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IL RITORNO DEL PUZZONE

      

   

Editoriali

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

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C. SARCIA'


Dopo aver toccato il fondo, tutti sospettano l’uno dell’altro e nessuno dice la verità

 

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QUI SI GIOCA IL FUTURO DEL CENTRODESTRA


Ormai le intenzioni dei politici bisogna indovinarle

IL RITORNO DEL PUZZONE

Dopo aver toccato il fondo, tutti sospettano l’uno dell’altro e nessuno dice la verità

(Dalla Faglia del Centro Italia, 11/09/2017)

Oggi non è una bella giornata. Neanche le passate giornate sono state un granché. Serpeggia, lungo la schiena delle persone che ancora riescono a ragionare, un brivido di paura e di incertezza. E non è soltanto perchè nove  anni fa di oggi la leadership mondiale del terrore islamico dava inizio alla Terza Guerra Mondiale con l’attentato, o meglio con la strage, delle Twin Towers di New York, ma soprattutto per quello che è successo nel mondo a partire da allora. E non mi riferisco soltanto agli atti di terrorismo che si sono succeduti in tutta Europa ed oltre, o all’incontenibile fenomeno degli sbarchi africani, o alle guerre e alle rivoluzioni in Iraq, Libia, Crimea, Egitto, Tunisia, Turchia ed ora anche in Venezuela, ma anche alle conseguenze dei terremoti che si continuano a verificare in varie parti del mondo, tra cui le più gravi in Italia, alle conseguenze degli incendi che a cominciare dal  Portogallo hanno distrutto il patrimonio boschivo e alle conseguenze dei fenomeni climatici sempre più devastanti che vanno ovunque provocando morti e distruzioni. E allora uno si chiede: Cosa sta succedendo nel mondo? E naturalmente le risposte sono soltanto ipotesi, lagnanze e colpevolizzazioni. A tutto questo poi la psiche umana, già debilitata dalla paura e dall’incertezza,  aggiunge istintivamente le incertezze e le insoddisfazioni per la situazione nazionale riguardo a politica, governo, istituzioni, contrasti sociali, lavoro, pensioni, sanità, scuola, povertà, senzatetto, debito pubblico, ingerenze europee, corruzione, giustizia, ordine pubblico. Dopo le travagliate uscite di Napolitano dal Quirinale, di Renzi da Palazzo Chigi e di Alfano dal Viminale, s’era finalmente sperato nell’avvento in una fase distensiva, pacata, se non restauratrice, almeno creatrice di migliorie sostanziali. E  di cose da migliorare ce ne sarebbero davvero una gran quantità in Italia. Invece si ha come l’impressione che l’apparente distensione che ammanta l’opera febbrile, anche se cauta, di Mattarella, Gentiloni, Minniti e Padoan, in realtà nasconda un patatrac annunciato di grosse proporzioni, che più ritarda e più potrebbe essere fragoroso e devastante. Quindi , alla scorta precedentemente accumulata, si sommano altre paure, altre incertezze, altri motivi di scontento e di lamentela. Per esempio, vengono annunciati con enfasi traguardi di portata epocale, quali la ripresa economica in percentuali da zero virgola, l’aumento dell’occupazione cui però corrisponde un aumento della disoccupazione che viene spiegato con un teorema tutto italiano invero difficile da digerire,  le notizie migliorative sul pensionamento che nascondono trabocchetti infami, i bandi sulla riforma del lavoro modificata, il famoso Jobs Act, che in realtà sposta ben poco perché da noi, “fatta la legge trovato l’inganno”, infine le agenzie sulla diminuzione degli sbarcati provenienti dalle coste libiche, la cui entità in effetti diminuisce di percentuali ridicole. E poi, a seminare panico e ad incentivare le paure, ci si mettono l’odio politico, le manifestazioni dei ribelli e pure i giornalisti, coi frequentatori di facebook, con alcune cariche istituzionali, cogli esponenti di corrente e di partito e con certe associazioni sedicenti patriottiche altamente politicizzate. Per cui crescono ulteriormente l’incertezza, la paura, il dubbio e la confusione. Tanto per citare qualcuno di questi fenomeni: l’antifascismo ideologico viscerale che dovrebbe ormai essere passato di moda e invece persiste, la propaganda pro e contro l’accoglienza degli stranieri talmente divisiva da creare addirittura inimicizie, le campagne animaliste a doppio binario cioè salviamo i cani e ignoriamo la mattanza degli ovini che fanno gli islamici, gli sgomberi di interi palazzi da occupanti abusivi con le conseguenze prevedibili che abbiamo osservato, gli stupri selvaggi ad opera di stranieri di colore e poi le svendite a Cinesi e Francesi dei gioielli di famiglia, il fallimento di società pubbliche strategiche come ad esempio ATAC di Roma, l’amministrazione di alcuni grandi Comuni che lascia a desiderare e infine i furti, le rapine, le evasioni carcerarie, le stragi familiari, gli incidenti stradali causati da ubriachi e drogati. Insomma, una triste sequenza di fatti, tentativi, intrusioni, esperimenti, abusi, favoritismi, annunci, promesse, minacce. Adesso