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NEL 750 I CALIFFI ABBASSIDI SOPPIANTANO GLI OMEYYADI DI DAMASCO I Persiani acclamano Abu Al Abbas Califfo per poi crollare sotto i Mongoli nel 1258 13/03/2024 - Massimo Iacopi (Assisi PG) NEL 750 I CALIFFI ABBASSIDI SOPPIANTANO GLI OMEYYADI DI DAMASCO Il Profeta é morto, Il Profeta è morto, lunga vita al califfo ! Dopo i primi successori di Maometto, tocca agli Omeyyadi di Damasco regnare per circa un secolo, prima di essere eliminati dai futuri fondatori di Bagdad. A chi spetta il governo dei mussulmani e del'impero di cui sono diventati padroni ? Questo é il quesito fondamentale che sottintende la legittimazione dei poteri mussulmani, a partire dalla morte di Muhammad (Maometto), nel 632. Risulta evidente che chiunque gli succeda nella sua missione profetica (lui che la teologia mussulmana considera come il “sigillo dei Profeti” e l'ultimo dei messaggeri di Dio) egli ha il compito di dirigere la giovane comunità dei mussulmani, ma anche di gestire i territori conquistati in occasione del movimento di espansione che si verifica fino alla metà dell'VIII secolo. Per tutto questo i mussulmani si scelgono un califfo (dall'arabo Khalifa), “successore di colui che viene dopo”. Questo sovrano eredita, dalla figura temporale di Muhammad, il potere del comando, militare e civile, come anche un ruolo di giustizia. I primi 4 califfi vengono scelti fra parenti di Muhammad: convertiti da lunga data, essi sono i suoi suoceri o i suoi generi, provenienti, come lui, dalla Tribù dei Kuraysh. La tradizione sunnita, posteriore, li nominerà califfi Rashidun, non essendo, secondo la versione sunnita, designati come successori, essi vengono scelti secondo diverse modalità ed il loro potere viene riconosciuto attraverso un giuramento di fedeltà. La famiglia del Profeta fornisce i califfi Se il regno dei due primi califfi rashidun: Abu Bakr (632-634) ed Omar o Umar ibn al Khattab (634-644) non sembra essere stato oggetto di contestazioni, il terzo califfo, Othman o Uthman (644-656) subusce critiche di alcuni dei suoi contemporanei e muore assassinato da un gruppo di mussulmani scontenti. Il suo successore, Ali, é il cugino del profeto di cui ha sposato la figlia Fatima; egli risulta così il padre dei nipoti di Maometto e due dei suoi figli ricopriranno dei ruoli importarti nel futuro. Il califfato di Alì, (656-661) risulta fra quelli divisivi per i mussulmani: se per certuni egli risulta designato direttamente da Muhammad, altri l'accusano per non aver condannato l'assassinio di Othman. Califfato dinastico Questa divisione sulla legittimità di Alì provoca le prime guerre fra mussulmani, Gli oppositori di Alì si raggruppano intorno ad un notabile dei Kuraysh: Muawiya ibn Abi Sufyan (603-680), cugino di Othman e come lui discendente dal clan omeyyade, il cui potere risulta particolarmente forte in Siria (governatore dal 641). Lo scontro fra fautori di Alì e di Muawiya diventa militare; per la storiografia mussulmana, questi avvenimenti costituiscono la prima Fitna (disputa, guerra civile, divisione) fra i mussulmani. Il conflitto culmina nel 657 in occasione della battaglia di Siffin. Alla morte di Alì, avvenuta nel 661, Muawiya assume il potere e intrdouce una modifa definitiva: il califfato diventa dinastico – lui stesso designerà suo figlio Yazid I (643-683) come suo successore. La famiglia omeyyade conserverà il titolo califfale per circa un secolo (661-750) nel mondo mussulmano e continuerà con la stessa funzione con un suo ramo sopravvissuto nel regno di El Andalus in Spagna. Queste trasformazioni politiche della fine del VII secolo risultano bel lontane dal soddisfare l'insieme dei mussulmani. Se quelli che riconoscono il potere di Muawiya e quindi il califfato di Damasco degli Omeyyadi sono numerosi, altri rimangono fautori di Alì e della sua famiglia, considerata come gente della casa di Maometto (Ahl al Bayt), ovvero i parenti più stretti di Muhammad. Questi ultimi vogliono mettere alla guida dei mussulmani un membro della famiglia Alide (di Alì) e riconoscono come loro guida (Imam) Alì e quindi i suoi figli Al Hassan ibn Alì (624-670) ed Al Hussein ibn Alì (626-680). Altri ancora non propendono per la famiglia alide, pur criticando il potere degli Omeyyadi per diverse ragioni (passaggio