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Forum 12
Giuseppe Ottavio Pitoni Kapellmeister
Un illustre Reatino
Nov 10 2008 12:00AM - Avv. Raffaella Ginanneschi
(Rieti)
La concezione schopenhaueriana della musica, quale espressione dell’intima essenza della volontà, dell’ “in sé del mondo”, di cui anche le idee sono oggettità, ben si attaglia alle tendenze compositive seicentesche, le quali non rasentano solamente un appannaggio di musici più dotati.
Nel ‘600, invero, vengono realizzate sublimi summae che svelano quello spessore intellettuale fondante la musica contrappuntistica del barocco, momento foriero di un fecondo avvicendamento tra virtuosi compositori, come il reatino Giuseppe Ottavio Pitoni.
Le giornate di studio sul musicista, recentemente compiute a Rieti, hanno dimostrato che in età moderna le opere di Pitoni, denominato “maestro dei maestri” della composizione di musica sacra e liturgica seicentesca, grazie alla sua investitura dell’alto ufficio di Maestro della Cappella Giulia presso la Basilica di San Pietro, ricevono plausi soprattutto da parte dei maggiori esperti (ad es. il Prof. Siegrified Gmeinweiser).
Ma chi era il Maestro di Cappella? Nell’Europa monarchica, costui esercitava le funzioni di Direttore dell’attività musicale ecclesiastica, deputato, sovente, a coordinare anche la musica da camera a carattere profano presso sovrani e aristocratici; sostanzialmente si trattava di una carica onorifica, destinata a divenire obsoleta nel corso dei successivi secoli, pur conservando il sotteso valore della nomina.
Sono ancora note alcune ambizioni di insigni autori dell’epoca, per l’alto livello socio-economico che comportava tale incarico: a Weimer, Bach aveva sperato invano di succedere come Kapellmeister al moribondo Drese, essendo inesorabilmente favorito il figlio di quest’ultimo; Vivaldi aveva mirato, invece, alla prestigiosa qualifica di Maestro di Cappella alla corte dell’Imperatore d’Austria Carlo VI, intento svanito con l’improvvisa morte del mecenate avvenuta appena prima dell’arrivo del musico a Vienna.
Pitoni, tuttavia, rappresenta il classico prototipo del Maestro di Cappella, scevro degli inconvenienti connessi all’avvento del secolo dei Lumi. Infatti, il particolare ruolo decadde con il declino del contesto nel quale veniva esplicato; il mondo culturale illuministico volgeva verso nuovi ideali, si rivendicava l’assoluta libertà anche nello scrivere la musica; invero, le innovazioni di ordine sociale avevano indotto il più maturo Bach ad un atteggiamento di insofferenza nei confronti dei suoi committenti, come il principe Leopoldo di Anhalt-Kothen, la cui mentalità calvinista arginava notevolmente il talento poliedrico del suo Maestro di Cappella, “costretto” ad elaborare una musica prevalentemente secolare, come i Concerti Brandeburghesi e le Suites.
Tra l’altro, per Bach la situazione personale non mutò neanche durante il periodo di Lipsia, dove era solito scontrarsi con le varie autorità proprio a causa delle frequenti limitazioni che subiva la sua creatività.
Si racconta, inoltre, che Haydn soleva compiacersi per essere diventato Maestro di Cappella per i Principi Esterhàzy, i maggiori latifondisti europei del tempo; in realtà, l’artista anelava “con l’orecchio e con il cuore” verso i valori di tendenza. Successivamente, la figura del Maestro di Cappella, pur rientrando (doverosamente) nel curriculum della vita di una artista, fu strumentalizzata da musicisti più pragmatici; Mozart e Beethoven si guardarono bene dal non intraprendere per conformismo la carriera di Kapellmeister, attesa l’audacia e la soverchia delle loro opere; ciò nonostante, Amadeus, all’apice della sua carriera, conservava per utilità il titolo di II° Maestro di Cappella all’Orangerie di Shonbrunn (il I° Maestro era il “rivale” Salieri, dal contegno musicale più…convenzionale e perciò preferito da Giuseppe II° d’Asburgo).
Attualmente, la musica da camera e organistica è degnamente riproposta e rivitalizzata in virtù di solerti progetti ed eventi promossi a livello internazionale; all’uopo “si impone” una gita a Budapest, città patrimonio Unesco, dove sono organizzati, dal 5 maggio al 29 settembre di ogni anno, numerosi concerti per organo che vengono eseguiti presso la Chiesa di Sant’Anna, magnifico esempio di barocco ungherese.
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