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Personaggi Illustri

SANT'ISIDORO DI SIVIGLIA

Arcivescovo spagnolo del 600 nel 2002 è proclamato Santo Patrono di Internet.da Giovanni Paolo II


15/05/2023 - Massimo Iacopi


(Assisi PG)

ISIDORO DI SIVIGLIA SANTO PATRONO DI ITERNET

Isidoro di Siviglia personaggio poliedrico, teologo, scrittore particolarmente fertile ed arcivescovo spagnolo, é stato una delle figure più rilevanti di tutta la cultura medievale. Dottore della Chiesa, Isidoro é venerato come santo dalla Chiesa cattolica ed é stato nominato Patrono di Internet. Il vescovo Isidoro di Siviglia (560-636) viene generalmente presentato come la grande figura del Cristianesimo spagnolo dell'alto Medioevo, colui che ha scritto la Storia dei Visigoti, dopo il loro abbandono dell'eresia ariana. Per questi motivi il personaggio é stato canonizzato dal papa Clemente VIII Aldobrandini (1536-1605) nel 1598, quindi nominato Dottore della Chiesa nel 1722 da papa Innocenzo XIII Conti (1655-1724). Ne é testimonianza un quadro del pittore Bartolomé Esteban Murillo (1618-1682), che lo rappresenta come un prelato del XVII secolo con mitria e pastorale, assorto di fronte al grosso volume dei suoi scritti. Risulta comunque opportuno ridurre Isidoro di Siviglia a questa immagine pia, al fine di ricostruire le numerose sfaccettature della personalità di quest'uomo, uno dei più grandi sapienti dell'Antichità. Proveniente da una grande famiglia di notabili ispano-romani, originari di Cartagine, Isidoro sarebbe nato fra il 560 ed il 570 nel sud della penisola iberica. Essendo la sua famiglia rimasta fedele al re di Visigoti, durante l'operazioni per l'occupazione della città di Cartagena da parte delle truppe bizantine di Giustiniano, questa sarebbe fuggita più a nord verso Siviglia. Questo gruppo familiare si sarebbe ben impiantato nella regione, poiché, prima il vescovo Leandro di Siviglia (534-600), quindi il suo giovane fratello Isidoro, occuperanno la sede episcopale della metropoli della Betica per più di 50 anni. Essi sono stati entrambi prossimi consiglieri dei sovrani di Toledo, sostenendo attivamente la “Reconquista” della Spagna bizantina. Leandro ed Isidoro hanno ugualmente rivestito un ruolo ambiguo in occasione dei provvedimenti anti giudaici, promulgati dal potere reale nel corso degli anni 590-630. Si tratta, nello specifico, di un caso unico nell'alto Medioevo, in cui le comunità ebree venivano normalmente protette dai re barbari. In Spagna, a partire dal III Concilio di Toledo, i matrimoni fra Ebrei e cristiani vengono proibiti, come anche il possesso di schiavi cristiani e l'esercizio di una magistratura pubblica. Il re Sisebut (612-621) introduce persino la misura della scelta fra la conversione e l'esilio. Isidoro si illustra a quel tempo, redigendo un trattato denominato “Difesa della fede cattolica contro i Giudei”. Egli prende progressivamente le sue distanze con questa politica e presiede il IV Concilio di Toledo, che consente il ritorno degli esiliati, ma mantiene la validità dei battesimi forzati. In ogni caso, Isidoro, arcivescovo molto alacre e apprezzato, ha guadagnato grande fama nei posteri, sia grazie al suo zelo episcopale, sia grazie alla sua incontenibile fertilità di scrittore. Una leggenda racconta che, quando era bambino, addormentatosi nel giardino di casa, sia stato circondato da uno sciame d’api, che ha depositato un nido proprio sulla sua bocca. Questo racconto ha un’importanza centrale nella considerazione dell’attività scrittoria di Isidoro: l’immagine delle api e del miele ha, infatti, sin dall’antichità classica una valenza simbolica ed indica un legame privilegiato tra lo scrittore e le Muse. La produzione di Isidoro, sempre legata a circostanze contingenti, risponde a necessità ed esigenze concrete dell’epoca: in quanto vescovo di una delle più antiche e prestigiose sedi peninsulari, egli è consapevole delle proprie responsabilità pastorali, e tenta di affrontare tutte le questioni più sentite. Tale attitudine è efficacemente descritta da Francesco Trisoglio (1922-2018): “Fede e cultura si compenetrarono nel suo animo in un felicissimo rigoglio; si fecondarono a vicenda per innalzare lo spirito della società dalle bassure della volgarità e dell’ignoranza verso quelle zone nelle quali spazia l’intelletto umano. Spirito acutamente e tenacemente analitico di fronte alle singole cose, era anche aperto ad accoglierle nella loro totalità globale. Di ogni conoscenza provò vivo l’interesse, di tutte avvertì l’intrinseca nobiltà. Percepì che l’intelligenza è per sua natura chiamata a campi sempre nuovi […]”. Isidoro fu insomma un autore poliedrico, e ciò è testimoniato dalla sua produzione letteraria, varia e complessa: La celebrità postuma di Isidoro si basa dunque sui suoi scritti, sia teologici, sia profani. Si possono citare le Etymologie, un insieme di venti libri, che costituisce una tappa importante nella trasmissione delle conoscenze e del sapere antico nel Medioevo. Quest'opera deve molto alla ricchezza delle biblioteche sivigliane, ma anche ai legami ed ai collegamenti del suo autore con Roma. In definitiva, una specie di Wikipedia ante litteram e per questo motivo il presule, per aver saputo raccogliere e trasmettere dettagliatamente il sapere dell'epoca alle generazioni future, é stato proclamato Patrono di Internet. Isidoro ha scritto anche una Storia dei Goti, che insiste molto sui legami fra la storia di questo popolo dalle origini con la sua nuova terra di elezione: l'Hispania.

BIBLIOGRAFIA

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