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1772-1793: Storia della spartizione della Polonia

UNA NAZIONE CONTESA TRA RUSSIA PRUSSIA E AUSTRIA.

In venti anni scompare la Polonia, tra crisi interne, ingerenze straniere e accordi segreti.


21/11/2024 - Massimo Iacopi


(Assisi PG)

STORIA DELLA  POLONIA CONTESA TRA RUSSIA PRUSSIA E AUSTRIA

Premessa

Nel 1772, nel 1793 e nel 1795 la Polonia subisce tre spartizioni da parte dei governi russo, prussiano ed austriaco, prima di essere dissolta come Nazione. Tutto nasce da una crisi interna di sovranità di cui hanno immediatamente approfittato i famelici vicini, ma il ricordo di quei fatti é ancora ben vivo nell'immaginario collettivo polacco. L'edizione dell'Annual Register dell'anno 1772 si apre con una constatazione: l'Europa ed il mondo sono entrati in un periodo di incertezza. La “spartizione” della Polonia, a quell'epoca é appena agli inizi ed il giornale britannico non ci vede la conseguenza ineluttabile dell'anarchia del Paese, ma soprattutto un punto di rottura dalle conseguenze incalcolabili. In effetti, questo smembramento non é che il primo di una serie: la Repubblica di Polonia (Rzeczpospolita) o Repubblica delle Due Nazioni, cessa di esistere a seguito della spartizione iniziata dalla Prussia, dalla Russia e dall'Austria nel 1772, 1793 e 1795. Napoleone Bonaparte (1769-1821) risusciterà nel 1807 un Granducato di Varsavia, di cui l'atto finale del Congresso di Vienna annullerà l'esistenza nel 1815. Il ducato napoleonico diviene a quel punto un Regno del Congresso, sotto protettorato russo.

