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VICINO ORIENTE CROCEVIA DEGLI IMPERI

      

   

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Massimo Iacopi


Centro delle prime Costruzioni Politiche del Mondo e luogo di Scontri fra gli Imperi

 

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TOMBA DI CIRO IL GRANDE


Una Ricerca di Massimo Iacopi

VICINO ORIENTE CROCEVIA DEGLI IMPERI

Centro delle prime Costruzioni Politiche del Mondo e luogo di Scontri fra gli Imperi

(Assisi, 14/02/2017)

Raramente unificato, il Vicino Oriente è stato, sin dal -3° millennio, il centro delle prime grandi costruzioni politiche del mondo. Ma è stato anche il luogo dei primi scontri fra imperi.

Nelle valli dei grandi fiumi, i grandi imperi, nei paesaggi più aspri e montagnosi della costa mediterranea, la frammentazione in città stato, gelose della loro indipendenza … Questa rudimentale constatazione geografica, anche se trova una parziale conferma nella storia antica del Vicino Oriente, non sempre può essere assunta come riferimento assoluto, specie nel periodo più vicino a noi.

Di fatto, almeno un grande impero è nato sugli altipiani aridi dell’Anatolia centrale ed i rilievi tormentati che li prolungano verso est: quello degli Hittiti, nel 2° millennio prima della nostra era. Mentre quella dei Sumeri, nel – 3° millennio, si tratta di una civiltà basata su città stato che aveva visto la luce nella valle del Tigri e dell’Eufrate.

Lasciando da parte, a questo punto, le cause, molteplici che hanno spinto un popolo o un altro a formare un impero, quando il suo vicino prossimo si trovava nella disunione e nella confusione, cerchiamo piuttosto di vedere come queste forme di organizzazione si sono succedute e, soprattutto, si sono combattute.

Il Vicino Oriente, luogo di scambi e di contatti, è stato, in effetti, non solo una terra di scontri fra gli imperi che vi sono nati e le comunità secondarie che essi hanno cercato di sottomettere, ma anche area di confronto fra gli stessi imperi. Senza entrare nel dettaglio, proviamo ora a delineare una serie di grandi tappe, a partire dalla 2^ metà del – 3° millennio, che hanno determinato, in Mesopotamia, come in Egitto, la nascita dei primi imperi.

Al sud, l’Egitto costituisce un elemento relativamente stabile sin dal – 3° millennio. La sua politica estera è più dettata dalla ricerca della sicurezza che da una vera volontà di espansione. In effetti, i faraoni, quando ne dispongono i mezzi, cercano di prevenire qualsiasi attacco proveniente da nord o da nord-est, controllando, direttamente o per mezzo di clienti interposti, il Sinai, ma anche la Palestina, la Transgiordania ed il sud della Siria.

 

Il grande Sargon di Akkad

Byblos, sulla costa fenicia, appare come una testa di ponte da dove vengono distribuiti i prodotti egiziani. Ma gli elenchi compilati da Tutmosis 3° (-15° secolo) dopo le sue campagne in Siria o le lettere di Amarna (-14° secolo) (1) dimostrano che le reti delle relazioni dei faraoni risultavano estese in tutta la regione.

La situazione è completamente diversa in Mesopotamia. Il primo grande impero, quello di Sargon di Akkad vi si costituisce intorno al -2340 (2), a danno di una serie di città sumeriche, apparse un migliaio di anni prima. Le città di Ur, Lagash, Uruk o Kish, disunite ed in lotta fra di loro, vengono rapidamente sottomesse da Sargon, che assume il titolo di re dei “Sumeri e di Akkad”. Impero effimero (scompare verso la metà del -12° secolo), Akkad riuscirà, tuttavia, ad estendersi sul medio Eufrate (Mari) e fino alla Siria del nord (Ebla).

Verso il -2111, il regno costituito dai sovrani della 3^ dinastia di Ur segna la rinascita della civiltà sumera, il cui periodo viene denominato “neosumerico”. Il suo fondatore, Ur-Nammu o Guerriero della dea Nammu (-2112 -2095), riunifica il sud della Mesopotamia ed assume a sua volta il titolo di “re dei Sumeri (3) e di Akkad”. I suoi due figli gli succedono, ma non riusciranno a mantenere l’impero che cade sotto gli attacchi degli Elamiti e degli Amorriti (4). La Mesopotamia diventa nuovamente un mondo frammentato, popolato soprattutto da Amorriti e da Akkadiani (5).

