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Omissioni della politica e crisi industriale a Rieti L’incontro del 10 novembre 2006 Nov 13 2006 12:00AM - Nazzareno Figorilli (Rieti) Il tema è stato trattato da Figorilli che ha ricordato come è nata la Provincia di Rieti.
Sicuramente con un tratto di matita sulla cartina geografica che ha messo insieme territori
tra loro diversi e lontani per cultura e vocazione, per necessità e per interesse. Una metà
circa del territorio fu staccato dalla Provincia di Perugia, l’altra metà circa da quello de
L’Aquila. Il 30% è costituito da boschi, il 30% da prati, il 40% da coltivato che
essenzialmente si trova nella Pianura Reatina e nella Bassa Sabina. Unica presenza
industriale fino agli anni ’60 la Supertessile oggi BembergCell in crisi, lo Zuccherificio in
attività solo stagionale e la Montecatini entrambe chiuse da anni.
L’industria – ha detto Figorilli – è il motore dello sviluppo economico e sociale, gli altri
comparti, agricoltura, turismo, commercio e servizi sono essenziali ma partecipano e
completano lo sviluppo di un territorio. Dico “sviluppo” – ha evidenziato Figorilli – e non
“progresso” termine di contenuto ideologico. Sviluppo come crescita integrale della
persona umana e del territorio nel quale vive. Crescita integrale, insieme spirituale e
immanente, dello spirito, dei sentimenti, della capacità di fare, del lavoro fisico e
intellettuale.
Non è stato facile e tuttora in fieri creare a Rieti il sentire e l’operare comune della gente. I
comportamenti sono ancora centrifughi verso i territori che formarono la Provincia, verso
Perugia e Terni, verso L’Aquila e Avezzano, verso Roma e verso Ascoli Piceno, tipici sono
per l’istruzione, per il lavoro, per il vestire. E’ necessaria una “nuova inversione di
tendenza” verso l’appartenenza territoriale alla nostra Provincia, verso il valore di essere
insieme comunità che vive il presente e costruisce il futuro per fare storia del proprio e
comune destino. Questo innanzitutto è compito della politica che ha il dovere di creare le
condizioni. Purtroppo la politica reatina è assente, è divisa all’interno delle coalizioni e
degli stessi partiti. La politica a Rieti necessita di un supplemento d’anima che faccia
ritrovare sè stessa e il compito che le spetta. E’ necessario che la politica apra alla
partecipazione reale della società civile e permetta l’impegno di persone nuove e
preparate in particolare di giovani. E’ necessario che la politica si riaggreghi su valori
antropologici condivisi, sul valore dell’essere comunità operante, sul valore del servizio e
non del potere.
A questo compito sono nuovamente chiamati i cattolici e la loro unità per mettere al centro
della politica di sviluppo la solidarietà con la sussidiarietà, principi propri dell’insegnamento
sociale della Chiesa. Come agli inizi degli anni ’60 cattolici come Marzio Bernardinetti,
Franco Maria Malfatti, Luigi Cipriani, Leonardo Leonardi espressero una “solidarietà
politica” con i socialisti del tempo, oggi è necessaria una “nuova solidarietà” su valori
condivisi da credenti e uomini di buona volontà. La solidarietà politica degli anni ’60
realizza a Rieti e in Provincia gli Istituti Tecnici allora inesistenti, prepara giovani diplomati
per la nascente industria reatina, realizza strade a scorrimento veloce di accesso nel
territorio reatino, realizza il Nucleo Industriale che occupa migliaia di uomini e di donne. La
Cassa per il Mezzogiorno a Rieti è stato un intervento “sussidiario” collegato alla
“solidarietà politica”, che fece comunità operante e chiese aiuto allo Stato in attuazione dei
principi sociali cristiani, che hanno sviluppato il resto d’Italia sia per l’aspetto economico
che sociale.
E’ necessario creare una “nuova solidarietà politica” che impegni Provincia e Comune di
Rieti, Camera di Commercio e Nucleo Industriale, Imprenditori, Scuole e Università per
trovare soluzioni imprenditoriali nel mercato. E’ necessario che la politica assuma il
compito della programmazione, che si avvalga di esperti economici per creare l’appetibilità
del territorio. Il valore della programmazione permette inoltre di monitorare le aziende
operanti per prevenire le crisi. Non è possibile tenere in piedi aziende che non stanno in
piedi, le crisi industriali vanno affrontate in tempo, accompagnate per aiutarle sulla via
della ripresa. Io non ho creduto – ha detto Figorilli – alla salvezza Snia Viscosa con la
BembergCell, come purtroppo non credo alla soluzione data alla Società Torda e
all’Alcatel. Non è la persuasione che segue alla protesta a rimettere in piedi l’azienda in
crisi. E’ necessaria la riconversione con l’attrazione del territorio per infrastrutture e
strutture tecnologiche a servizio delle imprese, scuole e università come centri di ricerca e
di preparazione di giovani di alto livello, facilità e convenienza di accesso al credito,
tranquillità sociale del territorio. L’occupazione non è un obiettivo ma un effetto
dell’intrapresa industriale. E’ necessaria una filosofia nuova dell’occupazione e la politica
reatina non è purtroppo in grado di comprendere le cause di mancati nuovi insediamenti
come la crisi delle industrie, si dispone al soccorso possibile ma inutile. La politica deve
uscire con celerità dalla omissione della programmazione.
Nell’incontro del 17 novembre si tratterà il tema “I cattolici e la politica. Perché a destra. Perché a sinistra.”
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