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LA MONETA I BANCHIERI E LE BANCHE L’adozione della moneta rese possibile il sorgere di società avanzate favorendo scambi e commercio. 02/12/2020 - Massimo Iacopi (Assisi PG)
LA MONETA I BANCHIERI LE BANCHE Lo scambio è sempre esistito nel mondo e ritorna alla moda nei paesi occidentali attraverso delle associazioni che lottano contro lo spreco e la mondializzazione. Ma già da quei tempi lontani è stato necessario organizzare un sistema di scambi basato su un valore di riferimento riconosciuto da tutti. E’ in questo contesto che è comparsa nel mondo la moneta. Sembrerebbe che agli inizi questa moneta abbia avuto un valore religioso, protettore, simbolico. Ma quale moneta ? La più antica moneta di scambio, quasi universale, è rappresentata da una conchiglia , tra l’altro ancora in uso all’interno di certe tribù africane. Si tratta del cauri (1), dalle molteplici specie del gruppo Gasteropodi, molto abbondante nell’Oceano Indiano. La sua forma arrotondata, che ricorda il sesso femminile, non è stato certamente estranea alla sua fortuna. In ogni caso, i Cinesi, dal 3500 prima della nostra era, l’hanno utilizzata nei loro scambi commerciali, dopo essersene largamente serviti come amuleto. La sua fortuna è dovuta al fatto che risulta molto difficile da essere contraffatta ed occorrerà aspettare il XX secolo in Europa e la sua imitazione in pasta di vetro affinché la più antica moneta del mondo, certamente la più universale e la più incontestata in ogni tempo, perda di un colpo tutto il suo valore. Fin dagli inizi le conchiglie vengono stoccate in dei capannoni, gigantesche casseforti, accuratamente protette. Le conchiglie vengono perforate per infilarle su delle cordicelle, per facilitarne il conteggio ed anche il trasporto. Vengono anche pesate, perché determinati importanti acquisti vengono effettuati anche a peso. Il cauri risulta la moneta corrente nell’Egitto predinastico, nell’India, alle Maldive dove i Portoghesi la immagazzinano. All’inizio del XVI secolo, i Tedeschi la introducono massicciamente nell’est dell’Africa, dove peraltro era conosciuta sin dall’XI secolo, attraverso i mercanti arabi, grazie alle loro importazioni dal Maghreb o dal Vicino Oriente. Queste conchiglie servono sia per il commercio sia per l’arte divinatoria. La ditta inglese Stuart & Douglas fonda la sua fortuna sul suo traffico, ma saranno gli Olandesi che prenderanno la guida del mercato internazionale del cauri nel 1699 ad Amsterdam ed i banchieri dei Paesi Bassi ne controlleranno completamente il suo corso. Per la Francia, che è stata una delle nazioni che ha praticato su scala industriale la tratta negriera dal porto di Nantes, questa attività viene negoziata per mezzo della conchiglia che, per forza di cose, viene introdotta in America, per mezzo della triangolazione degli scambi commerciali. A quell’epoca uno schiavo in buona salute veniva valutato intorno alle 50 libbre di cauri. Allorché l’Europa comincia a fabbricare il cauri in pasta di vetro, l’abbondanza della moneta circolante viene a determinare la caduta del suo valore e nel corso del XIX secolo tale mezzo di scambio viene progressivamente abbandonato a favore della carta moneta. Anche se le conchiglie riappaiono successivamente, in diverse parti, in occasione delle grandi crisi economiche, ad esempio nel 1930 in alcuni paesi africani. Simbolicamente il cauri sopravvive nella scrittura cinese, che l’utilizza in un pittogramma che indica l’atto del pagare, oppure nell’unità monetaria del Ghana. Ma altre derrate sono state nel tempo moneta di scambio. E’ specialmente il caso del sale, che serve da paga ai legionari romani - da cui il nome di salario, dal latino salarium - con il quale i soldati possono comprare delle mercanzie. Anche il tabacco ha avuto per lungo tempo lo stesso ruolo in America del Nord (in Virginia, nel Maryland e nella Carolina) al punto da essere dichiarato persino moneta legale nel 1642: si poteva a quel tempo pagare con foglie o pacchetti di tabacco, usanza che perdurerà per quasi un secolo. I fiori, le stoffe preziose, come la seta, o le perle hanno avuto anche loro il ruolo di moneta. Ma in realtà sarà la moneta metallica che conoscerà uno sviluppo eccezionale. Nella Grecia antica ogni città conia la propria moneta di metallo. Fatto questo che crea l’esigenza di cambiatori, al fine di consentire il commercio fra di loro. Essi installano la loro attività sulle piazze pubbliche. Non ci sono allora né banche né banchieri: i templi custodiscono il numerario (denaro contante) ed i preti lo ripartiscono. D’altronde le monete mostrano l’effige degli dei, la civetta effigie di Atena per la città di Atene, l’ape, dedicata ad Artemide, sulle monete di Efeso. Nell’antico Egitto sono gli scribi, funzionari stipendiati in natura dal potere faraonico, che rivestono il ruolo di banchieri. I loro libri di contabilità ne sono la testimonianza, anche se non avevano alcun rapporto con un qualsiasi numerario. Non esisteva circolazione di moneta, ma tuttavia delle annotazioni minuziose calcolate su delle unità di conto basate sulle riserve d’orzo, poi su quelle di rame, ben prima che l’oro e l’argento fossero introdotti in Egitto da parte degli Assiri. Anche se questi metalli preziosi, che costituivano un valore di riferimento, non venivano di fatto impiegati nell’ambito degli scambi interni, essi servivano a remunerare le carovane della Nubia e le navi fenice provenienti dall’esterno. In Europa Occidentale, prima della conquista romana, sono le monete greche che costituiscono la base degli scambi