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Forum 3

La Nostra Professione / 2

In difesa dell’Ordine Forense


Feb 28 2006 12:00AM - Avv. Antonio Belloni (*)


(Rieti)

Sul finire dello scorso anno il Titolare dell’Antitrust, Professor Antonio Catricalà, ha scritto al Parlamento e al Governo sollecitando, in sintonia con l’orientamento e le posizioni dell’Unione Europea, la soppressione degli Ordini, delle tariffe, del divieto di pubblicità e di costituzione di associazioni con soci (Persone fisiche ovvero giuridiche) apportatori di puro capitale. E’ noto che la Comunità Europea ci qualifica, sia singolarmente che associati, come “imprese”, nell’ottica di un liberismo che non possiamo non rifiutare per molteplici ragioni,  soprattutto in nome della grande tradizione forense italiana ed europea (francese, tedesca e inglese). Per questo Catricalà ha scritto: «”Tra i professionisti ci sono troppi privilegi e poca concorrenza, la riforma degli Ordini è improcrastinabile. In particolare, egli individua quattro aree critiche che “rappresentano altrettanti freni al libero esplicarsi della concorrenza: ruolo degli ordini, le tariffe minime, i limiti alla pubblicità, i vincoli ai capitali esterni nelle società tra professionisti”. Egli ha messo nel suo mirino anche molti “codici che regolano gli Ordini” che spesso contengono, a suo avviso, disposizioni in cui la “concorrenza viene vietata o considerata un disvalore». Abolire gli Ordini Professionali e tra questi quello forense, significherebbe deprivare la collettività di una insostituibile “garanzia”. Infatti, il ruolo delle professioni “regolamentare” non è da ricondurre a una visione elitaria o lobbistica, bensì al senso di responsabilità che vuole sia assicurata la massima professionalità soprattutto in chi, come gli Avvocati “esercita la propria attività in piena libertà, autonomia ed indipendenza, per tutelare i diritti e gli interessi della Persona, assicurando la conoscenza delle leggi e contribuendo in tal modo all’attuazione dell’ordinamento per i fini della giustizia, vigilando sulla conformità delle leggi ai principi della Costituzione, nel rispetto della Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e dell’Ordinamento comunitario; garantendo il diritto alla libertà e sicurezza e l’inviolabilità della difesa, e la regolarità del giudizio e del contraddittorio. Tutto ciò, nel rispetto delle norme Deontologiche che sono essenziali per la realizzazione e la tutela di questi valori”.(dal Preambolo del Codice Deontologico Forense) Ed è in nome di questi valori, che ribadiamo con fermezza il nostro No all’abolizione degli Ordini Forensi, e delle tariffe forensi,  da mantenere quantomeno nei “minimi”, a  garanzia della qualità delle prestazioni e a evitare che si scateni, anche “sui prezzi”, una spietata concorrenza, in nome di un’iniqua applicazione della legge del mercato. La ragione di questa ferma presa di posizione, risulterà più chiara nello spiegare il nostro No, sia alla eliminazione del divieto di pubblicità che di associazione con soci apportatori di “puro capitale”. Se tanto fosse reso lecito, i grandi studi, il medio e grande capitale, strangolerebbero l’area professionale operante in “regime monocellulare”, che oggi costituisce l’asse portante delle professioni. Come potrebbero mai l’Avvocato monocellulare, ovvero la piccola associazione professionale, tanto diffusi soprattutto nel Centro-meridione e nelle zone più povere, contrastare la discesa in campo di grossi gruppi finanziari organizzati in mega studi, che rastrellerebbero il tutto ed ancora di più? E’ dunque, anche per imprescindibili principi sociali e di solidarietà che l’Avvocatura Reatina, all’unisono con quella nazionale, dice No, ad un progetto così devastante e destrutturante, figlio legittimo di un liberismo selvaggio dove il più forte distrugge il più debole.

In definitiva, le proposte dell’A.G.C.M. sono da respingere per il fatto che:

1.      Le professioni intellettuali (regolate o meno) non possono essere disciplinate, neppure sotto il profilo della concorrenza, alla stregua delle attività di impresa;

2.      Nell’ambito delle professioni intellettuali, le peculiarità di ognuna di esse pesano, e non sono solo un richiamo di facciata;

3.      La professione forense è diversa da tutte le altre professioni;

4.      Ciò che conta nella professione intellettuale è la qualità;

5.      La qualità significa preparazione, tirocinio, esperienza, aggiornamento continuo.

Naturalmente, l’impegno del Consiglio non dovrà né potrà esaurirsi con quanto sopra, ma proprio perché incombono simili prospettive, deve proseguire col massimo sforzo possibile, per assicurare comunque agli iscritti “formazione ed aggiornamento”.             Solo un Avvocato preparato ed aggiornato, può reggere l’impatto del mercato e della concorrenza, e adempiere alla sua missione in linea con i principi cui s’ispira l’avvocatura.

 

 (*) Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rieti

 

 


 

 

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