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Forum 8
E’ nata la Fondazione Scuola Superiore dell’Avvocatura
Strumento efficace e qualificato per la formazione
Jun 13 2007 12:00AM - Avv. Olinto Petrangeli
(Rieti)
Il CNF ha dato vita ad una interessante e importante iniziativa: la costituzione della Scuola Superiore dell’Avvocatura sotto forma di Fondazione .
Lo scopo è quello di creare uno strumento efficace e altamente qualificato per la formazione, l’accesso e l’aggiornamento professionale e per gli studi ed iniziative europee per la formazione forense.
Alla riunione di presentazione indetta dal CNF sono state inviate le Scuole Forensi accreditate e gli Ordini Forensi.
La Scuola Forense Sabina ha partecipato alla riunione portando il suo contributo alla discussione.
Chi scrive infatti ritiene (e lo ha fatto presente in un breve intervento) che, fermo il riconoscimento della validità della iniziativa, sarebbe stato più efficace e utile per tutti che la Fondazione fosse nata in forma federativa con le varie Scuole Forensi accreditate operanti sul territorio nazionale, magari con un coordinamento regionale, in modo da realizzare una struttura di maggior spessore e maggiormente condivisa.
Non è stata questa la scelta del CNF , geloso delle proprie prerogative e poco sensibile ad ogni forma di partecipazione democratica.
Ma tant’è: l’iniziativa resta comunque valida e importante e speriamo foriera anche di risultati positivi per la categoria che ha bisogno estremo di riqualificazione professionale e culturale.
La Scuola Forense Sabina, che ormai è una realtà concreta nell’orizzonte professionale dell’avvocatura, dovrà traguardare nuovi orizzonti per il suo consolidamento e qualificazione magari anche attraverso contatti con le comunità professionali vicine e forse anche oltre i confini regionali.
Soprattutto dovrà ottenere una maggior attenzione da parte dei Consigli dell’Ordine anche sul piano istituzionale, prevedendo ad esempio l’obbligatorietà delle frequenza ai corsi di preparazione agli esami di abilitazione organizzati della Scuola considerandoli requisito essenziale, accanto alla frequenza di uno studio legale, per il rilascio del certificato che da accesso all’esame stesso.
Inoltre non dimentichiamo che, ancor prima della imminente riforma dell’ordinamento, il CNF ha affidato a sè stesso e ai Consigli degli Ordini il compito di «tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e quello di garantire la competenza e la professionalità dei propri iscritti nell’interesse della collettività» (premessa del Regolamento Cnf in vigore dal 01 luglio 2007)
Il nostro ordinamento, consapevole della non esaustività dei corsi universitari, ha predisposto due diversi canali per la formazione dei laureati in giurisprudenza in vista dell’accesso alla professione di avvocato: le Scuole forensi (art. 3 dpr 101/90) e le Scuole di Specializzazione per le professioni legali (art. 17 legge 127/97) la cui frequenza però è oggi facoltativa e/o alternativa.
Ciò deriva dall’assunto che esiste una distinzione tra sapere e abilità; cioè tra quello che il giurista sa e quello che sa fare.
L’insegnamento universitario, come è noto, privilegia l’apprendimento del sapere mentre le Scuole insegnano le abilità proprie del giurista per cui la loro missione è quella di individuare le tecniche didattiche e le procedure più idonee per far apprendere tali abilità.
La attività del giurista consiste principalmente nel risolvere problemi e ciò avviene attraverso tre distinte fasi: a) riconoscere il problema; b) trovare la regola di ordine normativo , giurisprudenziale e dottrinario che si applica al problema; c) applicare la regola al problema.
Uno degli obiettivi della formazione è quello di integrare le acquisizioni degli studi universitari per adeguare le conoscenze universitarie alle innovazioni legislative e giurisprudenziali attraverso l’incrocio di discipline trasversali rispetto ai vari settori del diritto.
Ma la formazione è anche diretta a favorire l’acquisizione di modelli comportamentali per l’esercizio della professione forense e in ciò è essenziale la conoscenza degli ordinamenti professionali italiano e stranieri, dell’ordinamento giudiziario e della deontologia anche in riferimento ai principi della responsabilità sociale che si fondano sulla rilevanza pubblica oltre che privata della professione forense.
Ci sono doveri verso clienti, colleghi e giudici ma anche doveri etici verso la collettività in ogni momento dell’agire professionale.
Si tratta di condizioni rilevanti anche per la soluzione dei problemi relativi alla efficacia della prestazione e alla tutela e valorizzazione della immagine professionale intesa nella sua complessità culturale, tecnica, sociale ed etica.
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