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Diritto di famiglia C’è richiesta diffusa di intervento UE Feb 12 2007 12:00AM - Avv. Rodolfo Calò (Rieti) Le convulsioni politiche generatesi in Spagna e soprattutto in Italia su matrimoni gay, Pacs e Dico, sembrano l'espressione di una esigenza attestata da un autorevole sondaggio anche a livello continentale: i cittadini europei chiedono un intervento più diretto dell'Ue nel settore del diritto di famiglia.
La libertà di circolazione consente ai cittadini europei, come mai era successo in passato, di viaggiare, lavorare e studiare liberamente all'interno dell'Unione europea e quindi molto spesso nascono nuove coppie e famiglie di cittadini di Stati membri diversi, che possono anche decidere di trasferirsi in un altro Stato europeo. Come dimostrato da un recente sondaggio ''Eurobarometro'', i cittadini europei chiedono questa maggiore attenzione da parte dell'Ue per garantire chiarezza e certezza giuridica alle normative in materia di diritto di famiglia, come i divorzi, l'affidamento dei minori e le successioni.
La rilevazione e' di quelle attendibili in quanto ha sondato ben 25.000 cittadini dai 15 anni in su, selezionati a caso e provenienti dai 25 Stati dell'Unione. Circa le aspettative sul ruolo dell'UE nella semplificazione del diritto di famiglia tra Stati europei, il 76% di tutti i cittadini si aspetta che l'Unione europea intervenga per semplificare la normativa per il riconoscimento degli atti di stato civile (certificati di nascita, di matrimonio) in un altro Stato membro. La stessa percentuale chiede all'Unione europea di prendere delle iniziative per quanto riguarda l'adozione di bambini provenienti da un altro Stato membro. I due terzi (67%) dei cittadini europei si aspetta dall'Unione europea una semplificazione della normativa sull'affidamento dei minori in un altro Stato membro e un 63% auspica una semplificazione delle procedure di successione in un altro Stato membro. La maggior parte dei cittadini (60%) conta che l'UE si occupi attivamente delle questioni inerenti alle procedure di divorzio. Su questo istituto, il 52% della popolazione dell'Ue a 25 Stati ritiene che i cittadini dovrebbero poter scegliere quale normativa applicare alla propria pratica di divorzio (quella del paese in cui vivono, quella del paese in cui vivevano, o quella del loro paese di origine), e decidere in quale paese portare avanti il procedimento. Questo è il punto di vista prevalente nei nuovi Stati membri (55%) e nell'UE-15 (51%).
Sul riconoscimento automatico dei divorzi consensuali,l'Eurobarometro ha rilevato che la maggioranza schiacciante degli intervistati (87%) è a favore di questo tipo di riconoscimento in ogni altro Stato membro. Malgrado l'ampio sostegno registrato a favore della questione, soltanto un terzo dei cittadini europei ritiene che il problema potrà interessare direttamente loro o un loro parente nei prossimi 20 anni.
Inoltre otto cittadini europei su 10 (80%) pensano che sia necessario garantire il riconoscimento dei testamenti in uno Stato membro diverso da quello del defunto e la maggior degli europei (77%) pensa che sia piuttosto difficile fare valere i propri diritti se si eredita da qualcuno che possiede dei beni in un altro Stato membro dell'Unione europea.
Eurobarometro ha anche sondato le aspettative riguardo alle priorità dell'Unione europea: il 38% dei partecipanti al sondaggio ritiene che l'Unione europea dovrebbe considerare prioritario il riconoscimento della documentazione legale nel settore del diritto di famiglia in ogni altro Stato membro. Una quota uguale (38%) ritiene che dovrebbe essere privilegiata l'introduzione di formati standard per documenti specifici. Un cittadino europeo su cinque (20%) infine pensa che bisognerebbe innanzitutto migliorare i meccanismi di traduzione dei documenti.
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