al califfato dinastico, politica degli Omeyyadi, gestione dell'impero … ). Questo vario e diffuso scontento si manifesta con rivolte ricorrenti ed in particolare con due nuove Fitna. Esso costituisce, in tal modo, un terreno fertile sul quale si sviluppa un movimento di opposizione soatenuto da una intensa propaganda clandestina, la dawa, particolarmente attiva nella parte orientale dell'impero omeyyade. Agli inizi, questo movimento, senza capi affermati, assorbe diverse correnti d'opposizione agli Omeyyadi, ivi compresi i fautori degli Alidi, che si attendono sempre che venga designato un califfo/imam fra i discendenti di Alì. In generale, questo movimento di opposizione include anche quelli che che vogliono mettere al potere un membro del clan del Profeta, il Banu Hashim (o Hashemiti), di cui gli Alidi costituiscono un ramo. Esso recluta anche mussulmani di origine non araba, i Mawali (mawla al singolare), i cui diritti sono differenti da quelli degli arabi mussulmani. Ed é proprio nella provincia del Khorasan, nell'Oriente iraniano, che il movimento anti omeyyade assume, nel 747, la forma di un sollevamento militare condotto dal Mawla persiano Abd al-Raḥmān ibn Muslim al-Khurāsānī (Abu Muslim 700-755). Abu Muslim, alla guida di truppe risolute, assume il controllo del Khorasan e quindi dell'Iran e riesce ad impadronirsi di Kufa, nell'Irak, dove fa acclamare un nuovo califfo, nonostante che un sovrano omeyyade, Marwan II (691-750), sia ancora in funzione. Questo nuovo califfo, con grande delusione degli Alidi, non é un discendente, ma un membro abbastanza oscuro del clan Hashemita, Abu al-Abbas Abd Allah ibn Muhammad ibn Ali ibn Abd Allah (722-754, che, come califfo, assumerà il nome di Al Saffah. Nero contro bianco e verde Abu Muslim inizia successivamente a combattere Marwan II ed i suoi uomini e successivamente ad eliminare i membri sopravvissuti della famiglia Omeyyade per evitare qualsiasi rischio di un loro ritorno al potere. In realtà una branca degli Omeyyadi, fuggita da Damasco conyinuera a regnare sul Sultanato di El Andalus (Spagna) fino alla caduta di Granada nel 1492. Proprio come gli Omeyyadi, un secolo prima, gli Abbassidi sono pervenuti al potere per la forza delle armi e per loro diventa immediatamente essenziale costruirsi una legittimità, che essi fondano preliminarmente sul loro lignaggio: la loro genealogia li fa discendere da uno zio parterno di Muhammad, Al Abbas, dal quale essi traggono il nome. Col passare dei secoli, gli Abbassidi metteranno sempre più in evidenza il loro legame con il Profeta dell'islam: fra i loro oggetti regali figurano il “mantello di Muhammad” (burda), come anche un bastone di comando che ricordava quelo di Muhammad. Il nero é il loro colore, opponendosi al bianco degli Omeyyadi ed al verde degli Alidi; di nero sono i loro stendardi ed i costumi d'onore dei loro dignitari. Dagli Omeyyadi essi riprendono tuttavia molti aspetti: la struttura dello stato, l'importanza dei legami clientelari, le forme rituali auliche … e beninteso la sovranità dinastica introdotta da Muawiya. Con la proclamazione di Al Saffah e più ancora, con il regno del fratello suo successore Abu Jafar Al Mansur (712-765) trionfa una nuova branca del clan hashemita, che sarà all'origine di una lunga serie di califfi: 37 fino alla metà del XIII secolo (Al Mustasin ibn Al Mustansir, nato nel 1213, ultimo califfo di Bagdad nel 1258). Gli Abbassidi devono la loro conquista del potere al sostegno delle regioni orientali del loro impero; essi lasciano la Siria, il feudo degli Omeyyadi, per l'Irak, che é orientato verso l'Iran. La fondazione di Bagdad simbolizza la loro volontà di aprire una nuova pagina nella storia del califfato. Ma le opposizioni al loro potere restano numerose, specialmente fra i pro Alidi. A poco a poco, i dissensi politici fra i pro Alidi ed i pro Abbassidi si vestono di interpretazioni divergenti in materia di teologia ed anche nel rituale: la branche sciite e sunnite dell'islam sono sul punto di nascere, forgiandosi come identità religiose distinte. Gli Sciiti (da Si'ia: uscire, andare via), tuttavia, dovranno attendere il X secolo per accedere al potere politico, sottoforma di califfato (i Fatimidi, 909-1171) o di regni territoriali.
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