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Un aspetto poco noto della guerra non convenzionale

MERCERNARI : UOMINI CORAGGIOSI E INDOMITI CHE SFIDANO LA MORTE

Un mestiere di ferro e di denaro senza bandiera né medaglie quello dei mercenari


30/07/2021 - Massimo Iacopi


(Assisi PG)

MERCENARI

UOMINI CORAGGIOSI E INDOMITI CHE SFIDANO LA MORTE

Premessa.

Il mestiere della guerra è certamente fra i più antichi del mondo ed il mercenario è una figura diventata col tempo sempre più necessaria proprio perché risponde ad una esigenza delle società. I mercenari agiscono sotto copertura, nel senso che ufficialmente non appartengono a nessuna organizzazione istituzionale e svolgono incarichi molto particolari (a volte lavoro sporco, come viene definito in gergo) i cui effetti incontrano le esigenze della nazione che li assolda, senza che questa appaia come responsabile. Le crisi, le reticenze della popolazione, i vincoli diplomatici e morali, l’acquisizione di dati sulle nuove tecnologie militari, spingono gli Stati a fare ricorso a cosiddetti  mercenari, ossia a professionisti altamente specializzati nel mestiere della guerra non convenzionale..Insieme al mestiere dell'amore, quello della guerra viene certamente considerato fra i più vecchi del mondo. L'accostamento dei due termini sorprende e dà persino fastidio: amore e guerra, dei mestieri come tutti gli altri, che presuppongono una certa ripetitività, una grande semplificazione e forse anche indifferenza. Ma, nei fatti, chi é che vorrebbe effettivamente fare la guerra tutti i santi giorni ? Come spesso accade l'etimologia del termine ci dice tutto. Mercenario viene dal latino Merx, che significa mercanzia ma anche da merces (salario), come anche, dal termine mercato. In tal modo, si viene a stabilire un legame paradossale e sotterraneo fra l'attività economica e l'azione guerriera, o, se si volesse far sfoggio di erudizione, fra la seconda e la terza funzione delle società primitive (1). Ma in questo accostamento potrebbe portare ad affermare che il mercenario, nei fatti, sovverte l'ordine naturale delle cose, abbassando il soldato al livello del commerciante. Platone (428-348 a.C.) in effetti, non era lontano dal pensarlo, lui che sognava una stretta gerarchia fra i filosofi, i combattenti ed i produttori. Ma occorre anche dire che le società ideali esistono solamente nel cervello dei filosofi e dei millenaristi (predicatori di sventure). La realtà é di fatto molto meno gloriosa: gli Stati devono far fronte alle crisi, alle reticenze della popolazione, ai vincoli diplomatici e morali, alle nuove tecnologie militari ed in questo contesto il ricorso ai mercenari diventa, a volte, inevitabile.

Excursus storico

La prima menzione di mercenari risale all'antico Egitto. Nel periodo dell'Antico Impero (-2700 -2200) il faraone reclutava i nomadi della Nubia per costituire truppe leggere speciali. Cartagine, città mercantile per eccellenza, affidava la sua difesa a combattenti venuti da tutto il bacino del Mediterraneo. Allo stesso modo, durante la Guerra dei Cent'Anni, le grandi compagnie si sono emancipate dai loro committenti ed hanno devastato la Francia, prima che il maresciallo Bertrand Du Guesclin (1320-1380) non le porti, su ordine del re di Francia, ad esercitare il loro talento in Spagna. Ma, forse, é nei Tempi Moderni che il fenomeno raggiunge il suo apogeo: condottieri italiani (nati dalle esperienze delle Compagnie di mercenari stranieri sul suolo d’Italia), picchieri svizzeri, lanzichenecchi tedeschi, altrettante figure emblematiche del mestiere delle armi. La guerra su pegno non é tuttavia limitata alla sola Europa: il mondo arabo-mussulmano e la Cina l'hanno praticata e il mondo giapponese, attraverso i Ronin, samurai senza padrone. La Compagnia delle Indie, da parte sua, costituisce un vero e proprio esercito privato, un caso eccezionale nella storia. Nel 19° secolo ed agli inizi del 20°, il fenomeno sembra scomparire, perlomeno dall'Europa; esso risulta incompatibile con l'ideale del cittadino-soldato, propugnato dagli Stati-Nazione. Di fatto, il fenomeno si sposta verso la periferia ed assume delle forme nuove per le quali si esita ad utilizzare il termine mercenari. Si tratta, in primo luogo di combattenti motivati dall'avventura e spesso, dall'ideologia, come nel caso della guerra dei Boeri o durante quella di Spagna. Parallelamente le grandi potenze europee reclutano truppe coloniali nel serbatoio dei loro imperi. Da ultimo, la Francia crea nel 1831 la sua Legione Straniera e la Spagna la imita nel 1920 con il Tercio de los Estranjeiros, per far fronte alle carenze delle sue truppe impiegate nel Maghreb.

