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Forum Numero 7

A proposito di Testamento Biologico

Vivere: tra diritto ed obbligo


Mar 28 2007 12:00AM - Avv. Olinto Petrangeli


(Rieti) I casi ieri di Welby e oggi di Nuvoli dimostrano che il nostro è un paese che preferisce commuoversi piuttosto che riflettere sui temi della vita e della sua fine, la nostra e quella di chi amiamo come dice lo scrittore Philip Roth nel suo ultimo bel romanzo “Everyman”. Dovremo pur abituarci a ragionare a prescindere dalle emergenze e dai casi individuali, così da ,avanzare proposte che risolvano il problema alla radice. E' il caso del Testamento biologico proposto da un nutrito gruppo di scienziati, tra cui il Prof. Umberto Veronesi, con il titolo «Nessuno deve scegliere per noi». Il presupposto è che ognuno ha il diritto di decidere cosa vuol fare della propria esistenza nel caso si trovasse in condizioni che lo privano della sua identità e della sua dignità di uomo e anche nel caso si trovasse in condizioni di non poter esprimere autonomamente la sua volontà. Questa possibilità concessa al cittadino è certamente un atto di civiltà e dovrebbe essere riconosciuto dal nostro ordinamento giuridico come principio di autodeterminazione nel rispetto della persona, del corpo e della mente. Peraltro garantirebbe anche la professionalità del medico che a volte è dilaniato dalla sua missione di curare ad ogni costo e dalla sua partecipazione al dolore del paziente tenuto in vita artificialmente e senza speranza. Ogni malato dovrebbe poter scegliere, anche se la sua scelta sarà di non esercitare il suo diritto in alcun modo. Chi ha fede sceglierà di affidarsi a Dio e deciderà di non rifiutare in nessun caso il trattamento che lo tiene in vita, oppure al contrario di affidarsi alla scienza medica per non perdere minimamente la possibilità di sopravvivenza, ovvero ancora stabilirà di porre dei limiti oltre i quali non voglia ricevere cure inutili che prolungano una condizione di sofferenza e di dolore. Nel nostro paese è noto come certi argomenti appaiano più delicati che altrove, ma è pur vero che con il testamento biologico non si vuole imporre una scelta, ma solo garantire ad ognuno il diritto alla autodeterminazione che è un atto di civiltà e di libertà.

 

 

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