Ma, nel – 2° millennio, emergono a nord il regno di Assur ed a sud quello di Babilonia. Regni rivali, essi si spartiscono per più di un millennio il dominio sull’insieme del Vicino Oriente semitico (ad eccezione della maggior parte dell’Arabia).

Gli Stati che si erano costituiti sui loro margini, come il grande regno di Mari sul medio Eufrate o il regno Hurrita  (6) nell’alta Mesopotamia, vengono sottomessi dagli Assiri (7), così come i popoli delle montagne o del deserto.

A nord del Vicino Oriente, il regno degli Hittiti (8) si costituisce a partire dalla fine del –17° secolo. Il suo territorio è essenzialmente anatolico, ma esso viene tentato di estendersi verso il sud, in direzione della Cilicia e della Siria del nord, che, già dal -13° secolo, domina in larga parte: è in questa occasione che l’esercito hittita di Muwatallis si scontrerà con quello egiziano di Ramses o Ramesse 2°, intorno al -1274, nella grande battaglia di Qadesh (Siria centrale), senza determinare un vero vincitore.

Lo spazio siro-fenicio attira tanto più la cupidigia degli imperi, tanto più la frammentazione politica che vi regna lo rende una facile preda. I regni della costa (Byblos, Ugarit), come le città amorrite, quindi aramaiche (9), dell’interno (Damasco, Aleppo, Qatna) intrattengono estese relazioni, ma non sono in condizioni di lottare contro gli eserciti degli imperi. D’altronde esse non lo pensano neanche e si ritengono fortunate se riescono a salvarsi dalla distruzione da parte degli eserciti di passaggio.

A partire dal -13° secolo esse sono tutte diventate vassalle, sia degli Egiziani (Tiro, Sidone, Byblos), sia degli Hittiti (Ugarit, Qadesh, ed in particolar modo Aleppo).

Nel corso del -12° secolo, un evento drammatico porta alla rovina la gran parte rivieraschi delle coste orientali del Mediterraneo: le incursioni dei “Popoli del Mare” (10), come li chiamano gli Egiziani. Scacciati, per ragioni sconosciute, da diversi punti del Mediterraneo centrale o anche occidentale (Sicilia), questi predoni cerano di insediarsi (vi riusciranno solo nel sud della Palestina), causando delle notevoli distruzioni. L’impero hittita crolla, le città costiere della Siria, ma anche numerose città dell’interno, vengono distrutte (qualcuna, come Ugarit, non si recupereranno più). Lo stesso Egitto è costretto ad affrontare gli invasori sul suo suolo, nel delta del Nilo (vittoria di Ramses 3° nel -1177). Solamente i regni mesopotamici rimarranno più o meno indenni ed essi ne approfitteranno per rinforzarsi a danno dei loro avversari tradizionali.

In Anatolia, si insediano poteri locali, dei quali nessuno riuscirà ad avere l’influenza e la potenza degli Hittiti. L’Egitto, da parte sua, va incontro ad una lunga crisi politica che lo manterrà a margine delle poste siro-mesopotamiche. In Siria, i Fenici (11) ricostruiscono le loro città costiere e si lanciano all’avventura fino all’estremità del Mediterraneo (fondazione di Cartagine intorno al -800). Nella Giudea-Samaria si costituisce un regno (ben presto due) che raggruppa il popolo ebreo. Le città aramaiche dell’interno ritrovano un certo splendore e potenza.

 

Il trionfo dell’Assiria

Da parte sua, il regno assiro, derivato da una semplice città mercantile (Assur), sulle rive del fiume Tigri, posta nel nord della Mesopotamia e che era riuscito ad assumere il controllo di un largo spazio nord mesopotamico intorno al -14° secolo, conosce, a sua volta, una grave crisi a causa di nuovi arrivati: gli Aramei, originari del deserto siriano.