E' sempre nelle periferie del mondo o in quello che ormai viene chiamato Terzo Mondo che il fenomeno dei Mercenari si sviluppa dopo il 1945, durante la guerra fredda, sotto forme più classiche, specialmente in Africa, prima della grande svolta degli anni 1980 e la comparsa delle Società Militari Private (SMP).

Da questo rapido esame storico possiamo desumere tre casi significativi:

- la Grecia ed il suo speciale mercenariato;

- i Condottieri, ovvero l'antenato del mercenariato moderno;

- gli Svizzeri o l'industria del mercenariato.

I mercenari incompatibili con la città greca

La città greca é per norma difesa dai suoi cittadini, che hanno questo compito come loro primo dovere; in un tale sistema non c'é posto per i mercenari che vengono stigmatizzati da Platone ed anche da Demostene (384-322 a.C.). Quest'ultimo fa una parodia del verso di Tirteo (poeta del -VII secolo): Egli sarà un nemico per tutti quelli presso cui andrà. Anche lo stesso Senofonte (430-355 a.C.), che partecipa alla spedizione dei 10 mila, mercenari greci arruolati da Ciro il Giovane (morto nel -401), per rovesciare il re dei Persiani, Artaserse II Mnemone (452-358 a.C.), ha nostalgia dei tempi passati: La città andrebbe bene se gli Ateniesi preferissero, per combattere, fidarsi più di sé stessi, piuttosto che degli stranieri (2). L'oratore Isocrate (436-338 a.C.), detto il Trapezitico, sebbene più moderato, attribuisce comunque loro la qualifica di vagabondi (apolis: ovvero, senza città, da cui “apolide”). Malgrado questo atteggiamento generale nei confronti dei mercenari, la Grecia non ha ignorato questo fenomeno. Si tratta in primo luogo di un problema di povertà. Numerose regioni vanno incontro ad una forte crescita demografica ed i loro mediocri suoli non sono in grado di nutrire il surplus di popolazione. Non é un caso se molti mercenari provengono da territori difficili come l'Arcadia, zona montagnosa al centro del Peloponneso o l'isola di Creta e la stessa cosa accadrà in tempi moderni con la Corsica e la Svizzera. Un'altra visione spinge a reclutare mercenari, la loro capacità militare e le loro conoscenze tecniche. Quando Sparta decide di costruirsi una propria flotta, la città sarà costretta a reclutare rematori e piloti stranieri, fenici o egiziani, in particolare. Gli arcieri cretesi erano rinomati in tutta la Grecia, come più tardi, al tempo dei Romani, lo saranno i frombolieri delle Baleari. Infine la stanchezza dei cittadini e le perdite provocate dalla guerra del Peloponneso, possono servire a spiegare il ricorso a truppe straniere. Atene vi fa ricorso dopo il disastro della Sicilia ed il fenomeno si accentua nel -IV secolo. In ogni caso, tutte queste ragioni si ritroveranno puntualmente nel corso della storia del mercenariato.