internazionali. Ma il denarius romano diventa rapidamente la moneta unica del più vasto impero mai conosciuto in Occidente. I cambiatori sono costretti a cambiare .. mestiere ! Prendono il loro posto dei ricchi finanzieri incaricati di amministrare l’enorme traffico commerciale, la raccolta delle imposte e dei tributi, l’amministrazione dei beni pubblici e gli scambi delle mercanzie. Si mette in atto una vera e propria amministrazione commerciale e finanziaria con la creazione di lettere di cambio, per evitare le spese ed i rischi connessi con il trasporto del numerario. Questi finanzieri romani sono effettivamente i primi banchieri dell’Occidente e Roma rappresenta la più importante piazza finanziaria del mondo prima del XX secolo. Con la caduta dell’Impero Romano e conseguentemente la scomparsa di un mercato unico intorno al Mediterraneo, controllato da una moneta quasi universale, i problemi di gestione del denaro riprendono consistenza, generando una proliferazione di monete di ogni specie, peso e valore. Ogni piccolo sovrano europeo batte la sua moneta ed i cambiatori ricompaiono nelle città medievali o nei luoghi delle grandi fiere, come quelle della Champagne o delle Fiandre. Alcune monete tuttavia hanno il sopravvento sulle altre; è il caso del fiorino, del ducato, della lira tornese (di Tours), del grosso o del franco (apparso nel 1360). E’ a partire dal XIII secolo, durante un lungo periodo di prosperità e di progresso, che riappaiono i banchieri, attività nella quale sono ancora gli Italiani ad eccellere con i Lombardi ed i Fiorentini. Non a caso una delle strade della city londinese si chiama Lombard Street ed anche a Parigi esiste una Rue de Lombards. Essi forniscono all’Occidente un mezzo per guidare una crescita, sia economica, sia territoriale, mai conosciuta sino ad allora. Così facendo si affrancano dalle monete reali, inventando la propria moneta: le scritture ! Da quel momento si inizia a commerciare a colpi di dichiarazioni di debito, di lettere di credito o di cambio, di prestiti ad interesse. Si prende a prestito, si inventa il credito, si evitano le scadenze a rischio, scambiandosi i debiti. In questo gioco di scritture gli Italiani si rivelano i primi della classe. Essi, che sono già dei commercianti provetti, per finanziare le loro enorme spese, si raggruppano per investire, suddividendo i rischi connessi. Questo è in particolar modo il caso di Venezia, che riesce a fondare un vero impero marittimo, di Firenze e di Genova. Per gestire gli enormi scambi e profitti, alcuni mercanti si specializzano nelle scritture e diventano in tal modo dei banchieri. I più potenti del tempo sono i Fiorentini. I Medici, banchieri dal 1350, concedono prestiti ai re, ai papi, fino a quando essi stessi non diventano sovrani e papi. Fondano filiali in tutta l’Europa, diventano principi e sposano le loro figlie, Caterina e Maria, a ben due Re di Francia, Enrico II (1519-1559) ed Enrico IV (1553-1610).. Nella stessa epoca, i loro più grandi concorrenti sono tedeschi, i Fugger di Augusta, arricchitisi con il commercio della lana, della seta e delle spezie. Essi diventano nel 16° secolo i banchieri dell’imperatore d’Austria che li nobilita. Quando Francesco I di Francia (1494-1547) e Carlo V di Spagna (1500-1558) si affrontano per la corona imperiale tedesca, sarà in effetti il banchiere Jacob Fugger il Giovane (1459-1525), che sosteneva l’Asburgo, il grande vincitore della competizione. A fronte dei 400 mila scudi d’oro, che il Re di Francia esibisce (che ha dovuto faticosamente portare in dei sacchi) davanti ai Grandi Elettori, riuniti a Francoforte, Carlo V può presentare il doppio della cifra in lettere di cambio certificate dal banchiere della corona d’Austria. Fatto che comunque non impedirà ai discendenti del banchiere di fare fallimento per aver troppo prestato ai sovrani. La potenza dei banchieri italiani di allora prende forma anche nel vocabolario. Il termine italiano banca, che deriva dal “banco”, sul quale i cambiatori effettuano le loro transazioni, diventa di uso comune in tutto l’Occidente a partire dal XV secolo, mentre il termine banchiere avrà una diffusione generalizzata circa un secolo più tardi. Per esempio, in Francia al tempo dei Medici e dei Fugger non esistono né banche né grandi banchieri. Il paese è prevalentemente agricolo e la presa popolare della Chiesa, che vieta qualsiasi prestito ad interesse, frena lo sviluppo di tali attività e questo fatto spiega per la gran parte il grave ritardo evidenziato dalla Francia nel campo economico nei confronti dei suoi vicini. Il denaro viene considerato come impuro ed i manipolatori di monete resteranno per lungo tempo personaggi sospetti. Questo stato di cose, peraltro, non impedirà ai Re di Francia di chiedere somme in prestito per finanziare le loro conquiste. Il peso della religione, nella sfera economica in Occidente, costituisce anche un rilevante e perdurante fattore frenante, al punto che la maggior parte dei primi grandi banchieri del XVIII secolo nell’Europa del Centro Nord saranno Protestanti o Ebrei. Questi arriveranno a fondare, nel 1700, delle vere e proprie imprese moderne, come la Cassa dei Conti Correnti, istituti di emissione di biglietti al portatore, che rappresenteranno il modello per le banche di emissione nazionali. In questo nuovo sistema moderno dell’economia, la banca ed i banchieri vi assumono il ruolo di attori principali. NOTA (1) Dall’indonesiano Kauri: piccola conchiglia bianco giallastra dell’Oceano Indiano dall’involucro madreperlaceo.
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