Ma, a partire dal -911, con l’ascesa al potere di Adad-Nirari 2°, l’Assiria riprende il suo slancio espansivo (impero neo assiro). I re assiri si impadroniscono progressivamente dell’insieme dello spazio mesopotamico (Babilonia nel -728), siriano (Damasco nel -732, Samaria nel -722, Gerusalemme nel -587), fenicio (prima metà del -9° secolo) ed anche di quello egiziano (Menfi nel -664 e Tebe nel -663) con Assurbanipal.

Il vicino Oriente trova con gli Assiri una unità politica che non aveva mai conosciuto e che comprende anche l’Elam a sud est (intorno a Susa), l’Egitto a sud ovest, come anche l’Urartu a nord est (altopiano armeno). Il crollo dell’impero assiro nel -612 -609 non cambia fondamentalmente la situazione: il suo vincitore, il re di Babilonia, Nabopolassar, riprende ben presto la totalità dell’eredità assira, ad eccezione dell’Egitto. Il suo successore Nabucodonosor 2° deve combattere a lungo per impedire all’Egitto di rimettere piede nel sud del Levante.

La conquista di Babilonia da parte del persiano achemenide Ciro il Grande, nel -539, impone un nuovo padrone ad defunto impero neobabilonese e segna la seconda più importante frattura nella storia della regione. In effetti, per la prima volta, l’insieme del Vicino Oriente (se vi si aggiunge l’Egitto conquistato da suo figlio Cambise nel -525), dal Mar Nero alla prima cataratta del Nilo, dall’Egeo all’Indo, appartengono all’impero persiano (Ciro dominava l’Iran e quasi tutta l’Anatolia dal -546).

Questo impero, quasi universale, come non se erano mai visti in precedenza, aveva le sue capitali al di fuori del Vicino Oriente propriamente detto, a Susa, a Persepoli o ad Ecbatana. Novità senza conseguenze immediate ma che doveva durare più di un millennio !!

L’impero persiano achemenide si incaricherà di fare dell’aramaico, la lingua della maggior parte degli abitanti della Siria e della Mesopotamia, la lingua della cancelleria imperiale e contribuirà, in tal modo, a farne la grande lingua di comunicazione del Vicino Oriente.

Alle conquiste di Ciro e di Cambise, Dario aggiungerà diversi territori europei, specialmente in Tracia, ma fallirà in Grecia, come anche Serse, dopo di lui. L’estensione dell’impero achemenide rimane relativamente stabile nonostante la perdita dell’Asia minore greca, fra il -478 ed il -410, e di diversi periodi di secessione dell’Egitto, che tuttavia verrà recuperato da Artaserse 3° nel -343.

L’esistenza di un impero unico non impedisce peraltro dei conflitti. Ma questi cambieranno di natura. Si tratterà di rivolte localizzate contro la dominazione persiana, oppure di interventi greci in Fenicia, in Egitto o a Cipro, per fare bottino e disturbare l’avversario persiano.

 

L’ingresso della regione nel mondo greco

La spedizione del sovrano Alessandro il macedone avrebbe potuto inscriversi nella continuità di questi assalti di potenze minori contro l’impero universale se non si fosse conclusa nel -330 con il dominio della maggior parte dell’impero persiano e con  la morte di Dario 3°, di cui Alessandro, diventato Magno, apparirà come il legittimo successore.

Per i popoli del Vicino Oriente, il cambiamento di padrone aveva a priori, una relativa importanza, ma il centro del potere passa con il macedone da est ad ovest. Forse le cose avrebbero potuto essere diverse se, come lo pensano alcuni, Alessandro avesse fatto di Babilonia la sua nuova capitale, ma il conquistatore morirà prematuramente nel giugno del -323. In ogni caso, nella regione, si verifica un cambiamento radicale rispetto all’epoca achemenide.

In primo luogo, la scomparsa di Alessandro comporta la divisione del suo impero in tre, poi quattro, principali regni (regno di Macedonia, regno dei Lagidi in Egitto, regno dei Seleucidi in Siria, regno di Pergamo in Anatolia), di cui tre avevano la loro capitale nel Vicino Oriente (Pergamo, Antiochia ed Alessandria).