I Condottieri italiani, antenati del mercenariato moderno

Del fenomeno dei Condottieri del Rinascimento occorre evidenziare il concetto di Condotta. Essa, di norma, si riferisce all'offerta di lavoro da parte padrone, ad un imprenditore, al quale vengono specificate un certo numero di compiti. Il contratto menziona la natura dei servizi richiesti, fissa una durata di impiego ed il montante della paga. La condotta viene normalmente stabilita per una durata di uno o due anni, rinnovabile per tacito consenso. In effetti, la definizione di condotta del rinascimento sembra evocare i moderni contratti di arruolamento delle società militari private. Non é forse un caso se il mercenariato moderno nasce in concomitanza con il pre-capitalismo mercantile e sempre si può cogliere il legame fra mercato e mercenario. D'altronde molte cosiddette Compagnia di ventura sono ben gestite ed attente alla loro reputazione di serietà. Ben lungi dall'essere delle apolis, esse si radicano nelle società che proteggono e determinati loro capi ne diventano persino i sovrani. In tale contesto, Federico da Montefeltro (1422-1482) si impadronisce di Urbino, che dirige poi con grande fasto. In nessun altro periodo della storia la gloria dei mercenari é stata così grande. Con Federico compare un altra definizione dell'umanesimo, che é ancora oggi generalmente accettata: quella dell'individuo faber fortunae suae, che presenta, al più alto livello, tutte le qualità, il coraggio, il discernimento, il culto della bellezza. Egli spinge al suo estremo la virtus, che può essere tradotta come capacità di agire, di realizzare e di realizzarsi. In effetti, guardando la statua di Bartolomeo Colleoni (1395-1475), il famoso condottiero al servizio di Venezia, sembra proprio di ammirare il prototipo della stessa virtus, a cavallo !!!

La Svizzera o l'industria del mercenariato

Nel XIV e nel XV secolo, la fanteria svizzera si impone di fronte alla cavalleria pesante degli Austriaci e dei Borgognoni. Gli Svizzeri diventano i mercenari più ambiti d'Europa. I Cantoni autorizzano e spesso incoraggiano questa pratica che assume il nome di servizio straniero; le difficoltà dell'artigianato locale e la regressione delle colture a vantaggio dell'allevamento faranno il resto, producono nelle montagne svizzere una situazione di grande povertà. In combattimento, gli Svizzeri si raggruppano in quadrati di 5 mila uomini armati di alabarda e soprattutto di picche, che possono superare i 5 metri di lunghezza. Sul davanti, l'aristocrazia dei giovani perduti si precipita sulla linea nemica, armata di una lunga spada maneggiata a due mani: il loro compito é quello di spezzare il maggior numero di lance avversarie per indebolire la potenza d'urto del nemico. Se questi riesce a resistere, gli alabardieri escono dai ranghi ed attaccano sui fianchi. Queste manovre, che suppongono un addestramento regolare, suscitano l'ammirazione di Nicolò Machiavelli (1459-1527), che per principio era contrario ai mercenari; egli si felicita ugualmente del loro senso dell'uguaglianza e del loro amore per la libertà, insomma, per qualche aspetto, dei mercenari repubblicani !!!! Agli Svizzeri viene generalmente riconosciuto il loro coraggio, la loro tenacia e soprattutto la loro fedeltà, una qualità rara in questa categoria, testimoniata dal massacro, nell'agosto 1792, degli 850 Svizzeri incaricati della difesa delle Tuileries a Parigi. Il mercenariato ha costituito per la Svizzera una vera e propria industria fra il XIV ed il XIX secolo. Si valuta fra 1 ed 1,5 milioni il numero di quelli che sono partiti per servire all'estero: verso il 1500 essi rappresentavano il 10% della popolazione totale. Il reclutamento veniva assicurato da vere e proprie società commerciali, il cui tasso di profitto poteva arrivare fino al 18%. La Svizzera ha fornito, in tale contesto, il caso di un paese mercenario nel quale il mestiere della armi ha rappresentato la prima specializzazione economica e la principale fonte di entrate. Tutto questo é successo non senza porre problemi di ordine morale ed i riformatori protestanti hanno condannato con veemenza questa pratica. Per contro i Cantoni cattolici svizzeri hanno conservato la pratica del servizio straniero. Nel 1848, al termine della guerra civile che ha visto i cantoni protestanti vincere sui cantoni cattolici, viene adottata una nuova Costituzione e viene vietato il servizio straniero. Esso, comunque, non scomparirà totalmente e gli arruolamenti individuali verranno tollerati fino al 1927. Ma il mercenariato inizia la sua decadenza nel momento in cui trionfa lo Stato-Nazione e della gloria dei picchieri svizzeri non rimane altro che le guardie del Vaticano.

