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Confusione istituzionale

Eluana è morta uccisa da un vuoto legislativo

Ieri il Nobel Fo sghignazzava sulla disgraziata vicenda


Feb 9 2009 12:00AM -


(Rieti) Parto dal neologismo coventrizzare per coniarne uno nuovo, englarizzare, con cui voglio drammaticamente cristallizzare tutta la vicenda che riguarda Eluana Englaro e che per mesi ha tenuto col fiato sospeso tutto il mondo civile. Oggi alle 20 circa la sfortunata ragazza ha cessato di vivere. Coraggio dunque, sono 2000, englarizziamoli tutti, Cosa aspettiamo?... Approfittiamo del fatto che Berlusconi e Napolitano giocano al tira e molla e che la Corte di Cassazione indulge a legalizzare le esecuzioni capitali di innocenti che non possono difendersi. Poi sull’onda “repubblichista” degli scalfaristi, dei mauristi e dei foisti, facciamo passare l’idea che la vita umana conta quanto il due di coppe a briscola, specie quella delle persone in coma o in stato vegetativo permanente, quindi estendiamo la “pratica” anche ai vecchi, ai malati di alzeimer, ai dementi, ai paraplegici, ai sordomuti, ai sordociechi, e via discorrendo. Che bello!... Chi ce lo doveva dire che il sogno di Mengel si sarebbe avverato proprio di questi tempi, in cui si fa un gran parlare di volontariato, di carità cristiana, di assistenza a domicilio, di badanti, di ricerca. Adesso posso capire certe uscite di Fini, il delfino di Almirante, quando sostiene il rifiuto di Napolitano di controfirmare il decreto d’urgenza. In fondo di chi stiamo parlando se non di un peso per i familiari e per la sanità pubblica? Si tratta di “morti”. Lo ha detto l’illustre medico che prima ha viaggiato con la Englaro nell’ambulanza da Lecco a Udine uscendone “devastato” e poco dopo, insieme al collega prof. Defanti (ci voleva un professore?) ha inserito un tappino giallo nel tubo che alimentava quella disgraziata donna, scrivendo la parola “fine” su una vicenda kafkiana. Dovrebbe spiegare il dottor Amato Del Monte (ironia di un nome) cosa in particolare lo abbia devastato e se, quando ha messo il tappino giallo al tubo dell’alimentazione, è rimasto di nuovo devastato, o indifferente, o se ha provato un senso di liberazione profonda. Sarebbe interessante registrare le sensazioni di questi novelli boia con licenza giudiziale di sopprimere forme di vita umana abusivamente definite vegetative. Questi sono purtroppo i nuovi medici, un po’ sessantottini, un po’ anarcoidi, quelli insomma che con il giuramento di Ippocrate ci si puliscono il culo. Fanno parte di quella stessa schiera da cui sono usciti i medici che qualche anno fa, nella tristemente famosa clinica romana, praticavano aborti all’ottavo mese di gravidanza. Infatti, tra un feto (feto?) di otto mesi e un’Eluana qualsiasi non c’è nessuna differenza: si tratta di “morti” e i morti non accusano e non si difendono, cioè “non parlano”. Lo diceva anche Sciascia che i morti non parlano, per spiegare le ragioni delle esecuzioni mafiose. Dimenticavo…Al giuramento di Ippocrate bisognerebbe allegare anche l’articolo 111 della Costituzione italiana, quello che sancisce il diritto al contraddittorio. Come si giustifica infatti che la legge italiana da una parte tuteli i diritti reali del nascituro e dall’altra consenta la soppressione per aborto “terapeutico” (sic!) dei nascituri medesimi senza disporre che almeno un avvocato d’ufficio li difenda in un regolare processo? Ed ancora, come si giustifica che sempre la legge italiana da una parte regoli drasticamente l’espianto degli organi e dall’altra permetta la soppressione per fame e sete di esseri umani praticamente vivi i cui organi infatti non possono essere espiantati, proprio perché, malgrado le esilaranti dichiarazioni dello specialista in applicazione di tappini gialli , sono ancora vivi? E tutto ciò senza che il “terzo” Eluana Englaro possa difendersi nel giudizio instaurato dal suo invero misericordioso padre. Ma le domande retoriche non richiedono risposta e per di più Eluana Englaro poche ore fa ha inaspettatamente tolto il disturbo, in anticipo rispetto alle previsioni. Forse le tante preghiere le ha hanno almeno risparmiato la sofferenza. Sia lodato Iddio!...

 

 

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