Soprattutto, la fondazione di numerose città nello spazio siro-mesopotamico e micro-asiatico (l’Egitto conoscerà solamente quella di Alessandria) e l’insediamento di un numero significativo di coloni sono stati altrettanti veicoli della cultura dei nuovi padroni. Mentre i Persiani non avevano diffuso la loro lingua e poco la loro cultura, al di là di qualche aspetto marginale della cultura aristocratica, come la caccia o il gusto per l’arboricoltura, la lingua e la cultura dei Greci sedurranno rapidamente le aristocrazie indigene in Asia minore, in Siria, in Mesopotamia ed, in minor misura, in Egitto.

Un altra differenza con l’epoca persiana è stato il ritorno della guerra, quasi permanente, a causa della rivalità fra i vari regni. Per limitarsi alla Siria ed alla Mesopotamia, la prima è stata l’oggetto della disputa di un secolo (fra il -302 ed il -200) fra i Lagidi d’Alessandria d’Egitto ed i Seleucidi di Antiochia.

Quando Antioco 3° riuscirà a riunificare tutta la Siria sotto la sua autorità, la regione conoscerà altre turbolenze: una rivolta in Giudea (dal -169 al -152) che porterà alla quasi indipendenza dei Giudei, una guerra civile nel quadro di una interminabile disputa dinastica fra il -164 ed il definitivo rovesciamento della dinastia seleucide di Antiochia nel -64.

Durante questo periodo, un nuovo popolo, venuto dai bordi orientali del Mar Caspio, aveva creato un regno sull’altipiano iranico ed intrapreso la conquista dell’Iran e della Mesopotamia: i Parti Arsacidi. Babilonia cade nel -141 e Dura Europos nel -93 circa. L’Eufrate diventa ormai la frontiera occidentale dei Parti.

Se il Vicino Oriente ellenistico non aveva nulla che assomigliasse ad un porto di pace, esso ha subito, per contro, delle trasformazioni politiche, economiche e culturali significative. La creazione di città, sul modello della polis (12) greca, consentiva alle aristocrazie di integrarsi culturalmente al mondo greco (ad esempio, essi venivano ammessi ai concorsi panellenici (13)), mentre si diffondevano la lingua (e l’abitudine di incidere nella pietra testi ufficiali o privati leggibili da tutti) e diversi elementi della cultura greca (ginnasio).

La moneta, coniata in Fenicia dalla fine del – 5° secolo, diviene di uso comune grazie a laboratori diffusi un po’ dappertutto. Il Vicino Oriente si integra nello spazio economico mediterraneo come mai avvenuto prima e città, come Petra e Palmira, fonderanno la loro fortuna sulle carovane di mercanti provenienti dall’Arabia del sud per la prima e dall’India o dall’Estremo Oriente, dirette ai porti del Mediterraneo, per la seconda. Tuttavia, le crisi politiche, l’avanzata dei Parti e lo sviluppo del brigantaggio e della pirateria contribuiranno ad ostacolare gravemente gli scambi fra il Vicino Oriente con i clienti ed i fornitori.

Roma prende possesso, per fasi successive dell’Oriente ellenistico, senza che si possa parlare di una conquista, poiché nessuna regione costituirà l’oggetto di una campagna militare con obiettivo della sua acquisizione. L’Asia minore passa per prima nelle mani di Roma, per legato del suo ultimo sovrano, Attalo 3° di Pergamo, nel -133. La Siria viene annessa da Gneo Pompeo nel -64, quando il suoi ultimi due re risultano ostaggio di capi locali. Nel -30 l’Egitto passa nelle mani di Ottaviano, poi Augusto, qualche mese dopo la vittoria navale di Azio su Cleopatra, ultima dei Lagidi e Marco Antonio.

I Romani, tuttavia, non riusciranno a ridare alla regione l’unità che aveva conosciuto al tempo dei Persiani Achemenidi e quindi al tempo di Alessandro Magno: l’Eufrate rimane, in effetti, una frontiera difficile da superare e la Mesopotamia rimarrà nelle mani dei Parti. I tentativi degli imperatori romani Trajano (113-115) e Settimio Severo (195 e 198) di effettuarne la conquista risulteranno effimeri per il primo, limitati per il secondo (ingresso di Hatra – Al Hadr nell’alleanza con Roma e creazione di una provincia della Mesopotamia limitata al nord della regione).

