               de 'n cammino stracarico de gloria,

               se strìgne tutta attorno a 'na bandiera 

 

               pe dimostrà a li quattro scarzacani 4)

               che pe grana arinnegano la storia,

               de che stoffa so' fatti l'italiani.

 

                         NOTE

 1 -...fece chiarina: passò la notte in bianco, senza dormire.

 2 -...a la sordina: in segreto, di nascosto.

 3 -...sfragne: rompe, fracassa.

 4 -...scarzacani: gente male in arnese.

 

                                                                                                       21/10/2011.

                                                                                              ( CCCVIII - § )


Nicola Zitelli

 

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