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Per riflettere un po’ La reintegrazione sociale degli ex detenuti Oct 31 2005 12:00AM - Avv. Monica Fedeli (Rieti) L’uscita dal carcere, una volta saldato il conto con la Giustizia, in molti casi rappresenta l’inizio di un periodo forse ancora più buio di quello appena trascorso. La maggior parte delle persone, una volta tornata in libertà, si trova a dover fare i conti con i problemi legati al difficile reinserimento sociale e molto spesso anche familiare, che la detenzione porta con sè. In molti casi, infatti, l’incapacità di familiari ed amici di accettare e perdonare gli errori commessi, anche e soprattutto per le conseguenze sociali che l’essere legati ad un detenuto o ad un ex detenuto comporta, o più semplicemente la lontananza, privano la persona di punti di riferimento fondamentali per la vita di ognuno. A ciò si aggiungano gli inevitabili problemi economici legati alla difficoltà di reperire un’attività lavorativa, perché pochi sono disposti a dare occupazione ad un ex detenuto o, ancora, l’impossibilità di trovare una soluzione abitativa. Come è agevolmente intuibile vengono proprio a mancare le condizioni minime di sopravvivenza ed il pericolo di recidiva è elevatissimo. D’altro canto è anche vero che la società non fa altro che attivare le forme di difesa che più le sono congeniali, prima fra tutte l’allontanamento dal gruppo degli elementi ritenuti pericolosi, molesti: è una reazione umana, comprensibile. Forse, però, bisognerebbe soffermarsi sul motivo che può avere spinto un essere umano ad intraprendere un cammino deviante. C’è chi delinque per formazione culturale, familiare e ambientale, chi per intrinseca natura, ma è innegabile che le circostanze che possono portare una persona a smarrire la via sono molteplici e, anche se la delinquenza è comunque un comportamento esecrabile e non può essere la risposta ad un problema, qualunque esso sia, ognuno di noi dovrebbe chiedersi: e se mi trovassi io un giorno in tali condizioni? Non vorremmo forse che qualcuno ci tendesse una mano, ci aiutasse a ritrovare l’equilibrio, la serenità, la dignità di essere umano? E poi, favorire la reintegrazione sociale degli ex detenuti limiterebbe al massimo il rischio di recidiva e, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi - perché no? - uno strumento alternativo di lotta alla criminalità.
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