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Dentro la notizia: Facciamo il punto sulla situazione russo-ucraina

IL SISTEMA BELLICO E L’ECONOMIA DELL’ORSO RUSSO SOSTENUTI DAL DRAGONE CINESE

Grazie al provvidenziale soccorso di Xi Jinping Putin non ha risentito delle sanzioni


30/07/2024 - Massimo Iacopi


(Assisi PG)

PUTIN HA AGGIRATO LE SANZIONI CON IL SOSTEGNO DI XI JINPING

Premessa

L’operazione Speciale in Ucraina è giunta al suo terzo anno  ed è ormai evidente che le sanzioni occidentali non sono riuscite a paralizzare l'economia russa, né a costringer Putin a porre fine al suo sforzo di guerra. Il sostegno economico della Cina alla Russia ne è una delle principali ragioni. In poco tempo, la Cina ha rimpiazzato l'Unione Europea come primo acquirente di energia e primo fornitore di merci e prodotti lavorati alla Russia, offrendo, allo stesso tempo, alla stessa prodotti manifatturieri e danaro liquido. Il sostegno economico della Cina alla Russia potrebbe essere mantenuto indefinitamente, ma in questa fase esso ha probabilmente raggiunto un momento di stasi. Le importazioni di energia si sono stabilizzate nel corso degli ultimi mesi. Le imprese cinesi godono del favore di vendere materiali alla Russia, ma non hanno alcuna intenzione di investire, tenuto conto della mediocrità dell'ambiente commerciale e del rischio che ulteriori sanzioni americane che potrebbero privarle dei loro guadagni. Le sanzioni sono riuscite a rallentare o a ritardare determinati grandi progetti russo cinesi, specialmente il terminale GNL (Gas Naturale Liquefatto) nell'Artico e la costruzione di un secondo grande gasdotto siberiano.

Commercio dell'energia: una questione di strategia non di prezzo

Il totale degli scambi commerciali fra la Cina e la Russia ha raggiunto i 240 miliardi di dollari nel 2023, ossia più del doppio del valore previsto per il 2018, Un traguardo ben oltre l'obiettivo dei 200 miliardi previsto per il 2024, fissato dai presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping. I principali elementi di questo boom commerciale sono gli acquisti di energia russa da parte della Cina e gli acquisti russi di prodotti manifatturieri, che spaziano dalle vetture, che consentono alle famiglie russe di spostarsi, alle macchine utensili, che sostengono la produzione del materiale da guerra. Su una base annuale, il volume di energia, che la Cina importa dalla Russia, é aumentato di più del 50% dall'inizio della guerra. In termini di valore, la Cina importa oggi circa 85 miliardi di dollari USA di energia russa l'anno, contro i 55 miliardi di dollari del periodo precedente la guerra. Il petrolio é il principale responsabile di questo aumento, ma la Cina ha ugualmente raddoppiato il volume delle sue importazioni di carbone russo e aumentato le sue importazioni di gas di più dell'80%, principalmente grazie al gasdotto Power Siberia. La Russia é diventata il primo fornitore di petrolio grezzo della Cina, il secondo per il carbone ed il terzo per il gas naturale.

