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Forum 13

Giuristi & Scrittori

Rubrica a cura di Olinto Petrangeli


Oct 28 2008 12:00AM - Avv. Olinto Petrangeli


(Rieti ) Simonetta Agnello è una apprezzata avvocato che dal 1972 vive a Londra, dove ha fondato uno studio legale che opera prevalentemente al servizio delle comunità immigrate. Di recente è stata nominata presidente del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. E’ nata a Palermo dove torna appena possibile per «respirare quella sicilianità» che la avvicina ai sui idoli: Luigi Pirandello e l’avvocato Giuseppe Alaimo, bibliofilo e autore di opere letterarie che è stato il suo maestro di diritto e di scrittura. Il romanzo più importante della Agnello è intitolato “La zia marchesa” (edito da Feltrinelli) dove la scrittrice racconta con un formidabile stile a più piani narrativi la saga di una famiglia della seconda metà dell’Ottoccento che è anche un segmento della storia siciliana al momento del progressivo dissolversi di quel mondo aristocratico a cui la Agnello guarda, ma senza quel rimpianto nostalgico che si coglie invece in un altro grande narratore siciliano: quel Tommasi di Lampedusa autore del famosissimo “Il gattopardo” Nel suo bel romanzo la Agnello narra la storia di Costanza Salamita, rampolla di una grande famiglia della ricca aristocrazia terriera al momento del crollo del regno borbonico, e della nascita del potere della mafia nelle campagne. Costanza è tanto amata dal padre, il Barone Domenico, quanto rigettata e negletta dalla madre per il rosso dei suoi capelli e il suo aspetto fisico che la pone quasi in “un’altra razza” a ricordare, non a tutti ma certamente alla madre, che è il frutto di un amore corsaro. Lasciata dal padre, deluso dai figli maschi, erede del prestigio e delle sostanze di casa Salamita, Costanza sarà costretta a modellasi una nuova identità senza però riuscire a svincolarsi da una sofferta e malvissuta sessualità. Nel più recente romanzo “Boccamurata”, la Agnello parla ancora della famiglia siciliana che viene scandagliata impietosamente come da una entomologa sociale. La famiglia vista ancore come centro di sentimenti innominabili, di lotta per la roba, di sensualità di uomini e donne sullo sfondo di una Sicilia che cambia . In questo aspetto la Agnello è molto vicina a Dacia Maraini con quelle figure di donne gravate da pesanti responsabilità ma anche protagoniste di grandi e silenziose storie d’amore. A testimoniare il suo amore per la Sicilia in testa ad ogni capitolo appaiono dei proverbi siciliani che accompagnano la storia ma non la condizionano in quanto - dice la autrice - per me il siciliano non è mai stato un dialetto bensì la lingua della tenerezza, della rabbia e della saggezza. Tornando in Italia, prosegue la Agnello, ho l’evidenza sempre più netta che il siciliano è ampiamente penetrato nella lingua italiana e non solo a livello letterario. E di questo - aggiungiamo noi - il merito va soprattutto alla Agnello e a Camilleri.

 

 

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