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Politica Estera

LE MANOVRE PERICOLOSE DI LUKASHENKO

La “Caduta del Muro di Berlino” non ha seppellito gli appetiti e le dinamiche sovietiche


30/11/2021 - Aurora Sarcià


(Roma)

LE MANOVRE PERICOLOSE DI LUKASHENKO

Siamo ormai così abituati alle notizie quotidiane sui viaggi disperati dei migranti che in ogni parte del mondo, e non solo nel Mediterraneo, si giocano tutto e rischiano la vita per realizzare il sogno impossibile di un domani migliore, che ogni nuova notizia sull'argomento passa ormai quasi inosservata.  Quanto sta accadendo al confine tra Bielorussia e Polonia ha dell’incredibile ma ci rivela, in modo ancora più drammatico e inequivocabile, cosa si nasconde dietro questo fenomeno ormai ovunque fuori controllo: lo sfruttamento delle tragedie altrui, per propri interessi economici o politici.  L'ideatore e il regista di questo scandaloso “progetto” di morte è il Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, al governo del suo paese da circa un trentennio, da sempre protetto da Putin di cui è alleato e amico, che ha deciso di combattere contro l'Unione Europea, usando gli esseri umani come “proiettili” per vincere la sua battaglia. Il suo è un piano efferato, studiato e architettato in tutti i suoi particolari. La crisi nelle relazioni con l'Europa è iniziata dopo le ultime elezioni-farsa del 2020 che l'hanno confermato per la sesta volta Presidente, e che hanno spinto l'Unione Europea ad accusarlo di autoritarismo e a imporre al suo Paese, già prostrato da una forte crisi economica, pesanti sanzioni. Da qui la decisione di Lukashenko di utilizzare il fenomeno migratorio come strumento di “vendetta” e arma per difendere il suo potere. Nell’agosto del 2021 comincia così a rilasciare visti turistici (a un prezzo che è lievitato dai 90 ai 1.300 dollari) alle popolazioni provenienti dai paesi del Medio Oriente e dell'Asia, soprattutto dall’Iraq, promettendo l’arrivo in Europa a chi fosse giunto a Minsk, capitale della Bielorussia, con voli di varie compagnie aeree, tra cui la bielorussa Belavia. Costo del viaggio, tremila euro a persona. Un affare tra i 30 e i 60 milioni di dollari. Il miraggio di una vita migliore, nonostante il costo salato di questa “promettente via di salvezza, ha spinto in massa interi nuclei familiari a giocarsi tutto pur di raggiungere la meta tanto agognata. In realtà la destinazione del loro viaggio si è rivelata una trappola. L’ammassarsi di circa 20.000 profughi nelle foreste al confine della Polonia è diventato un incubo da cui sembra impossibile venire fuori senza la volontà politica dei potenti, che credono di potersi permettere tutto senza pagarne le conseguenze. La Polonia, intenzionata a costruire al confine un muro di difesa, ha schierato da giorni l'esercito per impedire l'ingresso nel paese con ogni mezzo, usando lacrimogeni e violenti getti d'acqua contro i migranti per disperderli. Dalle testimonianze delle vittime, raccolte da diverse testate giornalistiche, emergono tutti i dettagli di questo sporco gioco, finora senza vie d'uscita. Mancano le parole per commentare fatti del genere. Povertà, guerre e persecuzioni dilagano in varie parti del mondo e diventano sempre di più occasioni da sfruttare per il proprio tornaconto. Progettare i propri affari sulla pelle dell’umanità ferita e sfinita è un atto criminale e vergognoso. Purtroppo chi compie questi crimini contro l'umanità si sente assolutamente autorizzato a farlo ed è pronto a minacciare il peggio contro chi osa contestare il suo operato. Mentre il resto del mondo resta a guardare.


 

 

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