Mercenari nel XXI secolo

Nel corso di tutta questa storia vengono posti degli interrogativi, che rimangono d'attualità. Che cosa é un mercenario ? Si tratta secondo le definizioni più comuni, di stranieri che servono in un esercito per denaro e per una causa che é loro estranea. In tempi recenti, per poter comprendere anche il fenomeno moderno delle Società Militari Private, si parla del mercenario come di una persona (fisica o morale) che propone assistenza all'attività militare di un cliente, sempre legata alla prossimità di un conflitto, sotto la forma di una prestazione commerciale. Ma che dire di certi personaggi che hanno combattuto in Africa negli anni 1960 e 1970, come il francese Bob Denard (alias Gilbert Bourgeaud, 1929-2007) ? L'anticomunismo, la preoccupazione di difendere gli interessi della loro patria hanno giocato un certo ruolo nel loro impegno, accanto all'interesse materiale, coniugato anche al gusto per il rischio. Si tratta di soldati di fortuna, nei due sensi del termine, arricchimento ed avventura allo stesso tempo. Si potranno individuare con maggiore facilità i combattenti ideologici o religiosi, per i quali, in linea di principio, il denaro gioca un ruolo decisamente secondario, come quelli delle Legioni straniere o i Gurkhas inglesi, direttamente reclutati dagli Stati o come oggi il fenomeno dei “Foreign Fighters” dell’ISIS. I Contractors delle Società Militari Private possono essere classificati come mercenari ? Secondo le definizioni sopra riportate la risposta appare affermativa. Negli anni 1990 il ruolo, che hanno assunto le SMP in Africa, ricorda quello degli mercenari degli anni 1960. Tuttavia, negli anni 2000, esse, praticamente, non vengono più impiegate per attività offensive, ma unicamente per attività difensive strettamente delimitate. I nuovi mercenari partecipano alla guerra, ma, contrariamente alla leggenda che li circonda, essi non conducono direttamente la guerra. Questo deriva dal fatto che gli eserciti sono cambiati, essi mobilitano sempre meno combattenti sul terreno, mentre, per contro, ne hanno un bisogno crescente nelle retrovie, nella logistica, nella Sanità, nel mantenimento dei materiali o ancora, al limite delle azioni di combattimento, nella guardia di punti sensibili..Il mercenariato moderno é compatibile con il principio dello Stato-Nazione ? Eredi della concezione politica greca, saremmo tentati di rispondere negativamente, ma allo stesso tempo significherebbe anche dimenticare che il vero ideale nazionale e repubblicano é rappresentato dalla nazione in armi. Le sinistre europee hanno a lungo rifiutato l'esistenza di un esercito di coscritti, al quale opponevano le milizie patriottiche. E proprio su questa stessa idea che sono stati fondati gli USA. I militari di carriera derivano da un'altra logica, la necessità di disporre di specialisti. In tal modo, il mestiere della guerra, giustifica l'esercito di mestiere e le stesse ragioni spingono al suo sviluppo.