si è aperta anche una traversa parallela, tutta riservata all’infame mercato elettorale, che pullula di artisti specializzati nelle trattative, i quali, in previsione delle elezioni regionali siciliane, ma con proiezione obbligata verso le elezioni politiche dell’anno prossimo, recitano le parti d’occasione: “affermo e nego”, “dico e non dico”, “mi conviene o non mi conviene”. In questa “traversa” che corre al riparo dai clamori nazionali ed esteri che tormentano il cittadino inerme e indifeso, si celebra la rappresentazione di un suk arabo dove tutti urlano contro tutti, dove si vende l’impossibile, dove fino a notte fonda si può acquistare l’incertezza, dove si ricatta, si minaccia e si promette. Per poi ricominciare, il giorno dopo, quando nulla più è valido di quello che si era concordato il giorno prima. Dalla traversa del suk escono i nomi dei possibili mercanti: alcuni sarebbero i nuovi delfini, altri sono le vecchie governanti di sempre. C’è ad esempio Pisapia che appare e scompare, e farnetica di alleanze impossibili e di coalizioni fantasma. C’è Salvini che spara contro Berlusconi e poi gli spolvera il doppio petto assicurando che scherzava. Ci sono Bersani e D’Alema che parlano come da statisti capi di un partito nazionale e però dietro hanno soltanto Civati, Fassina e Speranza. E poi ci sono quelli che non possono fare altro che digrignare i denti, covare odio, invidia e risentimento. Sono Renzi che lotta per non tramontare e Orlando ed Emiliano che fanno finta di non essere tramontati. A margine giocano la loro partita da etermi principianti le creature del comico Grillo cho ormai non fa ridere più nessuno. Sopra tutti costoro si erge impettito, restaurato a dovere e caricato con batterie Duracell nuove di zecca, il già Senatore Silvio Berlusconi, per il quale la Corte Europea di Strasburgo ha fissato al 22 novembre prossimo la famosa udienza che dovrebbe liberarlo dagli effetti nefasti della cosiddetta Legge “Severino” e restituirgli la candidabilità. Una Legge, la Severino, che dovrebbe portare ben altri cognomi di cariche istituzionale cui non pareva vero di potersi liberare del pericoloso Cavaliere. Non ho mai avuto spiccate simpatie per il creatore di Mediaset, ma la serie di fatti giudiziari, politici e amministrativi che portarono alla decapitazione ed alla distruzione del Centrodestra italiano, racchiude in sé una teoria articolata, ben congegnata e concludente senza eguali, di fatti e misfatti da elevare nel loro insieme alla “dignità” di materia di studio, non solo dottrinario e di ricerca, ma anche e soprattutto sociologico e morale. Sul punto mi astengo da commenti, ma va detto, per onestà professionale, che per lo stesso fatto Berlusconi fu assolto due volte: in Svizzera e innanzi al Tribunale di Roma. Va ancora detto che l’udienza di Cassazione che lo vide alla fine condannato, fu emessa da un Collegio estivo, provvisorio, con funzioni straordinarie e limitate, non quindi da quello che la Costituzione definisce il Giudice naturale. Principio complesso questo che è salito alla ribalta proprio in questi giorni, a proposito del Giudice che andrà in pensione, per cui il processo penale per la strage del rapido di 37 anni fa, dovrà essere ripetuto innanzi al magistrato che andrà a sostituire quello pensionato. Frutto amaro questo, voluto dall’attuale Ministro della Giustizia, ma che vigila proprio sullo stesso principio costituzionale che non fu applicato a Berlusconi. Come del resto non gli fu applicata  la irretroattività della norma Severino. Casualità o piano eversivo? Questo sarà stabilito dai posteri. Sta di fatto che l’evento di cui parliamo ha immobilizzato per sei anni il dibattito politico italiano ed il contraddittorio di Governo ed ha creato danni economici, legislativi e sociali, alle imprese, alle famiglie, ai pensionati, ai malati ed a tutti i cittadini. A margine va anche detto che, andasse male a Strasburgo, la vigente normativa nazionale consente a Berlusconi, stante la “buona condotta” tenuta nel periodo in cui ha scontato la condanna, di chiedere al Giudice di Sorveglianza la riabilitazione. In caso di un “niet” da Strasburgo, questa potrebbe dunque essere la soluzione madre di tutti i problemi di leadership del Centrodestra. Problemi che  Berlusconi ha sapientemente tenuto vivi, senza però mai dare indicazioni definitive sulle possibili soluzioni. In ciò sostenuto dalle testate giornalistiche nazionali, sempre attive nel propinare ipotesi avanzate e miracolose rivelazioni, poi subito smentite dagli interessati. Così, da sornione qual è, Berlusconi ha continuato a ventilare decine di nomi di probabili candidati al premierato di Centrodestra, a partire dal malcapitato Parisi, passando poi per la figlia Marina, per il Governatore della Liguria Toti e talvolta anche per Salvini e la Meloni. Cosa aggiungere? Ecce Homo. Dopo il massacro, la risurrezione.


 

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