GRAFFITI-ON-LINE.COM
2002-2024 Graffiti-on-line.com Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati.
Archeologia industriale e protoindustriale reatina (*) Appunti e figure: Teatro di antiche macchine Feb 28 2006 12:00AM - Roberto Marinelli (Rieti) L’idea di rappresentare graficamente le attività industriali del passato, presenti nel territorio che oggi costituisce la provincia di Rieti, trova il suo senso, anche estetico, nella ricostruzione delle diverse tecniche di produzione, che in molti casi possono essere ricomposte nelle singole fasi, individuando a volte i siti, i vecchi attrezzi, gli stabili in cui si svolgevano le attività produttive, secondo i criteri dell’archeologia industriale. Ognuna delle immagini presentate costituisce un appunto di lavoro, un suggerimento di riflessione tematica da sviluppare, utilizzando le fonti disponibili: quelle bibliografiche, per le tante ricerche già avviate nel settore anche sul nostro territorio; quelle d’archivio per documentare le attestazioni ufficiali relative alle industrie del passato; quelle iconografiche da cui trarre informazioni preziose sul funzionamento di macchine e utensili; quelle orali, quando possibili, per verificare l’organizzazione del lavoro e l’incidenza della manualità e delle diverse specializzazioni. Ognuna di queste immagini è anche il frutto di un lavoro preliminare di ricerca, che ha consentito di corredare il disegno di dettagli e particolari tecnici precisi, riferibili a volte a soluzioni tecniche adottate in ambiti territoriali specifici, oppure più generali, comunque sempre riscontrabili sul piano documentario. Ogni disegno fornisce indicazioni precise da verificare. L’effetto estetico è mirato all’analisi storica e al confronto, più ampio possibile, dei dati e delle soluzioni tecnologiche riscontrate e ricostruite. 1. La tessitura con il telaio di legno, ultima fase del ciclo di trasformazione della canapa, nella Piana Reatina, e della lana, nelle zone di montagna. La produzione della canapa era concentrata nelle zone umide, in particolare intorno a Lago Lungo e Ripa Sottile, e veniva utilizzata per la produzione di panni e di corde. La produzione e soprattutto la lavorazione industriale della lana ebbe un grande sviluppo, fino al secolo XVI e XVII, nel Leonessano, tanto che la via detta di Cima di Monte, che collegava Leonessa e Poggio Bustone, per i valichi del Terminillo, era detta La via della Lana. Nell’Ottocento rimaneva la tradizione della produzione di panni fatti al telaio a livello casalingo, dalle donne, soprattutto nel Cicolano. Chi si poteva permettere un telaio a casa ed aveva la capacità di produrre panni, era in grado di integrare sostanziosamente il bilancio familiare. 2. La follatura o gualcatura, ossia infeltrimento dei panni con macchine idrauliche, momento fondamentale della lavorazione dei tessuti, secondo i criteri in uso fino all’inizio dell’età moderna. Le gualchiere erano presenti in tutte le località ricche di corsi d’acqua perenni e con portata costante e cospicua. Erano per questo concentrate soprattutto nel Leonessano, dove era stato addirittura costruito un ardito sistema di canalizzazione, per convogliare alle porte della città l’acqua delle principali sorgenti della Vallonina, nel cuore della Montagna. A Rieti le industrie di questo tipo stavano lungo il corso cittadino del Torrente Càntaro, che entrava in città da Porta d’Arce, provenendo dalla Bollica di Villa Reatina, e correva veloce tutto l’anno parallelamente alla Via di Regno, l’attuale Via Garibaldi. 3. Il torchio per la stampa, arte che a Rieti ha avuto botteghe raffinate, fin quasi dalle origini, nel secolo XVI, come ricorda Angelo Sacchetti Sassetti in un suo studio del 1916 su librai e tipografi reatini. Eredi di quella nobile arte furono nell’Ottocento i Trinchi e nel secolo successivo i Faraoni, famiglia d’origine ternana. 