Perché si ricorre ai Mercenari

Il fenomeno dei mercenari aveva dato l'impressione di scomparire negli Stati-Nazione europei nel corso del XIX secolo. La sua ricomparsa, all'indomani della 2^ Guerra Mondiale ed il suo sviluppo sotto il nome di Società Militari Private (SMP) (2), a partire dagli anni 1980, risulta sorprendente. La verità più ovvia é dimostrata dal fatto che i mercenari ed i cosiddetti “contractors” sono molto utili, oggi come nel passato ed il mondo li riscopre nuovamente. Esiste un parallelismo con le strategie di esternalizzazione adottate dalle imprese. In effetti, gli Stati, sempre alla ricerca di economie, tendono a sbarazzarsi di attività, considerate come subalterne, a vantaggio di sub appaltatori. Lo Stato ed il suo esercito, come le grandi imprese, diventano più agili e più flessibili. Peraltro, il ricorso ai mercenari, se realizzato con la necessaria discrezione, consente di portare a termine operazioni che lo stesso Stato non vuole rivendicare e che, se necessario, può persino rinnegare. Si tratta delle smentite plausibili che i servizi francesi hanno spesso utilizzato nel contesto degli interventi nell'Africa francofona. Si può aggiungere che le SMP si vantano di offrire servizi di qualità, grazie alla qualificazione del loro personale, costituito per la maggior parte da veterani di truppe speciali o d’elite. Uno dei dirigenti di queste società (3), per dimostrare quanto sopra, ha fatto esplicito riferimento all'applicazione delle teorie liberali: Nel vecchio esercito sud africano, voi eravate pagati sia che facevate o meno il vostro lavoro. Il nostro approccio é invece diverso e cioè: se voi non potete provare o dimostrare che voi fate il vostro lavoro, voi non fate più parte de nostro gruppo (3). Come al solito, il legame fra mercenari e mercato ! Tuttavia, come in tutte le esternalizzazioni, le economie sono controbilanciate dai rischi. Si conoscono numerose grandi imprese occidentali la cui immagine ha molto sofferto, a causa dei difetti di fabbricazione e dei metodi discutibili delle società cinesi, che loro stesse hanno fatto lavorare in tale contesto. Ed in questa ottica appare inevitabile il paragone con le attività della Blackwater (oggi Academi) in Irak.

Esiste una tendezza alla privatizzazione di alcuni aspetti della guerra

Una cosa è, in effetti, sorprendente nel ragionamento puramente economico che sta alla base delle esternalizzazioni. Le imprese esternalizzano le attività secondarie per concentrarsi sull'essenziale, il loro core competence (competenza di base), come viene definito. In questo caso, però, gli Stati si scaricano di una delle loro responsabilità essenziali, la sicurezza della comunità e la difesa dei loro interessi nel mondo. Il fenomeno guerra non é certo diventato un affare secondario degli Stati, al punto da essere abbandonata ad altri. In effetti, c'é guerra e guerra. La grande guerra, quella che mobilita le divisioni corazzate, aerei stealth o armi atomiche, non rientra evidentemente nelle competenze delle SMP. Per contro, queste hanno dimostrata la loro efficacia nei contesti che i militari hanno denominato la piccola guerra, guerriglie o guerre asimmetriche. Ma, nei fatti, oggi anche queste attività sono riservate agli eserciti nazionali, mentre i contractors si accontentano del periferico, Il nocciolo duro della guerra, il combattimento, rimane quasi sempre di responsabilità degli Stati.

Mercenari, mestiere demonizzato

In realtà numerosi fatti o scandali hanno affievolito la loro immagine. Più profondamente il mercenariato risulta in contraddizione totale con la maggior parte dei valori della nostra epoca. Esso appare incompatibile con l'ideale di Stato-Nazione, che si è imposto ovunque nel mondo. Esso è incompatibile con i diritti dell’uomo: essere pagati per battersi e per uccidere, non è certamente un atteggiamento etico. Esso è incompatibile con l’affermazione del sud del mondo, poiché il fenomeno è accusato di servire il dominio dei paesi del nord del mondo e delle grandi imprese capitaliste. E’, ancora, incompatibile con il diritto internazionale: da quale autorità dipendono questi mercenari e chi deve essere perseguito in caso di crimini, il combattente singolo, la SMP o il committente ? E’ proprio in questo spirito che sono stati adottati numerosi testi per vietare il fenomeno dei mercenari o perlomeno per limitare le loro attività. A livello internazionale tre testi mirano a controllare il fenomeno: L’art. 47 del primo protocollo addizionale del 1977 alle Convenzioni di Ginevra del 1949 toglie ai mercenari la protezione richiesta per i prigionieri di guerra. La Convenzione dell’Organizzazione dell’Unità Africana sull’eliminazione dei mercenari in Africa (1977) qualifica il fenomeno come “crimine internazionale” e lo vieta su quel continente.

