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Il parere dei giureconsulti Briciole di Storia del diritto romano Oct 14 2008 12:00AM - Maria Stella Diociaiuti (Rieti ) Sul finire dell’epoca classica venne attribuito valore vincolante al parere dei giureconsulti e si giunse gradatamente a far coincidere lo ius civile con la sola interpretazione giurisprudenziale. Il parere espresso dal giureconsulto poteva avere tre finalità: respondère, ovvero dare un responso su una determinata questione; àgere, ovvero impostare una causa; cavere, ovvero fornire la formula di un contratto difficile da stipulare.
Intorno al 367 a.C. venne istituito il praetor urbanus, il quale all’inizio dell’anno emanava un edictum col quale indicava i criteri cui si sarebbe attenuto nella amministrazione della giustizia. Introdusse lo jus honorarium, che non negava lo jus civile ma lo sostituiva nella pratica applicazione, nel caso di contrasto.
Nel 242 a.C. venne istituito il praetor peregrinus, il quale dirimeva le controversie tra Romani e stranieri o tra stranieri. Risolveva le liti in base ai principi comuni a tutti i popoli e dette vita allo jus gentium.
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