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Benvenuto Dott. Bresciano A colloquio con il nuovo Presidente del Tribunale Oct 30 2008 12:00AM - Raffaella Ginanneschi (Rieti ) Dal giugno scorso il Tribunale di Rieti ha un nuovo Presidente: il Dott. Mario Bresciano.
La sua autorevole esperienza giudiziaria è costellata di impegnativi incarichi assunti dapprima a Foggia, come Sostituto Procuratore della Repubblica e successivamente a Trentola, come Pretore Reggente di un gravoso e delicato mandamento, comprensivo anche di Casal di Principe, tuttora triste riferimento della cronaca e della narrativa.
In seguito, il Presidente Bresciano ha esercitato le funzioni giudicanti presso il Tribunale Penale di Roma - Pretura, Sezione Urbanistica, dove ha ricoperto anche il ruolo di GIP; indi ad Orvieto, come Consigliere Pretore Reggente; a Roma, come Presidente della Quinta Sezione Penale del Tribunale e, contestualmente, come Componente del Consiglio Giudiziario del Distretto della Corte di Appello. Infine, dopo aver svolto l’imponente attività di Presidente Vicario del Tribunale di Roma, il Dr. Bresciano è approdato alla Presidenza del Tribunale di Rieti.
Il Presidente esterna valutazioni positive sul suo primo impatto con la reatinità, nonostante non abbia avuto, finora, la possibilità di conoscere in modo approfondito la Sabina.
A proposito delle difficoltà immediate che presenta l’attuazione della giustizia nel nostro territorio, il Dott. Bresciano evoca la problematicità che investe l’opera dei Giudici; l’Alto Magistrato rileva in generale l’inadeguatezza degli strumenti primari di applicazione del diritto, i codici, che non consentono l’accelerazione dei processi, e con particolare riguardo al rito penale, rendono il Giudice un vero e proprio “ostaggio delle parti”.
Oltre all’incertezza della esecuzione della pena, il Presidente ritiene discutibile l’eccessivo potere discrezionale attribuito al Giudicante sotto il profilo comminatorio, il quale potrebbe prospettare una disparità di trattamento adottato da Giudici appartenenti anche ad un medesimo distretto.
D’altro canto, il Dott. Bresciano evidenzia come il rito civile consti di esagerate differenziazioni, cause di dispersione e di esorbitanti costi di tempo. Una specifica normativa diretta alla semplificazione impedirebbe dilazioni abnormi dei tempi processuali.
Tuttavia, la giustizia e le sue disfunzioni sono inevitabilmente correlate alle tematiche della sicurezza e dell’economia; il Presidente rammenta, da veterano viaggiatore, che l’inefficienza della tutela penale fa venir meno anche il turismo così come la inadeguatezza della giustizia civile vanifica le iniziative industriali e commerciali. Ma tutto ciò è riconducibile anche alla questione culturale, al modo di essere dell’italiano e alla componente individualistica che imprescindibilmente lo contraddistingue. Perciò, il Dott. Bresciano osserva che nel nostro Paese non si avverte come prioritario il valore del bene collettivo, il quale, invece, è preservato, in primis, attraverso una cura meticolosa ambientale riscontrabile in Paesi appartenenti alla vecchia Mitteleuropea ovvero, sorprendentemente, in Stati rispetto a noi più lontani, ad esempio l’Iran e Singapore.
Peraltro, il Presidente rimarca che una società civile avanzata dovrebbe sorreggersi su un continuo potenziamento della ricerca, della istruzione e della giustizia. All’uopo si impone il tema sul cambiamento del sistema pensionistico ai fini della maturazione dei diritti, da cui scaturiscono inevitabilmente solerti dipartite non compensate da nuove assunzioni.
Relativamente alla situazione della sede distaccata di Poggio Mirteto, la realtà effettuale sta dimostrando che la stessa sta assumendo i connotati di una vera e propria sede disagiata, meritevole di un rafforzamento proporzionato al carico incombente sull’Organico e sui Giudici.
Il Dott. Bresciano fa presente che l’impegno assunto per trovare soluzioni adeguate riceve l’appoggio da parte dell’Avvocatura reatina, la quale già significatamene ha offerto una fattiva collaborazione per un migliore funzionamento generale della giustizia locale.
Dal tenore dialettico si evince un acuto spirito realistico del Presidente e, nel contempo, quell’idealismo tipico di una solida formazione di vecchio stampo, tramandata da una famiglia di tradizione intellettuale, dedita allo studio multidisciplinare, che vanta tra i suoi ascendenti anche un Direttore della Biblioteca Reale di Napoli (nonno del Presidente), promotore di pregevoli confronti con gli insigni esponenti della cultura italiana del tempo (ad esempio Benedetto Croce).
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