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Forum 8

Incontro Con Il Procuratore Della Repubblica

Un bagaglio di sapienza antica è rivelatore di una fertile attenzione (Erri De Luca)


Jun 9 2007 12:00AM - Avv. Raffaella Ginanneschi


(Rieti)

Il Dott. Salvatore Cantaro è già un significativo Rappresentante dell’ambiente giudiziario reatino, nonostante siano trascorsi solamente pochi mesi dal suo insediamento nella Procura della Repubblica. La sua odierna attività è proiettata verso il futuro ed è sostenuta dai considerevoli rapporti di reciproca stima, di razionalizzazione e sinergia esistenti tra Pubblici Ministeri, Polizia Giudiziaria, Dirigenti e Collaboratori dell’Ufficio. In occasione dell’incontro con FORUM il Procuratore della Repubblica delinea sinteticamente il quadro della situazione delinquenziale locale: «la Provincia di Rieti ha indubbiamente le sue problematiche, non è indenne da fenomeni di criminalità», seppure gli stessi si manifestino in forme non altamente organizzate. Evidenzia, altresì, i preoccupanti caratteri sofisticati di talune aggressioni contro il patrimonio, come le clonazioni di carte di credito e di bancomat; riscontra, al contempo, una carenza di attenzione, da parte degli esercenti, nel prevenire, rectius, nel «percepire certi segnali». Tuttavia, il Dott. Cantaro rassicura e, comparando realtà diverse, evoca le sue pregresse esperienze giudiziali in Sicilia…Ci induce, così, a riflettere; e, con disinvolta modestia, ricorda la impegnativa conduzione dei primi processi per le stragi siciliane in funzione di Presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta; ci si riferisce a storie mai dimenticate, come l’uccisione del Giudice Ciaccio Montalto o la morte inflitta per torture al calciatore Marino, episodio drammatico che rivelò una lunga sequela di distorsioni istituzionali. Altrettanto delicato e arduo il mandato di Presidente del Tribunale di Gela, più noto come Fort Apache; era l’epoca in cui, non di rado, un processo si svolgeva contro cinquanta, sessanta imputati; «sei anni durissimi», durante i quali il Dott. Cantaro viveva prigioniero della sua stessa scorta, «l’aspetto più devastante per un magistrato e per la sua famiglia». Ma per la repentina e protratta latitanza dello Stato da un Tribunale istituito in “pompa magna”, nonché per le consequenziali pressanti minacce, a proposito delle quali sovviene l’assioma del Giudice Giovanni Falcone «la mafia colpisce i Servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere», il Giudice Cantaro maturò una sofferta scelta, declinando la proposta Presidenza di Sezione della Corte d’Appello di Caltanissetta. Ciò nonostante, Kahlil Gibran ci insegna che ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante; talché, il successivo incarico espletato presso il Ministro Caianiello non ha incrinato la vocazione per la magistratura. Infatti, l’Alto Magistrato ha proseguito la sua dedizione al lavoro in favore della collettività, sospinto da un ideale democratico tenacemente perseguito dapprima come Sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello, indi come Procuratore della Repubblica di Rieti. Un sublime messaggio affidato al Foro reatino: persistere nel rispetto per tutti i ruoli.

 

 

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