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Forum 12

Giuristi & Scrittori

Rubrica di Olinto Petrangeli


Nov 10 2008 12:00AM - Avv. Olinto Petrangeli


(Rieti)

Cesare Rimini è un famoso e affermato avvocato matrimonialista milanese. La sua passione per la letteratura non è recente. Da tempo ha deciso di pubblicare le sue esperienze in agili libretti la cui lettura oltre che piacevole è certamente istruttiva per l’operatore del diritto. Il suo primo libro, pubblicato qualche anno fa si intitola: “Dica pure avvocato!”, richiamando la formula con la quale il Giudice concede la parola all’avvocato che intende esporre la sua argomentazione sulla tesi di diritto posta a fondamento della richiesta del cittadino, sia essa civile o penale. Sono seguiti nel 1994 per le edizioni Longanesi: “Lasciamoci così” e poi: “Sei nipoti e cinque terre” ( Fabbri Editore) ed altri. L’autore racconta con vero humor inglese ma anche con saggezza mediterranea le sue esperienze di avvocato diventato per caso uno specialista di diritto matrimoniale ed in particolare di separazioni e divorzi. Ricorda alcuni episodi personali, fra cui quello di un multimiliardario che gli promise di nominarlo suo erede universale se fosse riuscito a liberarlo da una moglie troppo invadente e noiosa che egli chiamava anche in pubblico Santippe come la celebre moglie di Socrate. Ma le maggiori soddisfazione, racconta Cesare Rimini, le ho avute quando sono riuscito, anche con coinvolgimento personale, a riappacificare coniugi che litigavano da decenni. L’ultima pubblicazione di Rimini è invece titolata: “E a casa tutti bene?” che è la formula (rubata ad Enzo Biagi, confessa) utilizzata in sostituzione della più tradizionale “come sta la signora?” e scelta per evitare l’imbarazzo di sentirsi rispondere: “ma sai, ho divorziato da poco”, oppure: “fortunatamente non ho più quella signora che ho mandato al diavolo”. Con sottile ironia l’avvocato Rimini esamina i mutamenti sociali e legislativi in materia di famiglia, dall’antico reato di adulterio alla maternità in provetta e pagina dopo pagina il libro rappresenta la commedia umana che richiama in certo senso Balzac e che si sviluppa in una narrazione fatta di ironia, pietà e disincanto. “La vita di un avvocato matrimonialista è piena di storie altrui che mi accade spesso di raccontare come le uova di giornata fatte di aneddoti e di espressioni che poi fanno cultura se è vero che cultura è tutto quello che resta dopo aver dimenticato tutto quello che hai studiato”. E’ per questo, afferma, “che a fare questo mestiere non ci si annoia mai”. Il libro si conclude poi con capitolo intitolato “ il giudice bambino”: una divertente metafora nella quale un immaginario giudice dice ai genitori che litigano sull’affidamento dei figli: ciascuno faccia la sua sentenza senza copiare. Se le sentenze saranno uguali, il processo sarà finito prima di cominciare, se non sarà cosi tirerò fuori il sacchetto dei bussolotti che decideranno la sorte dei figli. In questo tribunale inoltre, e qui emerge l’humor di Rimini, non vengono pagati né il giudice né il cancelliere, né l’usciere. Gli unici ad essere pagati sono gli avvocati che non hanno nessun ruolo. Insomma, sono pagati per non parlare!

 

 

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