Analisi dell'andamento commerciale

Le esportazioni di petrolio e de gas hanno finanziato il 45% del bilancio federale russo nel 2021. Per la Cina, la principale motivazione non è l'energia a buon mercato, ma la sicurezza nell'approvvigionamento. Lo sconto che essa ha ottenuto nel 2022-2023 è stato da 5 a 7 dollari al barile rispetto al petrolio proveniente da altri fornitori: un vantaggio apprezzabile, ma che non cambia la situazione. Essa acquista ormai il petrolio russo ad un prezzo superiore al tetto imposto dagli USA e dall'Europa. Entrambi le apri ne traggono vantaggio. La Cina paga un po' meno per il petrolio russo (77 USD al barile nel 2023) rispetto agli altri suoi fornitori (83 USD); la Russia beneficia di un acquirente a grande scala, pronta a pagare ben oltre il prezzo del tetto fissato. Nonostante i rapporti indichino che la Russia ha ridotto il suo carbone dal 50% al 60%, dopo che i paesi occidentali hanno smesso di acquistarne, il prezzo unitario pagato dalla Cina per il carbone russo é salito del 40% nel corso del 2022, restando ben superiore ai livelli di ante guerra. La stessa cosa succede per il GNL. Il prezzo pagato dalla Cina per il gasdotto russo nel 2023 era quasi del 60% più elevato dei prezzi di prima della guerra. La Cina paga per BTU (British Thremal Unit), unità di misura di energia, almeno altrettanto, se non di più del Turkmenistan, sua altra principale fonte di approvvigionamento di gas, via gasdotto. I vantaggi dell'approvvigionamento russo, in termini di sicurezza, risultano considerevoli. La Russia, a causa della perdita di altri mercati é ormai un fornitore prigioniero, al quale Pechino potrà dettare le sue condizioni nel prossimo avvenire. La maggior parte dell'energia russa - tutto il carbone, i 3/4 del gas e la metà del petrolio – viene incamminata verso la Cina per via terrestre, aggirando i punti di strangolamento delle vie marittime. Più della metà del petrolio cinese e quasi un quarto delle importazioni delle sue importazioni di GNL, provengono dal Medio Oriente, attraverso le acque agitate del Mar Rosso e dello Stretto di Hormuz. Quasi il 70% delle importazioni cinesi di petrolio e di GNL passano per lo stretto di Malacca, che Pechino considera come vulnerabile ad un blocco della marina americana o indiana in caso di conflitto. Il sostegno della Cina all'economia energetica russa ha limiti chiari. Da più di 10 anni, Mosca esercita forti pressioni per la costruzione di un secondo gasdotto Power of Siberia 2, ma Pechino ha sempre rifiutato di impegnarsi. Putin sperava di concludere un accordo in occasione della visita di Xi a Mosca nel marzo 2023. Ma nella dichiarazione comune hanno solamente promesso di fare “sforzi congiunti importanti per fare avanzare i lavori di studio ed i negoziati”. Il gasdotto porterebbe in Estremo Oriente una parte del gas naturale russo, precedentemente venduto all'Europa ed oggi bloccato, via la Cina attraverso la Mongolia. Ma il progetto porterebbe complessivamente vantaggi limitati e molti rischi per la Cina. Aggiungendo Power of Siberia 2, l'approvvigionamento di gas naturale russo supererebbe largamente i due terzi delle importazioni della Cina, una parte troppo elevata per i vantaggi di Pechino. Il progetto rischierebbe ugualmente di costituire l'oggetto di sanzioni americane. Washington ha sanzionato il gasdotto russo Nord Stream 2 verso la Germania, quando era già stato costruito e pronto a funzionare. Gli USA hanno anche sanzionato il progetto Arctic LNG 2, quasi terminato, nel quale due imprese pubbliche cinesi detenevano partecipazioni, come anche i terminali di consegna associati.

Un grande mercato per le vetture, gli apparecchi elettrodomestici e le macchine da utensili.

L'altra metà dell'equazione commerciale é rappresentata dal flusso di merci dalla Cina verso la Russia. Pechino é il solo grande paese a non aver applicato le sanzioni contro Mosca. La Cina ha sostituito l'Europa come principale fonte di prodotti manifatturieri per la Russia In questo aspetto sono presenti considerazioni strategiche ed opportunistiche in parti uguali. La maggior parte delle imprese occidentali hanno lasciato la Russia per timore di sanzioni e di danni alla loro reputazione. Le imprese cinesi non subiscono alcuna pressione in materia di danni d'immagine - infatti, il fabbricante di PC Lenovo e l'impresa di nolo di passaggi Didi (tipo Uber) hanno subito i fulmini dei media sociali in Cina per aver annunciato la loro intenzione di lasciare la Cina nel corso del 2022 - e tutte sono impazienti di riempire il vuoto venutosi a creare. E' nel campo della vendita di vetture che l'effetto è stato più significativo: le marche cinesi rappresentano ormai l'80% del mercato russo. La vendita di apparecchi elettrodomestici e di elettronica per il gran pubblico, ha conosciuto ugualmente una crescita impressionante.

Analisi della situazione

La maggior parte delle categorie di consumo risultano largamente non colpite da sanzioni e tali resteranno certamente, anche se l'esercito russo ha l'abitudine di strappare le “pulci” elettroniche (cheaps) dagli elettrodomestici per equipaggiare materiale da combattimento. Le esportazioni cinesi di prodotti a doppio uso risultano più problematiche. Gli USA hanno compilato una Lista Nera delle imprese cinesi accusate di deviare verso la Russia prodotti americani vietati. In febbraio, l'Unione Europea ha sanzionato per la prima volta tre imprese cinesi, per aver fornito alla Russia prodotti a doppio uso vietati. Ma se imprese cinesi vendono prodotti cinesi senza componenti americani o europea, esse rimangono al di fuori della portata delle sanzioni occidentale. Peraltro, esistono casi evidenti di imprese cinese che aiutano la Russia a sfuggire alle sanzioni, specialmente in quello che concerne l'acquisto di semiconduttori. Secondo l'Istituto KSE, basato a Kiev, le importazioni di pulci elettroniche russe sono diminuite solo per breve tempo, dopo che le imprese occidentali hanno imposto controlli all'esportazione e sono aumentate, successivamente, in maniera incredibile tanto che la Russia ha finito per importare il 44% delle pulci elettroniche in più (valori del 2022), rispetto al periodo pre invasione nel 2021. I venditori della Cina, compresa Hong Kong, hanno rappresentato l'87% delle importazioni russe di pulci elettroniche nel quarto trimestre del 2022, contro il 33% del 2021. Più della metà delle pulci elettroniche vendute dalla Cina alla Russia sono state identificate in tutti i tipi di equipaggiamenti militari russi, catturati dall'Ukraina. Nel dicembre 2023, il Tesoro americano ha sanzionato una rete di persone e di imprese cinesi per aver acquisito equipaggiamenti di semi conduttori e di armi per la Russia.

