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Forum 20

Analisi del Neofascismo Italiano

Un libro di Adriano Andreani


09/01/2010 - C. R. Eu.


(Rieti)  

Con ammirevole devozione filiale il nostro collega Adalberto Andreani continua a tenere viva ed onorare la memoria del papà Adriano dandone alle stampe gli scritti inediti.

E’ adesso la volta di una acuta «Analisi del neofascismo italiano», concepita dall’autore negli anni ’70. Un testo permeato dalla ortodossia storiografica dell’epoca, per la quale la lotta di resistenza e di liberazione ha rappresentato una netta soluzione di continuità con il regime mussoliniano ed il fenomeno neofascista rappresenta una insorgenza patologica, con tratti specifici, della storia repubblicana.

Punto di vista radicalmente diverso da quello di chi, prima e dopo, noi tra questi, guarda al fascismo come alla «autobiografia morale della nazione» (Gaetano Salvemini), ovvero come ad una categoria permanente e ad una manifestazione endemica nella vita dei paesi neolatini.

 

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Di Adriano Andreani, scomparso prematuramente nell’anno 1997, piace ricordare la fermezza nei principi ed il rigore intellettuale. Giornalista pubblicista, sociologo (laurea ad Urbino alla fine degli anni sessanta), dirigente del vecchio “Genio Civile”, era uomo tutto d’un pezzo.

Un galantuomo d’altri tempi, dai molti interessi culturali, socialista nel profondo. Assai legato alla sua Terni, teorizzava un rapporto privilegiato tra la provincia sabina e quella umbra. Indimenticato l’entusiasmo con cui si gettò nell’avventura dell’emittenza locale, curando rubriche (anche musicali) specializzate per “Radio Faro”.

Portò nella vita politica locale la sua dirittura morale a tutta prova ed il suo spirito di servizio, ricavandone solenni delusioni che, tuttavia, non minarono la sua forte tempra.

 

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L’ultimo incontro pochi mesi prima della morte, sotto le volte di Bonifacio VIII, in via Cintia. Un commento sulla deriva della sinistra, un accenno infastidito alla salute che declinava, un sorriso ed un augurio al giovane amico.

Poi il commiato, che – per dirla con Osvaldo Soriano – sarebbe stato «triste, solitario y final».


 

 

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