La crisi di sovranità

La storiografia moderna ha mostrato un rinnovato interesse per la crisi di sovranità che ha evidenziato la repubblica di Polonia nel XVIII secolo, a partire in particolar modo dal censimento della storia delle Diete. Come monarchia mista, nella quale il re non può procedere a qualsiasi cambiamento senza l'accordo della Dieta, la Repubblica di Polonia non ha come scopo l'accrescimento territoriale, né la gloria del re, ma la difesa della libertà, intesa come una somma di libertà e di privilegi a beneficio dei nobili (szlachta). Questo sistema entra in crisi, già da prima del XVIII secolo, per effetto del sistema dell'elezione dei monarchi, che sottintende, automaticamente la presenza di ingerenze esterne nella sua designazione, ma nel XVIII secolo, con l'interruzione sistematica delle Diete per mezzo del liberum veto, una disposizione secondo la quale qualsiasi deputato disponeva della capacità di interrompere le deliberazioni della dieta gridando semplicemente “Nie Pozwalam”, ovvero “Io non autorizzo”. Questa disposizione viene specialmente strumentalizzata dalla Russia e dalla Prussia, che si inseriscono progressivamente nel sistema polacco per mezzo di potenti patronati nobiliari, specialmente intorno alla famiglia principesca Czartoryski, come anche per effetto di trattati che garantivano “in perpetuo” le frontiere o le istituzioni, Nel 1764, Stanislao Augusto Poniatowski (1732-1798) viene eletto re di Polonia con la protezione dell'imperatrice di Russia, Caterina II (1729-1796) - vale a dire sotto la minaccia di un intervento diretto delle truppe di San Pietroburgo. Nel 1768 un trattato impone alla Dieta di Polonia l'instaurazione di un quasi protettorato russo. Questa influenza della corte degli zar a Varsavia é per molti l'effetto della situazione di guerra civile che vive la Polonia dal 1767 al 1772, con la moltiplicazione delle “confederazioni” nobiliari contro il re - Confederazione di Radom -, che reclama con il sostegno della Russia, la reintegrazione nella Dieta dei “dissidenti religiosi” e difendendo il “liberum veto”, quindi Confederazione di Bar, ostile al re ed alle interferenze russe. In realtà la causa della spartizione polacca dipende molto di meno dalla crisi interna della Nazione, ma piuttosto, queste vanno ricercate nel gioco diplomatico a diversi livelli. Se le tre dichiarazioni delle potenze che si spartiscono il paese, mettono in evidenza “l'anarchia” della Polonia, fra le pretese ed i diritti che li autorizzano a “ristabilire la tranquillità ed il buon ordine all'interno della Repubblica”, questa anarchia serve piuttosto da pretesto per rimettere in causa il fragile equilibrio delle potenze europee e nutrire i loro appetiti a danno della Polonia o dell'Impero Ottomano. Di fronte alle ingerenze russe, il re di Prussia (ovvero la Prussia ducale) Federico II di Hohenzollern (1712-1785) coltiva precocemente l'ambizione, seconda una formula diventata celebre, di “mangiare la Polonia foglia per foglia”, come un carciofo. Egli concupisce in particolar modo la Prussia reale polacca, intorno a Danzica (Gdansk), staccata dal XV secolo dalla Prussia ducale e passata a quel tempo sotto il controllo polacco. Una Convenzione segreta, sancisce, nel 1767, l'alleanza della Prussia con la Russia, in primo luogo per non ostacolarsi a vicenda, quindi per trarre un vantaggio congiunto dalla situazione. Per quanto concerne Giuseppe II (1741-1790) - imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e coreggente, con l'imperatrice Maria Teresa d'Asburgo (1717-1780), degli Stati ereditari degli Asburgo dal 1765 (Austria, Boemia ed Ungheria) - Egli decide, fra 1769 ed il 1770, nel contesto della guerra fra la Russia e l'Impero ottomano, di rinforzare il cordone militare alle frontiere del Regno d'Ungheria ed approfitta dell'occasione per riprendere il possesso della Zips (Spis/Spisz). Questo comitato (contea) ungherese, dato in pegno nel 1412 al regno polacco, da molto tempo si era liberato dalle sue obbligazioni finanziarie, sebbene la sua annessione alla Repubblica della Polonia fosse diventata un fatto meramente teorico. Resta il fatto contribuisce ad evidenziare alle potenze vicine che risulta abbastanza facile impadronirsi di un pezzo del territorio polacco senza colpo ferire. Per gli osservatori europei, vedere l'imperatore del Sacro Romano Impero impegnarsi in una politica di espansione territoriale, a dispetto di tutti i principi politici che reggevano il Sacro Impero, significava rimettere in discussione l'esistenza dello stesso impero, come quella della Polonia.

Ostacoli ed esitazioni

Maria Teresa e Giuseppe II, tuttavia, tardano ad acconsentire alla prima spartizione che Federico II di Hohenzollern e Caterina II hanno concertato sin dal 1771, in quanto diverse tensione e timori complicano l'accordo, Entrambi fanno fatica ad abbandonare le loro pretese sulla Slesia, perduta nel 1748 a vantaggio della Prussia nel corso della Guerra di Successione d'Austria. Come la corte di Versailles, essi temono soprattutto che con la scomparsa della Polonia possa venire meno la “barriera” fra gli stati ereditari degli Asburgo e la Russia, la cui crescita di potenza a danno dell'Impero ottomano, rischia di far saltare l'equilibrio di potere fra le potenze europee. Maria Teresa si oppone ancora ad uno smembramento della Repubblica di Polonia, in nome della “morale” - che bisogna peraltro interpretare come l'assenza di solidità della pretesa austriaca nei confronti del diritto delle genti. Tuttavia, queste reticenze non impediscono alla Corte di Vienna di accettare, nell'agosto 1772, la prima spartizione della Polonia, che priva la Repubblica delle Due Nazioni di un terzo del suo territorio e di metà della popolazione. La Corte di Vienna guadagna, alla fine, il “lotto” più importante, la Piccola Polonia e la parte occidentale della Polonia, riunite in un Regno di Galizia. Caterina II si annette i territori ad est della Dvina e del Dnieper. Il re di Prussia ottiene la Prussia Reale, senza Danzica, né Thorn (Torun) ed una parte della Grande Polonia, il “lotto” più piccolo, ma che gli consente di riunire la Prussia al Brandeburgo.

