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Banca, Banche, Banchieri Il conflitto di interesse tra il ruolo e la pratica Feb 28 2006 12:00AM - Olinto Petrangeli (Rieti) Samuel Beckett si poneva il quesito se fosse più grave delitto rapinare o fondare una banca. Certo il quesito era provocatorio, però….. Se pensiamo alla storia della banca o meglio alla storia dei tassi di interesse, alcune riflessioni sono inevitabili. Storicamente il prestare denaro a interesse era vietato dalla morale cattolica in quanto considerato usura. San Tommaso d'Aquino nel 1225 citava Aristotele il quale riteneva che la moneta fosse sterile e un atto contro natura farle produrre altra moneta . Solo nel corso della riforma molte personalità di spicco di religione protestante presero le difese del credito e dell'interesse. Tra queste Calvino, Lutero e soprattutto quel Zwingli che attuò la riforma in Svizzera e che negava che le sacre scritture proibissero l'usura. A sostegno richiamava il comandamento di «rimettere i debiti ai propri debitori». Questa è la ragione per cui le banche trovarono terreno fertile nei paesi investiti dalla riforma e soprattutto in Svizzera, dove li pensiero religioso di Zwingli si affermò in tutto il paese. Oggi nessuno può negare il ruolo positivo che svolge l'industria bancaria nello sviluppo di un paese, ma con altrettanta sicurezza nessuno può negare le distorsioni che il sistema produce in paesi come l'Italia la cui economia trae il capitale di rischio (quasi) esclusivamente dal prestito bancario. Come in tutti i campi il mancato rispetto delle regole o il loro aggirarle produce danni soprattutto ai più deboli. I recenti episodi di patti e contropatti, scalate e scalatine, hanno posto in evidenza le distorsioni del sistema e dello scorretto rapporto tra sistema bancario e economia reale. L'economia sta lasciando il posto alla finanza e questo è un male perché, come è noto, la finanza sposta la ricchezza mentre l’economia la produce . Nel nostro paese un ulteriore difetto è rappresentato dell'accesso al credito, il cui meccanismo non può essere modellato in modo uniforme per tutto il paese in presenza di una sistema economico decisamente diverso nelle varie zone d'Italia. Nei bilanci delle nostre banche la quota maggiore degli utili proviene dai servizi piuttosto che dalla intermediazione. Questo significa che in carenza di utili da intermediazione vengono aumentati i costi dei servizi bancari che da noi sono i più alti d' Europa. Un dato per tutti: negli ultimi 7 anni il costo dei servizi è aumentato del 35 %, (oltre il 5 % l'anno mediamente) di tal ché, ad esempio, il costo per la tenuta di un c/c in Italia è di circa 152 € rispetto a 52 € in Olanda: ecco l'effetto della italianità del sistema bancario difeso a spada tratta dal precedente Governatore della Banca d'Italia, in barba alla tanto declamata libera concorrenza.
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