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La deriva istituzionale
Il balletto della finanziaria
Bettino Craxi li chiamava extraterrestri
Oct 24 2006 12:00AM - C. SARCIA'
(Rieti)
Già da qualche mese stiamo assistendo ad un balletto infame, cui mai ci saremmo sognati di assistere. A margine del balletto: Padoa schioppa, Prodi vaneggia e Bersani si meraviglia. Per non parlare di Visco che affila i canini. Manca solo un tavolino a tre gambe, sul quale interrogare gli spiriti per ottenere originali suggerimenti per una imposizione fiscale “equa e solidale”. Qualcuno gongola per l’incerta situazione, senza curarsi dei riflessi negativi che questo balletto procurerà agli Italiani. La percezione immediata che ne hanno i cittadini è scritta su un “manifesto” apparso di recente sui muri delle maggiori città italiane: “Ve lo avevamo detto…”. Che, spiegato a coloro che hanno votato Prodi, suona così: “Se aveste votato Berlusconi, adesso non avreste incertezze, la vita vi scorrerebbe più fluida e vivibile, ci sarebbe maggiore occupazione, meno tasse, niente ICI sulla prima casa, grandi opere in buona parte realizzate e così via…”. La caduta anticipata del Governo Prodi, è come un sogno. Ma come tutti i sogni di questo genere, avrà un costo che al risveglio ciascuno di noi dovrà pagare, in termini di riparazione dei danni che nella realtà sono stati nel frattempo provocati ed inflitti ai cittadini, indipendentemente dal colore politico. Il dissenso è trasversale ed emerge da tutte le 88 formazioni che illustrano il quadro politico italiano. L’ottantottesima formazione politica l’ha partorita fresca-fresca Follini: “L’Italia di Mezzo”…Qualcosa di eletto che non sta né in cielo, né in terra, come le privilegiate “terre di mezzo” in cui i Cinesi credono di vivere, sospese, nel loro immaginario, tra le somme terre degli Dei e le terre infime riservate agli esseri umani delle altre razze. Cose da Follini!
Ogni giorno se ne scopre una nuova e su ogni scoperta ci sono i timbri rossi dell’egemonia gramsciana e l’alito pesante della filosofia “riformista, buonista, affarista, cinica, papocchiona, surreale e creativa oltre il tremontismo” con cui la Sinistra vuole indorare l’amara pillola della finanziaria più sgangherata della storia d’Italia. L’esperienza di vita ci porta infatti a percepire l’immanenza di un pericolo sconosciuto che si sta manifestando nelle modifiche strutturali irreparabili e nei danni agli equilibri del sistema che, fino ad ora, pur tra rattoppi e rappezzi, bene o male, aveva consentito agli Italiani di sopravvivere.
Anche coloro che hanno votato Prodi con convinzione e buone speranze, pensano ormai che si tratterà di una stangata di proporzioni gigantesche, mai viste in precedenza, che non prevede alcun risparmio o taglio alla impazzita spesa pubblica, che impoverirà irrimediabilmente i ceti già cosiddetti poveri, farà piangere i ceti medi, livellerà verso il basso i titolari della fascia di reddito fino a centomila euro, i famosi “ricchi”, e porterà al fallimento buona parte delle piccole e medie imprese, intaccando quel “sistema virtuoso” che aveva sostenuto l’Italia dal dopoguerra in poi, malgrado la politica populista e demagogica della Democrazia Cristiana, in barba ai governi di Centrosinistra e controcorrente rispetto alle due catastrofi ricordate come Sessantotto e Tangentopoli.
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Al termine del sogno progettato dal quadrunvirato “Prodi-Visco- Bersani- Padoaschioppa”, quando gli Italiani si sveglieranno, dovremo tutti sopportare il peso dei danni che la “macelleria sociale” di questo Governo ci sta propinando, con il cinismo proprio dei supponenti e dei saccenti, al ritmo di un balletto infame e irresponsabile scandito dalla musica di tamburi stonati e inconcludenti.