4. La tramoggia e la macina di un antico mulino da grano, interamente costruito in legno ed azionato dall’acqua, secondo la tecnica medioevale, largamente diffusa in tutto il territorio della Sabina e del Reatino. A Rieti i mulini erano numerosi, per la grande ricchezza di acqua, e distribuiti lungo il corso del Torrente Càntaro, sia dentro che fuori la città, lungo il Rio Salce, a nord della città, verso Campo Reatino, e sulle sponde del Velino e della Cavatella del Borgo. Il Borgo, centro di tutte le principali attività produttive, era il punto di massima concentrazione dei mugnai. Nel secolo XVI se ne contavano sei, sia per il grano che per il guado. Come mugnai e poi come commercianti, mossero i primi passi nell’imprenditoria i Potenziani, tra il Borgo e i fondaci di Via San Francesco, a iniziare dal XV secolo. 5. La fabbricazione a mano dei laterizi, con forme e stampi di legno e fornaci stabili in muratura, diffusa nelle zone alluvionali del Reatino fin dal medioevo, e protrattasi, sostanzialmente con gli stessi sistemi, fino alla seconda guerra mondiale. La maggior concentrazione di fornaci da laterizi si aveva al Borgo di Rieti dove, fino all’inizio del Novecento si arrivò a contarne ben cinque: due lungo gli stagni del Turano (Martini e Fronzetti); una nella Piazza Sant’Angelo (Mazzilli a Piazza Cavour); una negli orti della Prepositura di Sant’Angelo, poi divenuta dei D’Orazi. 6. Il trasporto, su speciali carrelli di ferro, dei mattoni essiccati agli ingressi del forno a recupero continuo di calore, soluzione di alta tecnologia tedesca per le fornaci industriali per laterizi di fine Ottocento, che a Rieti trovò applicazione nei primi anni del Novecento. Le soluzioni tecnologicamente avanzate, per quell’epoca, furono adottate prima dalla Fornace Fronzetti, agli stagni del Fiume Turano, a sud della città, e nel secondo decennio del Novecento dalla Fornace D’Orazi del Borgo. 7. Ricostruzione della mola del frantoio elettrico di Palazzo Naro a Mompeo in Sabina, dei primi del Novecento. Gli impianti azionati elettricamente andarono a sostituire quelli ad energia animale o idraulica, che avevano avuto larga diffusione fin dal medioevo in tutta la Sabina, per la produzione dell’olio d’oliva. L’energia elettrica consentì di utilizzare locali molto più vasti, veri e propri stabilimenti, in certi casi, superando i limiti che caratterizzavano i frantoi tradizionali, che dovevano essere impiantati esclusivamente in prossimità di cospicui corsi d’acqua. 8. Macchine in ferro e legno d’inizio Novecento, azionate elettricamente, utilizzate nelle fasi dell’asciugatura nel processo di concia delle pelli animali. Un’industria diffusa a Rieti fin dal medioevo, grazie alla straordinaria ricchezza d’acqua, che in passato era indispensabile non solo per la lavorazione dei prodotti, ma anche per azionare le macchine. A Rieti, zona di transito della transumanza, confluivano materiali provenienti dagli allevamenti delle montagne dell’Abruzzo aquilano. 9. Elaborazione grafica sul tema delle caldaie per la raffinazione della materia prima nello Zuccherificio di Rieti alla fine dell’Ottocento. Si trattò della prima attività industriale moderna per la nostra città ed uno dei primi stabilimenti saccariferi d’Italia. 10. Particolare delle caldaie dello Zuccherificio di Rieti all’inizio del Novecento, di cui rimangono solo le immagini fotografiche e i documenti relativi al loro impianto. 11. Interpretazione grafica sul tema del lavoro femminile nel reparto “Filatura” della Supertessile, stabilimento della Snia Viscosa, all’inizio degli anni Trenta del Novecento. La realizzazione di questo stabilimento costituì il grosso elemento di novità nell’economia della città di Rieti, appena eretta a provincia, favorendo l’abbandono del lavoro nelle campagne e avviando la promozione di nuove industrie. 12. Le macchine per la lavorazione industriale della lana, al Lanificio Emilio Luna di Rieti, negli anni Trenta, realizzato fuori Porta d’Arce, lungo la sponda del Torrente Càntaro, di cui utilizzava l’acqua per la lavatura dei materiali grezzi. Il lanificio divenne l’erede naturale della pratica artigianale che si era sempre svolta, fino ad allora, direttamente nei luoghi di produzione delle aree montane ai confini dell’Abruzzo. (*) Il lavoro si basa sulla struttura ideata per il Calendario 2004, realizzato dal Consorzio per lo Sviluppo industriale della Provincia di Rieti, con i testi e i disegni di Roberto Marinelli ed il progetto grafico di Luca Ciavarelli.
2002-2024 Graffiti-on-line.com - Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. |