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Ancora una volta il Club è stato scambiato per una Bocciofila

NUOVA DIASPORA NEL VELINA GENS DI ANTRODOCO

Sono Venticinque i Soci dimissionari


15/01/2012 -


(Rieti) L’ultima diaspora nel Velina Gens risale allo scorso dicembre,  in pieno periodo natalizio. Dopo sei mesi di trikke ballakke, durante i quali la presidente incarica fingeva di convocare assemblee e consigli direttivi e sotto sotto raccoglieva firma per cacciare dal club due soci fondatori, mentori del club e benemeriti, si sono d’un colpo dimessi 25 soci su 35, con delle letterine striminzite e prive di motivazioni, predisposte su un modello unico e quasi tutte con la medesima datazione. Un socio, Sandro Grassi, ha però ritirato le dimissioni quasi subito, mentre un 26° si è posto in attesa non si sa di quali eventi, annunciando e/o minacciando a breve le sue dimissioni. Ora i dimissionari  fanno capolino nelle sedi di incontro e si informano, curiosi e forse pentiti, sulle attività del club. Gli Statuti prevedono che in seguito ad un possibile ripensamento il socio dimissionario possa rientrare entro i primi sei mesi. La Sede Centrale infatti pone i soci dimissionari i  status quo in attesa di possibili ravvedimenti. Non sarà questo il caso. Innanzitutto perché le fratture createsi sono gravi e irreparabili. Sono volate offese, diffide, ingiunzioni, lettere di avvocati e poi si sonoconsumate riunioni segrete e raccolte di firme come ai tempi dell’ostracismo, inqualificabili ai nostri giorni, ingiustificabili in un ambiente che fa dell’etica e del servizio la propria bandiera. E’ comunque improbabile che si verifichino ripensamenti, anche perché i  soci che sono rimasti a lavorare compatti per ricostituire il club su basi di amicizia, di partecipazione  e di collaborazione, non sono affatto d’accordo a riaccogliere gente che, pur sollecitata dal Governatore distrettuale Franco Fuduli a risolvere la pretestuosa diatriba all’interno del club, secondo le norme statutarie, si è rifiutata di farlo, preferendo allontanarsi clamorosamente. Alcuni dei soci dimissionari hanno addirittura fatto finta di aver già maturato la decisione di andarsene in precedenza, cercando di dissimulare la loro partecipazione alla inqualificabile “rivolta” con telefonate preventive di scuse o posdatando le firme.
Al di là di qualche raro caso che si è prestato in passato a ricoprire incarichi marginali o ad accettare la presidenza, con modesti risultati, quasi tutti i dimissionari, nel corso della loro breve “militanza”, si sono dimostrati incapaci di dialogare, contrari a frequentare cicli di formazione, pretendendo di far parte dei consigli direttivi in qualità di vice presidenti, senza mai assumere impegni, criticando chi lavorava e rimandando sine die l’assunzione di responsabilità nel club. Adesso, finalmente, si respira aria nuova. Ognuno fa la sua parte, si collabora, si cresce.
Ma “occhio”! I presenzialismi, le invidie, le sgomitate, le supponenze sono sempre in agguato. Personalmente, se dovesse riemergere una situazione analoga a quella appena vissuta, me ne andrò di corsa, insieme a mia moglie ed a mia figlia e metterò la parola “fine” all’avventura coi Lions, che mi è costata tanta fatica, tante delusioni, tanti soldi spesi in benzina, telefonate, ore di lavoro rubate alle proprie attività e soprattutto tanta invidia e tanti pettegolezzi.

 

 

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