I limiti di una “amicizia senza limiti”

La maggior parte delle categorie di scambio commerciali presentano uno schema coerente: un aumento considerevole nel corso dei primi 15 mesi di guerra, seguito poi da una sosta. Tutto questo suggerisce che la volontà o la capacità di assorbire le esportazioni dell'altra parte ha raggiunto dei limiti. Nel corso del periodo successivo il livello di scambi può essere sostenuto, ma le prospettive di crescita risultano comunque modeste. E malgrado l'aumento massiccio delle loro vendite in Russia, le imprese cinesi hanno manifestato appena un timido interesse per investimenti in questo paese. Prima della guerra, il montante di investimenti diretti cinesi in Russia era trascurabile: appena 3,3 miliardi di USD, ovvero l'1% del montante di IDE (Investimento Diretto Estero) della Russia, secondo la Banca centrale russa. Il Ministero cinese del Commercio ha registrato una quantità elevata per lo stesso anno (11,4 miliardi di USD), ma ancora modesto e pari solamente allo 04% del totale degli investimenti totali cinesi all'estero. La Russia non pubblica più i suoi dati; il MOFCOM (Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese) ha registrato 233 milioni di USD cinesi in Russia nel corso del 2022, ovvero meno di un terzo del flusso annuo medio del decennio precedente. Gli investimenti cinesi in Russia riguardano principalmente l'energia, lo sfruttamento minerario e le infrastrutture connesse e sono in genere competenza del comparto dello Stato cinese, specializzato nelle risorse naturali. Queste imprese private sono sensibili al rischio di sanzioni a causa delle loro numerose operazioni all'estero. I controlli occidentali alle esportazioni hanno reso parimenti difficile l'approvvigionamento di equipaggiamenti e componenti. La costruzione del progetto Arctic LNG 2 é stata interrotta per 8 mesi nel 2022, al fine di rimpiazzare gli equipaggiamenti europei con equivalenti cinesi. Le imprese private cinesi sono quasi tutte prudenti. Quando il governo russo ha proposto loro infrastrutture di produzione automobilistica libere dalle imprese occidentali, a condizioni preferenziali, le imprese cinesi erano disposte ad utilizzare le nuove infrastrutture solo per l'assiematura dei kit importati, pur conservando il diritto di sospendere la produzione e di lasciare i luoghi senza penalità.

Il manuale dello Stato sotto sanzioni

La Cina gestisce le sue relazioni con la Russia ispirandosi ad un manuale, messo a punto dal governo nel corso degli anni di relazioni con altri Stati duramente sottoposti a sanzione, come la Corea del Nord e l'Iran. La Cina é diventata maestra nell'arte di massimizzare le transazioni, pur sapendo che esistono linee rosse da non superare (fatto che nel caso della Russia significa non vendere materiale militare mortale). Pechino, consiglia alle imprese di Stato, che hanno importanti esposizioni all'estero e che sono quindi vulnerabili ad entrare a far parte della Lista Nera americana, di adattarsi alle sanzioni. Le banche di Stato cinesi rispettano le sanzioni finanziarie con la stessa diligenza dei loro omologhi occidentali. Le imprese private sono lasciate a sé stesse per quanto attiene al calcolo dei rischi e dei benefici. Secondo questo manuale, diverse imprese cinesi si sono ritirate dal mercato russo, anche nei settori strategici dell'energia e della meccanica (macchinari). Sinope ha congelato i negoziati su un investimento in una fabbrica petrolchimica russa nel 2022. Le multinazionali petrolifere, CNOOC e CNPC, hanno sospeso i loro contratti di finanziamento e di acquisto nel contesto del Progetto russo Arctic LNG 2 a causa di nuove sanzioni imposte dagli USA nel dicembre 2023. L'impresa pubblica meccanica Weichai Diesel Engine Corp, ha cessato di fornire motori alla Russia e si é ritirata da impresa comune russo-cinese nel corso del 2022, dopo che il suo partner russo KamAZ é incappato nelle sanzioni USA. Le imprese cinesi che infrangono le sanzioni non sono in genere importanti per Pechino e possono essere considerate come agenti rinnegati isolati. Quando queste vengono individuate e diventano esse stesse oggetto di sanzioni, Pechino reagisce solamente con proteste formali. Le relazioni economiche della Cina con la Russia sono pertanto durevoli ed impermeabili alle pressioni politiche dell'Occidente. Ma esse sono limitate da un lato dal ridotto potere di acquisto della Russia e dall'altro dal desiderio di Pechino di evitare le linee rosse delle sanzioni.

 


 

 

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