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Diritto romano Briciole di storia Nov 5 2007 12:00AM - Maria Stella Diociaiuti (Rieti) Il periodo che è compreso tra la metà del IV sec. e la fine del I sec. (dal 367 a.C. al 27 a.C.) è denominato preclassico o repubblicano.
Esso è caratterizzato dalla nascita della Repubblica che soppiantò l’antica civitas quiritaria.
Il governo repubblicano fu “democratico” perché, almeno formalmente, tutte le cariche dello stato erano aperte a tutti i cittadini. L’unica limitazione di rilievo era rappresentata da un censo minimo .
Organismi fondamentali furono: le Magistrature, uffici muniti di potere direttivo, talora anche civile e militare, i cui poteri erano analoghi a quelli della funzione amministrativa; le Assemblee Popolari, che eleggevano i magistrati; il Senato, che aveva funzione consultiva nei confronti dei magistrati ed i cui pareri erano denominati senatusconsùlta.
Nel periodo repubblicano la spina dorsale dell’ordinamento giuridico fu costituita dallo ius civile vetus..
Le sue fonti erano gli antichi mores maiòrum dello ius Quiritium, le leges dello ius legitimum vetus e la interpetratio prudèntium, attività esercitata dai giuristi laici (prudentes) che si dedicavano per vocazione allo studio del diritto; essi tuttavia non furono solo dei meri interpreti del diritto, ma anche elementi attivi della evoluzione giuridica, esercitando anche una vera e propria attività creativa. Alla interpretatio prudentium si deve, ad esempio, il riconoscimento della soggettività giuridica della donna, qualora fosse venuto a mancare il titolare della patria potestas su di essa. Alle donne fu riconosciuto il potere di disporre pienamente del patrimonio, anche se non potevano esercitare la patria potestas sui sottoposti liberi della familia.
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