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Cronache in Poesia

I VERSI DI NICOLA ZITELLI

Presentati dell’Amico Massimo Iacopi


12/10/2022 - Massimo Iacopi & Nicola Zitelli


(Assisi - Roma)

I VERSI DI NICOLA ZITELLI

Anche per questo mese di ottobre il nostro caro poeta, Nicola Zitelli da Ostia, ha fatto pervenire il suo consueto apporto poetico, continuando ad illustrare e nobilitare, con la sua generosa presenza, le pagine di questo notiziario. Stavolta, la sua pungente ironia ce ne ha per tutti !! Come di consueto, i sonetti e le poesie di Zitelli saranno accompagnati, a premessa, da un mio breve commento e traduzione, per facilitare la comprensione per i nostri confratelli, settentrionali e meridionali, meno assidui con il romanesco. Ecco di seguito le poesie ed i sonetti di questo mese:

Con questo sonetto classico (rima ABBA, ABBA, CDC, EDE, con l'aggiunta di una terzina EFF), il nostro confratello, in tema post elettorale, esprime il suo pensiero sul sistema partitico ed i suoi riferimenti simbolici. Dal suo punto di vista: i mala tempora currunt ancora.

LA SEDE DER PARTITO”

Le chiamano le Sedi dei Partiti

ma visto il livello di chi le frequenta e ci traffica,

avresti torto a chiamarmi pettegolo (lingua puzza)

quando affermo che: sono covi di banditi.

Una confusione di pezzenti “ripuliti”

che ancora emanano fetore

e con i quali si scontra qualsiasi buon senso

da quando si sono ringalluzziti

Completamente orfani di classe e di educazione

hanno imbarcato personaggi inaffidabili e scansafatiche

compagni di fandonie e cafonaggine (villanie),

gente rimasta al tempo che il cervello

mica serviva loro a ragionare ...

ma solo per giocare a piseppisello (giochi infantili).

Con questa, per certi aspetti, irriverente poesia a strofe miste a schema libero (strofe da 6, 9, 12 e 6), il nostro poeta, si ricorda della sua militanza passata e stavolta rivolge la sua attenzione ad argomenti seri, ma meno “correnti”, ricordandoci sempre che, a prescindere dalle funzioni e dalle responsabilità, l'uomo porta sempre con sé i suoi difetti storici.

LA PENITENZA

Ho visto, stamattina,

Lella con gli occhi cerchiati e stanchi,

a fare la riverenza

davanti alla vetrina

dei quattro evangelisti,

accanto a Sua Eccellenza (vescovo)

Lei, tutta innocente, piagnucolò:

Ringrazio per l'udienza

ma dico in confidenza,

che sono una pellegrina

e, visti gli imprevisti

Ho appena una gallina

per la beneficenza.

Dovrei fare penitenza per una “incarcatina” (peccatuccio) …

Occorre fare un repulisti di tutti i peccati

per avere l'assoluzione :

dico che sono previsti,

per la benedizione,

otto Salve Regina

e un mese di astinenza:

così viene stabilito per darvi l'indulgenza …

Non siamo moralisti

lo richiede la dottrina,

mica mi sono ammattito …

dovete avere pazienza.

Per quanto riguarda la pollastra,

sapete … mi fate intenerire …

visti i tempi tristi che corrono !

Disse il vescovo a Lella

e dagli occhi gli uscì

una stilla di … Lacrima Christi.

Con questo interessante sonetto caudato (rima ABBA, ABBA, CDC, ADA, con l'aggiunta di una terzina AEE), il nostro poeta, ci parla dei tempi che cambiano e di come diventa sempre più difficile trascorrere una sera in trattoria per un momento di sano svago morale e materiale.

“SENZA COMPROMESSO”.

Trastullarsi una sera, in trattoria

é una gioia per lo spirito ed il palato

ma adesso, poiché tutto é sputtanato,

l'esperienza rischia di trasformarsi in agonia.

Già le porzioni sono diventate da carestia

mentre é da … banchetto luculliano il conto strapagato

e, in più, se bevi un bicchiere di vino rimani fregato

dal palloncino della Polizia !

Eppoi, una cosa mi sta di traverso

e smuove dal profondo le budella

é quello di leggere … col telefonino … il menu.

A questo punto, al posto di una esperienza balorda

che appare piena di imprevisti e di prese in giro

meglio rimanere contento a casa mia

e, senza ipocrisia

evitare, o meglio disdegnare ogni sorte di compromesso,  

col primo che mi parla di progresso.

Il nostro Nicola, con questa brevissima pasquinata (rima AABBC), tanto per rimanere in tema elettorale e per rimarcare la moda sempiterna del trasformismo politico italico, ha voluto dedicare cinque righe anche al novello “salvatore” del popolo pentastellato, ricordandogli, però, i rischi ed il pericolo di cambiare spesso “d'abito”.

CARO PROFESSOR CONTE

Caro professor Conte ...  

visto che ti hanno fatto fare il Caronte,  

per traghettare i re dell'impostura,  

fai un salto in Questura ...

per prendere la visura dell'impronte digitali .

Infine per rimanere in tema di politica, il nostro confratello ha tirato fuori dal cassetto un vecchio sonetto classico (rima ABBA, ABBA, CDC, EDE) di qualche anno fa, sulle fortune e sulla sorte del Sindaco Marino a Roma.

COME UN PAPA

Non si era mai piazzata, in Campidoglio,

una genia di personaggi ridicoli (facce da pipe di gesso) di questa fatta,

un fior di inquilino ... della patta dei pantaloni

che si atteggiasse come un papa sul soglio pontificio.

Non passa giorno che sei costretto ad esprimere condoglianze

a questa città sempre più malridotta e sciatta,

ridotta in condizioni miserabili (con una scarpa ed una ciabatta)

e maleodorante come uno stazzo di un ovile,

Nessuno pretendeva l'impossibile

ma neanche si prefigurava questa brutta fine :

Roma così malandata … si stenta a crederlo !

L'unica cosa buona, a ben vedere  

é la crescita di questa grossolana barba incolta  

perché, in effetti, meno ti si vede e meglio é.

 

SALUTI E RINGRAZIAMENTI

Al termine di questa nuova serie di poesie e sonetti, é più che d'obbligo rivolgere al nostro Nicola, un pensiero affettuoso ed un sincero ringraziamento, insieme alla nostra più sincera e sentita gratitudine. Massimo Iacopi


 

 

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