La Convenzione delle Nazioni Unite

La Convenzione delle Nazioni Unite contro il reclutamento, l’impiego, il finanziamento e l’istruzione di mercenari (1989) non comprende chiaramente l’attività delle SMP ingaggiate dagli Stati. In realtà, questa regolamentazione rimane molto superficiale: pur condannando il fenomeno in linea di principio, gli Stati hanno troppo bisogno di mercenari. In effetti, non sembra giusto rendere responsabili i mercenari e le SMP di tutti i mali della guerra. Il fenomeno sembra piuttosto molto rappresentativo dello scollamento esistente fra la morale ed il reale, vale a dire della loro ipocrisia. La prima constatazione che emerge è che nelle nostre società, pacifiste e pacificate, sono i giovani ed i meno giovani che scelgono di fare la guerra. Un fenomeno che può sorprendere, ma che induce a riflettere sui limiti evidenti dei nostri ideali collettivi. La seconda constatazione, è che questi cosiddetti “cani da guerra”, anche se condannati, risultano tuttavia ancora necessari. Il legame fra la “mercanzia”, che ci suggerisce l’etimologia, risulta decisamente più forte al giorno d’oggi. L’impresa globalizzata moderna si impianta dappertutto attraverso il pianeta, essa si assume il rischio di andare in paesi fragili, essa dipende da linee di comunicazione sempre più lunghe, essa suscita la bramosia di concorrenza e degli Stati. In tale contesto, l’impresa globalizzata è costretta a richiedere alle SMP di contribuire alla sua sicurezza e, come un assioma dei tempi passati, il “mercante ha bisogno della protezione della spada”. Al riguardo, c’è da rimanere sorpresi nel vedere numerose ONG che fanno ricorso a mercenari, nel momento in cui iniziano ad operare in situazioni difficili. In Somalia, Medici senza Frontiere ed il Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno reclutato combattenti locali per la loro protezione. Esistono anche progetti che prevedono la sostituzione di Caschi Blù, che non danno sempre prove di efficacia, attraverso dei subappaltatori militari: in questo caso, dalla privatizzazione della guerra si passerebbe alla privatizzazione del mantenimento della pace. Il tempo delle SMP e dei mercenari non è certamente all’occaso. Essi approfittano della situazione creata dal fenomeno della globalizzazione, che moltiplica nel mondo i punti di frizione ed i rischi. Essi traggono beneficio dallo scollamento fra le proclamazioni in favore dei diritti dell’uomo e la realtà dei conflitti e degli interessi in gioco. Il recente intervento in Libia della Russia a favore del maresciallo Khalifa Haftar e l’impiego da parte dei Turchi dei guerriglieri siriano sunniti e dei resti dell’esercito dell’ISIS a Misurata in Tripolitania contro le forze cirenaiche costituiscono l’ultimo eclatante esempio delle operazioni mercenarie “per procura”. Questi interventi mettono, infine, in evidenza l’ipocrisia di un mondo che, dichiarando di essere pacifista, preferisce delegare la guerra ad altri. Essi, in definitiva, evidenziano quello che noi rifiutiamo di essere, quello che noi dovremmo avere il coraggio di essere e che forse siamo già nell’intimo.

NOTE

(1) Secondo numerosi studiosi di religioni indoeuropee é stato evidenziato che tutte sono organizzate intorno a tre divinità principali che rimandano per molti aspetti a tre funzioni distinte nell'ambito di queste società. Vedasi, in particolare, le opere di Georges Dumezil (1912-1986).

(2) Di seguito i nomi di alcune grandi SMP (Società Militari Private): Academi (già Blackwater e quindi Xe, americana per formazione, addestramento e sicurezza di siti), Caci (americana per servizi informatici ed interrogatori), DynCorp (americana, sicurezza sanitaria, di convogli e di siti), Erinys (britannica, sicurezza di siti e di convogli, consulenza strategica), Geos (francese, consulenza su gestione dei rischi, sicurezza marittima), G4S (britannica, sicurezza di porti ed aeroporti, di siti di eventi, di convogli, intelligence economica), KBR (americana, servizi logistici infrastrutture civili e militari), Triple Canopy (americana fondata da veterani americani della Delta Force; formazione, lotta antiterrorismo, sicurezza di siti), la Compagnia Wagner, che opera in diverse aree operative per conto della Russia di Putin;

(3) Eeben Barlow, dell'Executive Outcomes.


 

 

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