 

La diffusione del Cristianesimo

La lunga dominazione romana nel Vicino Oriente (14) si inscrive in genere nella continuità dell’epoca ellenistica, almeno sul piano culturale, in quanto Roma non cerca in alcun modo di impiantare la sua lingua e le sue istituzioni. Al contrario, il greco continua a diffondersi largamente (al punto che le lingue indigene scompaiono, come il fenicio e la maggior parte delle lingue anatoliche), le città indigene accedono in maniera massiccia allo statuto di polis ed i concorsi alla greca si praticano ovunque. Qualche raro aspetto più specificamente romano, come il gusto per il combattimento di gladiatori o la costruzione di anfiteatri (Cesarea, Eleutheropolis) inizia a diffondersi, ma complessivamente il vicino Oriente rimane culturalmente più greco che romano. Per contro, l’impero romano porterà la pace interna (fatto che non impedirà spedizioni romane contro i Parti o in Armenia o anche nell’Arabia del sud) per più di due secoli.

Sarà solo quando i Persiani Sassanidi arrivano al potere a Ctesifonte nel 224-226 che si aprirà un nuovo fronte agitato lungo l’Eufrate. Diverse volte invasa e saccheggiata, la Siria vede il suo commercio declinare senza che peraltro si possa parlare di una crisi così grave come in Occidente. La pace del 298 fra Romani e Persiani apre un nuovo periodo di stabilità, che verrà violata poche volte (da Giuliano l’Apostata nel 363 e sotto Giustiniano, nel 529-531).

L’altro avvenimento fondamentale dell’epoca romana è rappresentato dalla diffusione del Cristianesimo, nato nella regione. Comunità cristiane sono attestate in maniera precoce non solo a Gerusalemme ed ad Antiochia, ma probabilmente nella maggior parte delle città della regione. Con una conseguenza geopolitica inattesa, la divisione del Vicino Oriente fra Romani e Persiani si coniuga con la nascita di chiese dissidenti.

Certamente le divisioni legate a disaccordi teologici sulla natura del Cristo trascendono le frontiere, ma i Persiani ospitano volentieri i Cristiani giudicati eretici a Costantinopoli, i Nestoriani, che fondano, in tal modo, numerose comunità nell’impero persiano.

L’Egitto marca la sua singolarità aderendo massicciamente alle tesi monofisite, che affermavano che il divino aveva assorbito l’umano nella persona del Cristo. Ma soprattutto, mentre si stava organizzando una chiesa di lingua siriaca nell’Impero persiano - con Edessa, posta ai margini dell’impero romano come centro intellettuale più attivo - il patriarcato di Antiochia (e quello di Gerusalemme che se ne era separato nel 451) crea ovunque delle Chiese di lingua greca. Una parte delle differenze dottrinali e rituali fra i Cristiani d’Oriente derivano da questa eredità storica.

L’Arabia, senza essere assente da questa storia, vi ha ricoperto a lungo un ruolo marginale. Tuttavia nel corso del 6° secolo, essa sembra diventare a più riprese, una posta importante nell’opposizione fra Bisanzio ed i Persiani (15), che riusciranno ad imporre il loro dominio fra il 614 ed il 629, sfide che si traducono nel sostegno apportato agli interventi dei Cristiani d’Etiopia da parte di Bisanzio o alle persecuzioni del regno ebreo di Himyar (Yemen), specialmente da parte dei Persiani.

Ma è proprio in quella regione che si elabora, nel nord ovest della penisola, fra La Mecca e Medina, intorno al 7° secolo, una nuova dottrina. Nel giro di qualche decennio, i suoi messaggeri si impadroniscono della Siria, della Mesopotamia, dell’Egitto e dell’Iran. Nel 636, la vittoria delle truppe mussulmane nella battaglia dello Yarmuk segna la fine della dominazione romana. Il Vicino Oriente cambia nuovamente di volto e per … lungo tempo.