Scomparsa di una Repubblica

Questa prima spartizione porta con sé i germi delle seguenti: la fragilità dei Trattati di Cessione, che non propongono alcuna garanzia, l'affare di Danzica - che, sebbene rimasta polacca deve accettare, nel 1773, le clausole commerciali della Prussia, arrestando il commercio sulla Vistola, la nuova prossimità di tre imperi e le loro ordinarie interferenze negli affari polacchi, che apriranno la via alle spartizioni del 1793 e del 1795. Eppure, la spartizione del 1772 non determina immediatamente la morte della vita politica polacca, L'inizio della riforma, lanciata nel 1765 dal re Stanislao II Augusto Poniatowski, viene indubbiamente interrotta dalla 1^ spartizione e quindi ostacolata dal protettorato e dal disaccordo delle potenze interessate. Resta il fatto, che la Grande Dieta, riesce a trovare un accordo sulla costituzione di un esercito di 100 mila uomini, sulle procedure di approvazione con voto maggioritario e sull'imposta nobiliare. Tale accordo consente anche l'espressione di nuove voci, precedentemente non rappresentate, nel caso specifico, dei borghesi delle città e degli Ebrei. La Costituzione, presentata il 3 maggio 1791 davanti ad una assemblea ridotta, viene promulgata il 5 maggio seguente, come un colpo di Maestà. Approvata dalle Diete “delle Due Nazioni”, essa, non solo ridefinisce la Repubblica di Polonia come una monarchia ereditaria fondata sul principio della maggioranza e dotata di un esercito permanente, ma trasforma in tal modo, la nazione politica, esclusivamente nobiliare fino ad allora, in una comunità di proprietari. Nonostante i suoi considerevoli limiti - il servaggio ad esempio non viene soppresso -, la Costituzione del maggio 1791, elaborata anche sulla base della Rivoluzione francese, si inscrive pienamente nello spirito del tempo, suscita ampie discussioni in Europa e riceve le felicitazioni (non accompagnate da molti preconcetti) da parte delle corti austriache e prussiane, che, da parte loro, si impegnano a rispettare la Costituzione “fuori da accordi fra di loro”, per mantenersi le mani libere nella loro lotta contro la Rivoluzione francese. Tuttavia, viene proclamata una nuova confederazione a TargoWica il 14 maggio 1792, per ristabilire la monarchia e per impedire al sovrano di cercare appoggi, nelle città o fra i contadini, contro la nobiltà e di introdurre governi provinciali: quest'ultimi, in effetti avrebbero dovuto creare ostacoli, sia alle libertà nobiliari, sia al protettorato russo. Sebbene questa confederazione sia stata fondata a San Pietroburgo e non benefici di un largo sostegno nobiliare, essa rimane nel contesto del quadro istituzionale della monarchia mista, che nega dal XVI secolo, al re di modificare le istituzioni. Purtroppo per lui, Stanisalo II, cedendo a queste richieste precipita la sua caduta e la scomparsa definitiva della Repubblica. La questione d'Oriente e la guerra contro la Francia contribuiscono ad accelerare il processo. La corte di Berlino, approfitta delle peripezie austriache a Valmy e nei Paesi Bassi, per avvicinarsi alla Russia e per mettersi d'accordo su una seconda e più massiccia spartizione, che la Dieta di Grodno, ultima Dieta della Repubblica in Polonia, finisce per accettare il 14 ottobre 1793, approvando “l'eterna alleanza” della Russia e della Repubblica di Polonia. La rivolta, nel marzo 1794 da Taddeo Kosciuszko (1746-1817), vecchio generale della guerra di indipendenza americana ed amico di Lafayette, incontra inizialmente qualche successo militare che determina la sommossa di Varsavia e la conquista di Wilno (Vilnius), La dichiarazione di Polaniec, che abolisce parzialmente il servaggio, consente di aumentare gli effettivi dell'esercito polacco, ma non risulta sufficiente a ricevere il sostegno della Convenzione francese. L'intervento congiunto - ma non concertato - delle truppe russe, prussiane ed austriache porta, alla fine, alla sconfitta di Praga, nei sobborghi di Varsavia, nel novembre 1794 ed alla capitolazione polacca. L'anno seguente,1795, il terzo atto della spartizione sopprime la Repubblica di Polonia, non senza conflitti diplomatici e scontri militari fra le tre potenze sovraintendenti alla spartizione. La smembramento definitivo della Repubblica delle Due Nazioni, non appena completato, appare come il punto culminante di una diplomazia di gabinetto, che coperta dal segreto, non tiene conto ed i deliberatamente le sovranità ed i popoli. A tal fine non é stato indetto nessun Congresso e non é stata ricercata nessuna garanzia. A parte qualche lettera formale fra Caterina II e Federico di Prussia, i sovrani si sono parlati per mezzo dei loro plenipotenziari, negoziatori esperti di grande professionalità. Il negoziato é stato condotto a colpi di note, prodotte a seguito di incontri bilaterali - da cui deriva la lentezza, indotta dalle distanze fra le tre Corti, dai loro conflitti interni e dall'esperienza del mercanteggiamento, ma anche va messa in evidenza la complessiva opacità di tutto il processo decisionale. Alcune dichiarazioni accettate dalla Dieta delle Due Nazioni, seguite da trattati di amicizia, tentano con grande difficoltà di reinserire la spartizione nell'ambito del diritto delle genti. Il Corpus documentale edito dei negoziati, sul quale gli storici si basano per scrivere la storia delle spartizioni, sebbene importante, rimane molto frammentato. Prodotti da storici al servizio delle dinastie, queste edizioni sono state assiemate per stabilire la cronologia ed attribuire responsabilità, sia alle potenze esterne, come alle dirigenze polacche e lituane. Oggi gli storici ricorrono generalmente alle cifre, di superfici o di popolazioni, per descrive la spartizione, ma questi elementi e queste conoscenze non risultavano disponibili nel XVIII secolo, sebbene fosse illusorio determinare l'uguaglianza dei “lotti” come anche il principio del 1° atto della spartizione.

