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Vivere a credito L’intuito imprenditoriale Oct 22 2008 12:00AM - Olinto Petrangeli (Rieti) In occasione del ciclone finanziario, tuttora in corso, assistiamo ad un’alluvione di interventi di economisti e non che, il più delle volte, confondono le poche le idee che il cittadino comune è riuscito a mettere insieme a prescindere dall’interesse personale quale risparmiatore .
Una cosa è certa: il prevalere della finanza sulla economia o meglio l’aver reciso il rapporto stretta fra le due attività ha creato il disastro:
Il sociologo polacco-inglese Zygmunt Bauman racconta l’aneddoto dei due agenti di commercio che giravano l’Africa per conto dei rispettivi calzaturifici.
Il primo inviò alla sua ditta questo messaggio: inutile spedire scarpe perché qui vanno tutti scalzi; il secondo scrisse: inviate due milioni di scarpe, qui vanno tutti scalzi.
La storiella vuole rappresentare da una parte l’intuito imprenditoriale aggressivo secondo il quale l’offerta crea la domanda, dall’altra la filosofia tradizionale secondo cui il commercio deve rispondere ai bisogni esistenti e quindi l’offerta segue la domanda.
In poco tempo la filosofia del secondo venditore ha prevalso decisamente sulla prima e oggi l’offerta crea la domanda e viene applicata anche ai prestiti bancari. E’ l’invenzione del prestito al consumo!
Desideri una cosa e non hai i soldi per acquistarla? Nei vecchi tempi si risparmiava per mettere insieme le risorse per l’acquisto, oggi non è più necessario: ci sono le carte di credito e il prestito al consumo.
Lo slogan seducente del loro lancio sul mercato fu questo: perché aspettare per avere quello che vuoi, con la carta di credito puoi invertire l’ordine: prendi subito paghi dopo.
Questa era la promessa mentre la realtà e che per pagare un debito se ne fa un altro e il meccanismo diventa infernale perché le banche prestatrici in realtà non vogliono che i debitori paghino il loro debito altrimenti il gioco finisce: occorre essere perenni debitori.
Il fenomeno è di vibrante attualità in America ( per ora) dove il debito medio delle famiglie è cresciuto negli ultimi tempi del 22% e l’ammontare totale dei prestiti su carta di credito non pagati è cresciuto del 15%. Sullo stesso piani si trova la Gran Bretagna e il resto dei paesi europei segue a ruota.
Vivere a credito dà dipendenza come per le droghe e uscirne è difficile.
La bufera borsistica e la conseguente ( non auspicata ma probabile) crisi economica impone una profonda riconversione delle abitudini: non è più possibile vivere a credito. Bisogna tornare alla “normalità” del prendi oggi quello che puoi pagare oggi.
Semplificando è questa l’origine dello tsunami finanziario americano estesosi poi, complice la globalizzazione, dell’intero universo: denari prestati a tutti, anche a coloro che non li potevano restituire. Per un po’ il meccanismo del prestito per pagare il prestito ha funzionato, poi come diceva Rosa Luxemburg il serpente del capitalismo si è mangiato la sua coda arrivando pericolosamente vicino al suicidio involontario.
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