Almeno avessero un progetto. No. Non ce l’hanno. Navigano “a vista” nella nebbia più fitta, senza neanche un Mark Twain qualunque che misuri loro il fondo, animati da un caparbio bisogno di vendetta che si prefigge il solo fine della demolizione di tutto il corpo legislativo berlusconiano, della distruzione politica ed economica di Berlusconi medesimo e dell’umiliazione di coloro che lo hanno votato. Il progetto include prioritariamente l’abrogazione, e salvo rari casi, la modifica di tutti i provvedimenti legislativi varati dal Parlamento nei cinque anni di Governo Berlusconi. Ma non soltanto di quelli riguardanti le vituperate materie della Cirami, delle telecomunicazioni, delle rogatorie, della salva Previti, delle successioni e donazioni, delle rogatorie, del rientro dei capitali, della devolution, della riforma della Giustizia, del ponte sullo Stretto, del m.o.s.e. di Venezia e dell’alta velocità. Le mire “riformatrici” sono rivolte a tutto ciò che è stato partorito dal Governo Berlusconi e che “deve” quindi essere assolutamente cancellato con meticolosa protervia e senza tralasciare neanche gli inoffensivi provvedimenti della propaganda berlusconiana, molti dei quali sono già stati abrogati col decreto Bersani. Una fra tutte: l’introduzione del trattenimento in servizio per tre anni fino al settantesimo anno di età, di alcune categorie di dipendenti pubblici, che aveva creato aspettative e che Bersani, senza pietà, ha cancellato, come fecero gli Americani con Hiroshima e Nagasaki. Lo avevano promesso in campagna elettorale e lo stanno facendo. Anzi, è l’unica delle promesse che stanno mantenendo. I loro nasi infatti si allungano a causa di tutte menzogne dette in campagna elettorale, ma la loro faccia è come il muro, non arrossisce e non cambia espressione, e il loro animo non si duole; al massimo può rivelare di tanto l’espressione soddisfatta e gongolante di chi ha realizzato un obiettivo. Basta osservare attentamente la maschera di Prodi, che più che alla mortadella, somiglia a un grosso rospo cui le mosche fanno anche piacere, perché se le mangia. Quello che stanno realizzando è un replay della “Liberazione”. Ogni soppressione di una legge del precedente Governo, ogni modifica in senso punitivo, è un pezzo di storia berlusconiana che viene infoibata, fucilata, o fatta sparire negli anfratti paludosi della pianura padana. Lo stesso destino, né più, né meno, che i loro “padri storici” riservarono ai vicini di casa, tra la data dell’armistizio e la consumazione del plurimo assassinio di Mussolini e dei suoi camerati di sventura.
Che poi uno pensa:”Vuoi vedere che alla fine ridanno le cure termali gratis ai militari invalidi per servizio, visto che Tremonti le ha sopprese? E magari riammettono in servizio i dipendenti pubblici costretti a rinunciare alla riammissione dalla legge-regolamento sapientemente predisposta dalla cricca dei dirigenti ministeriali comunisti infiltrati nella pubblica amministrazione nei posti di comando, malgrado il comma 53 dell’art. 1 della penultima “finanziaria” di Berlusconi, la famosa “Carnevale”, avesse chiaramente stabilito di riammettere in servizio e con lo stesso grado i dei dirigenti e i dipendenti pubblici allontanatisi precauzionalmente dal servizio per motivi giudiziari e poi risultati estranei ai fatti loro imputati. Ma è inutile sperare: cancellano solo quello che gli fa comodo e che può offendere Berlusconi e Tremonti. Per il resto, assumono ex brigatisti, si aumentano le indennità e si accrescono i privilegi. Ogni fine mese un parlamentare, di sola moneta contante, si ritrova in busta paga la bellezza di 15.000 Euro netti.
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Ma da cosa nasce l’accostamento agli extraterrestri che è nel sommario? Di recente un giornalista, mentre era in pieno svolgimento il balletto della finanziaria 2007, chiedeva a Prodi: “Presidente, cosa pensa dei recenti sondaggi che danno la sua coalizione sotto il 40% dei consensi?” Lo statista rispondeva: “Penso che, se Mosè avesse dato retta ai sondaggi, non avrebbe mai attraversato il Mar Rosso.” E Capezzone, nella rassegna stampa di Radio radicale di domenica 22 ottobre, commentava a denti stretti: “Bettino Craxi li chiamava Extraterrestri!” C’è da condividere il commento di Capezzone. Almeno stavolta. Quelli che partecipano all’attuale balletto, sembrano infatti sbarcati da un’astronave. Non solo parlano un’altra lingua, ma addirittura sembra che non ricordino nulla della storia e del costume del mondo che hanno “invaso”. Extraterrestri, appunto, che conquistano ed occupano pezzi di galassia e sferzano schiavi chini sui remi delle “galere”.
Il diligente Mastella, da parte sua, si è prodotto nella inquietante trovata dell’indulto. Pensava di passare alla storia come il più illuminato dei Guardasigilli. Invece passerà alla storia come lo sponsor di piccoli criminali, ma anche di mafiosi, riciclatori di danaro sporco e di evasori fiscali di grosso calibro. A margine, la delizia dei numeri dei soggetti scarcerati, che il sindacato della polizia penitenziaria dava al doppio di quelli dichiarati da Mastella. Mistero buffo…più buffo del consorte di Franca Rame.