 

NOTE

(1) Vengono denominate “lettere d’Amarna”, le tavolette cuneiformi ritrovate nella nuova capitale costruita da Akhenaton (1365-1349 a.C.). Esse contengono la corrispondenza ufficiale indirizzata al faraone dai principi della Siria e della Palestina;

(2) Gli specialisti sono divisi fra due cronologie possibili separate da una cinquantina di anni;

(3) Sumeri: si ignora l’origine della civiltà sumerica insediata intorno a Sumer, nel sud della Mesopotamia nel -4° millennio. Essa prospera per più di mille anni intorno a città stato come Ur, Uruk o Lagash. I Sumeri hanno inventato la scrittura per annotare la loro lingua che non si avvicina a nessuna altra;

(4) Amorriti: popolazione nomade, che parlano una lingua semitica, originaria della Siria occidentale. Alla fine del 3° millennio, essi invadono la Mesopotamia. Nel –2° millennio capi delle tribù amorrite fondano i regni di Isin, Larsa, Babilonia, Mari, ecc.;

(5) Akkadiani: popolazione semitica presente nel -3° millennio nella parte centrale dell’attuale Irak. Trae il suo nome dalla città di Akkad fondata del re Sargon (2340-2279) che riesce ad unificare la Mesopotamia;

(6) Gli Urriti, Hurriti, Khurriti o Hurri, detti anche Orrei, sono stati una popolazione insediata in città-Stato a nord della Mesopotamia durante l'Età del Bronzo. Vi sono notizie che, al tempo dell'Impero accadico, gli Hurriti vivessero sul bordo settentrionale della Mesopotamia e nella valle del fiume Khabur. Si ritiene che le tribù guerriere degli Hurriti e le loro città-stato siano state unificate sotto un'unica dinastia dopo la caduta di Babilonia dovuta al saccheggio degli ittiti di Mursili I e all'invasione dei Cassiti. La conquista ittita di Aleppo (Yamkhad), la debolezza dei re medio-Assiri e le lotte interne degli ittiti stessi crearono un vuoto di potere nella Mesopotamia settentrionale. Questa situazione portò al formarsi di un potente regno hurrita unificato, il regno di Mitanni. Il fondatore leggendario della dinastia mitannica fu un re chiamato Kirta, seguito da un altro di nome Shuttarna, il cui successore sarebbe stato Barattarna.

(7) Assiri: lo stato assiro si costituisce nel – 14° secolo intorno alla città stato di Assur, nel nord della Mesopotamia. Conosce il suo apogeo sotto Sargon 2° ed Assurbanipal nel -7° secolo e si estende allora su tutto il vicino Oriente ed anche nel nord dell’Egitto;

(8) Aramei: nel -12° secolo queste popolazioni nomadi del medio Eufrate si stabiliscono nella maggior parte del Vicino Oriente. Nel -9° secolo essi costituiscono degli effimeri regni, prima di essere assorbiti dall’Impero assiro. La loro lingua, prossima a quella ebraica, diventa la lingua internazionale del Vicino Oriente dagli inizi del -1° millennio e conserva questo statuto fino alla conquista araba;

(9) Hittiti: popolo indo-europeo stabilitosi in Anatolia sin dal -3° millennio. Lo stato hittita viene creato intorno al - 1650 dal re Hattusili 1°. Nella metà del 14° secolo, gli Hittiti conquistano il regno dei Mitanni (Alta Mesopotamia) ed una parte della Siria. L’impero scompare intorno al - 1200 a seguito dell’invasione dei Popoli del Mare;

(10) Popoli del Mare: Nome dato dagli Egiziani alle popolazioni indoeuropee che, verso il -1200 devastano il Vicino Oriente, prima di essere bloccati da Ramses 3° alle porte dell’Egitto;

(11) Fenici: popolazione insediatasi nel Libano attuale nelle città marittime (Sidone, Tiro, Byblos, ecc.) fra il -1200 e la conquista di Alessandro Magno  nel  -322. I Fenici parlano una lingua semitica comune ed inventano intorno al -1000 un alfabeto di 22 segni fonetici;

(12) Il termine polis, che significa città, designa allo stesso tempo il centro urbano, la comunità politica ed il territorio;

(13) Questi giochi atletici a carattere religioso raggruppavano partecipanti di diverse città greche;

(14) Sebbene l’impero sia diviso di fatto a partire dal 395 fra Oriente ed Occidente, esso non cessa di essere “romano” La denominazione “bizantino” rappresenta una convenzione erudita sulla quale si può discutere all’infinito sulla data a partire dalla quale essa merita di essere utilizzata;

(15) Bowersock G. WW., “Il trono di Adulis”, Albin Michel, 2014.


Massimo Iacopi

 

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