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Editoriale

La politica delle lenzuola

Il più pulito c'ha la rogna. Solo Pannella si salva.


03/10/2009 -


(Rieti)


Che cosa disturba i sonni degli Italiani da qualche mese a questa parte? Ci hanno prima incuriosito, poi indottrinato, poi ancora influenzato, plagiato e subornato. Adesso siamo cotti, storditi e confusi, quasi incapaci di intendere e di volere. Somigliamo a quei poveri Russi malvestiti, affamati e infreddoliti, schiacciati uno contro l’altro in una fila paradossale, in attesa di acquistare qualche genere di prima necessità: un cucchiaio di zucchero, un etto di farina, 50 grammi di grasso di maiale, un quarto di olio di semi di girasole.
La nostra mente è diventata un casellario giudiziale, piena zeppa di denunce per calunnia, querele per diffamazione, citazioni per risarcimento danni, condanne per molestie alla moglie del gay sposato, presunti reati di pedofilia, separazioni per colpa del coniuge. Poi, direttori di quotidiani e telegiornali che si alternano al ritmo di un temporale di mezza estate e giornalisti che trasmigrano da un giornale all’altro. E noi, pur versati nelle nostre occupazioni quotidiane, preoccupati per la crisi, schiacciati dall’inflazione, ci sentiamo trascinati sui lettoni insieme ad escort compiacenti, ci par di brindare ai compleanni di tutte le diciottenni d’Italia, siamo incalzati dalle 10 domande di Repubblica. Insomma viviamo tutti insieme un reality che ci fa sentire allo stesso tempo protagonisti e vittime di una storia infinita, insulsa ed inutile. Intanto il costo della vita aumenta, i disoccupati bivaccano sulle gru, Franceschini piange perché gli stanno rubando la marmellata, Bersani si sta già spalmando il burro sul pane e D’Alema, tra una “scossa” e l’altra, sogghigna gelido fregandosi le mani. Che dire poi del terribile Di Pietro? Le sue performances sono davvero inquietanti: offende il Capo dello Stato, insulta il Capo del Governo, amministra rimborsi elettorali come fossero bustarelle della Prima Repubblica, quella Repubblica da Lui combattuta a suon di manette, con il suicidio come optional. Che spettacolo infame. Stiamo vivendo un Otto Settembre infinito, altro che Unità d’Italia. Ci servirebbe l’Unità degli Italiani. Attenzione però, così continuando si fa il gioco di Bossi il quale, più che l’Unità, tira a celebrare la Secessione.

 

 

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