Un’altra prode fatica del quartetto fiscale è la cosiddetta liberalizzazione delle professioni. I soli avvocati hanno cominciato subito con gli scioperi e non si sa quando finiranno. Un successone! Intanto i praticanti avvocati restano senza voce, non essendo rappresentati nei Consigli degli Ordini e vedono sfumare le loro esigenze di praticare dignitosamente e senza le assurde e mortificanti restrizioni cui sono sottoposti. Limitazioni per territorio e valore e cessazione del patrocinio dopo cinque anni. Dopo che il praticante ha acquisito la sua massima professionalità, viene cacciato via con un pedatone nel sedere.
Cosa ha fatto Bersani per dare dignità ai praticanti? Nulla. La connivenza supera ogni esigenza di vera liberalizzazione in senso etico ed europeista.
I provvedimenti fiscali applicati dal Governo prodi impoveriranno gli Italiani oltre ogni ragionevole previsione ed a bilanciarli nella propaganda ci sarà l’irragionevole provvedimento demagogico della liberalizzazione delle visure catastali che prima portavano un rilevante introito alle casse delle finanze, peraltro non contestato. Infatti ad un servizio altamente tecnico assicurato dall’amministrazione, dovrebbe per forza di cose corrispondere un adeguato tributo. Invece spunta la visura catastale libera e solo per additare al pubblico ludibrio gli aumenti apportati da Tremonti nella precedente legislatura.
Anche il provvedimento populista di eliminazione del contributo unificato nel processo del lavoro è in fondo un atto demagogico in funzione antiberlusconista. Rinunciano ad introiti legittimi che riguardano una parte insignificante della popolazione per auto legittimare l’intera manovra con cui metteranno pesantemente le mani in tasca agli Italiani.
Uno spettacolo di scarsa coerenza la maggioranza lo ha dato nei due rami del Parlamento con la tarantella degli emendamenti alla finanziaria presentati in numero stragrande addirittura dal Governo, che ha corretto sé stesso migliaia di volte. E’ il segno che non sono riusciti a varare un pacchetto di proposte definitivo, ma sono stati costretti dai loro stessi alleati a modificare riga per riga il programma finanziario, ponendo alla fine il voto di fiducia, visto che non erano d’accordo neanche tra loro. A tale misero spettacolo si è aggiunto lo spettacolo dei senatori a vita, schieratisi politicamente tutti a sinistra, anziché rimanere super partes, come si conviene a dei soci onorari senza diritto di voto, quali dovrebbero essere considerati dalla Costituzione i senatori a vita. Il panorama politico è infine allietato dalle elucubrazioni e dai contorsionismi di Casini. Ha cominciato con le tre punte, in ciò appoggiato da Fini che però, capito l’errore, è tornato suoi passi. Poi si è incamminato sulla strada dell’aperta contestazione contro Berlusconi, propugnando teorie sul centrismo, in un politichese stantio che ormai siamo tutti in grado di tradurre in italiano corrente e di non condividere. In sostanza Casini vuole soltanto crearsi un trampolino per rientrare al governo e rimanerci per sempre, qualunque sia lo schieramento vincente. La Malfa padre, ai tempi del reatino Saletti, sindaco di Rieti, per attenuare l’ardita manovra di appoggio alla DC, trasformò il partito repubblicano in “ago della bilancia”, sia pure dopo un iniziale contrasto a livello locale. L’operazione fu accettata anche a livello nazionale e condusse al pentapartito. Ebbene, Casini vuol fare anche lui l’ago della bilancia, e pur di governare, è disposto ad appoggiare quando la sinistra, quando la destra. Lo si è capito dalle ambigue dichiarazioni bipartisan costantemente rilasciate da quando era già Presidente della Camera, in ciò superato solo da Follini e da Tabacci. E’ vero…Berlusconi e il suo governo hanno commesso molti errori, hanno trascurato aspetti rilevanti, privilegiandone altri che hanno fatto discutere e perdere tempo prezioso. Tuttavia, se l’ideale che ispira un ex DC è un ideale anticomunista e se le scelte di governo ricalcano soluzioni che passano per il rispetto dei valori della vita, della famiglia e della religione, non è condivisibile la scelta di Casini, di collocarsi a cavallo di un abisso insicuro, per poi saltare da una sponda all’altra, a seconda della convenienza. Staremo a vedere!
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