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Forum 13

Tornelli e tortelli

La timbratura del cartellino


Nov 3 2008 12:00AM - Dott. Alberto Morandi (*)


(Rieti ) In questi giorni si è ventilato un possibile controllo della produttività o almeno della dedizione al lavoro dei magistrati ordinari, da attuarsi tramite la “timbratura del cartellino”. Il tema è decisamente controverso ma, senza tanto clamore, il legislatore ha appena varato una norma in linea con questa filosofia di intervento. Tale iniziativa, tuttavia, non ha suscitato alcuna autorevole presa di posizione- di pro e contro- solo perché riguarda la magistratura onoraria di tribunale. Per comprendere questa curiosa vicenda occorre fare qualche passo indietro. La legge istitutiva dei G.o.t. e V.p.o. conteneva una disposizione sibillina: unico compenso per la loro attività era una indennità di udienza (oggi pari a circa € 98,00 lordi) ma, in certe condizioni, potevano maturare sino a due indennità nella stessa giornata. Le suddette condizioni erano sostanzialmente individuate, in virtù di circolari ministeriali interpretative della legge, nella pluralità di udienze, ovvero nella pluralità di riti celebrati nel contesto della medesima udienza; criterio piuttosto bizantino, ma senz’altro utile ad arrotondare una “paga base” che più modesta non si può. Gli inconvenienti non sono mai mancati. Mancava ab origine una previsione che legittimasse la liquidazione dei compensi inerenti attività diverse dalle udienze (attività non prevista dal legislatore, ma assai diffusa); pertanto, circa un anno fa i colleghi di altre sedi, delegati per tali funzioni si sono ritrovati a lavorare gratis. Ogni Foro, poi, intendeva queste indicazioni a modo suo, tant’è che ci fu bisogno di una circolare interpretativa (risalente solo alla scorsa primavera) perché la dinamica della “doppia indennità” trovasse applicazione uniforme sull’intero territorio nazionale (in realtà per i mot reatini non cambiò nulla, perché tali criteri erano già effettivi). Una nuova circolare ministeriale, concepita nell’afa di agosto, ha trovato modo di tagliare i generosissimi emolumenti spiegando che “la doppia” è sì prevista per legge, ma è dovuta esclusivamente in casi che, di fatto, sono meramente ipotetici (addirittura prevedendo un’ipotesi di riconoscimento di doppia nella partecipazione all’udienza collegiale, alla quale i mot non possono partecipare!) Questo breve excursus spiega le ragioni dell’astensione svoltasi ad inizio ottobre, e gli sviluppi della situazione motivano la sua ripetizione per la prima data utile. Una nuovissima legge dello stato ripristinerebbe la doppia indennità secondo parametri radicalmente differenti: i m.o.t. avranno il privilegio di percepire ben 186,00 euro lordi se il loro impegno, anche per attività diverse dall’udienza, eccederà le cinque ore giornaliere. E’ chiaro che, almeno per i Got ed i Vpo, i tornelli sono già in funzione. D’ora in poi, infatti, la qualità e quantità del loro vitto dipenderà dalla lunghezza dell’orario di lavoro. Una constatazione amara, nel solco di una tradizione che ha sempre riservato a questa categoria di magistrati l’onore del peggior trattamento.
(*) Responsabile Stampa Federmot - V.P.O. presso la Procura della Repubblica di Rieti

 

 

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