Una suddivisione brutale

Le rivendicazioni, miscuglio di diritti storici - come il regno di Galizia creato a nome del titolo ungherese sul Principato medievale di Halytch, di tracciati fluviali sommari e di vaghe nozioni commerciali - e di calcoli geopolitici e finanziari spesso astratti, per i quali i “lotti” del 2° e 3° atto della spartizione avrebbero dovuto compensare il costo delle guerre contro la Francia rivoluzionaria, risultano raramente accompagnati da carte militari e difficilmente trascritte sul terreno. In queste condizioni, il tracciato finale delle frontiere non rispetta i limiti storici delle entità rivendicate, che servivano ancora di base a tutti i progetti di scambio nel XVIII secolo. Al di là dei principali bottini - le miniere di sale di Wielicka per l'Austria, il porto di Danzica per la Prussia e l'ingrandimento dell'Impero russo - non si conosce molto circa i negoziati a livello dei vari domini, tanto più che il sistema politico della Repubblica di Polonia lasciava ai signori locali una larga autonomia. L'integrazione del vecchio territorio polacco nei tre imperi rimette sicuramente in discussione tutto il discorso delle autonomia locali: il viaggio che l'imperatore Giuseppe effettua nel nuovo Regno di Galizia nel 1773, mette in scena l'irruzione del potere centrale nel vecchio sistema nobiliare polacco. Nonostante l'adesione formale proclamata dai sovrani al despotismo illuminato, gli spazi acquisiti con la spartizione diventano, tutt'al più, periferie d'impero e le cifre, nel lungo periodo, contribuiscono a contraddire la tesi di una vantaggiosa integrazione per lo spazio polacco-lituano e le sue popolazioni. Per contro, una nuova ingegneria statale, fatta di statistiche e di carte, si sviluppa sul vecchio territorio polacco, associando centinaia di commessi, spesso provenienti dalla vecchia nobiltà declassata dalla soppressione delle istituzioni nobiliari. Nel XIX secolo questa macchina statale crescente, sarà paradossalmente, nell'intervallo delle due sollevazione e dei progrom, uno dei fattori determinanti del processo di costruzione delle nazionalità e delle minoranze.

In definitiva potremmo affermare che lo sviluppo del sentimento nazionalista polacco è figlio della spartizione del suo territorio e delle sofferenze che di conseguenza ha dovuto soffrire il popolo polacco.


 

 

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