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ALFANO PARLA SENZA CONGIUNGERE LE LABBRA NEANCHE PER LE LABIALI Il leader “NCD” sembra contagiato da felicità straripante o non si rende conto di dove va il Paese 08/02/2014 - L'Osservatore Sarciastico (Greccio (Rieti)) Alfano è diventato un fenomeno. Da baraccone. Fateci caso: da quando ha “creato” (si fa per dire) il Nuovo Centro Destra, parla con la bocca aperta senza mai congiungere, o almeno far sfiorare tra loro, le labbra, neanche per pronunciare le labiali: “BABBO…MAMMA…PIPA. Non si riesce a capire come faccia. Provateci voi: è impossibile. Solo Alfano ci riesce. E tra l’altro le parole gli escono “gonfie” come se parlasse mentre mastica un panino. Forse perché Alfano non è mai convinto delle cose che dice. Avete presente Pierino, dopo che ha rubato la marmellata, mentre spiega alla mamma che non ne sa niente e che la marmellata non gli piace? Sorride, arrossisce, suda, balbetta, tergiversa, cambia discorso. La stessa identica situazione succede ad Alfano quando risponde con enfasi alle domande incalzanti dei giornalisti. Fateci caso: cerca quasi sempre di rassicurarli e talvolta di precederli, mantenendo un atteggiamento utilitaristico tipico dello studente universitario che risponde alle domande dei professori. Il tutto in un alone di smisurata soddisfazione, per il fatto di trovarsi improvvisamente al centro dell’attenzione, senza l'ombra di Berlusconi che lo sovrasti, e di abbagliante incredulità a causa del pensiero fisso che gli occupa la mente: “Ma sono io o non sono io? Mamma mia, non ci posso credere!...” Basti un esempio per tutti. Ve lo ricordate quando si presentò in Parlamento asserendo che della questione Shalabayeva non ne sapeva nulla? Un capolavoro di equilibrismo, tutto recitato sul filo di una ingenua pantomima di occhiate perse (ha due occhi che sembrano trapiantati da un bue) e di assennati tic ripetitivi e preoccupanti: si toccava la cravatta…si stiracchiava il bordo della giacca, si assicurava che la patta dei pantaloni fosse abbottonata… e così via… Tic probabilmente indotti dalle raccomandazioni della mamma: “Prima di uscire, figghiuzzu miu, guardati allo specchio... vediti se stai in ordine, mi raccomando…”. Allucinante. Un Ministro degli Interni che asserisce di non sapere nulla di ciò che avviene al Viminale non si era mai visto. E dire che ne abbiamo avuti di personaggi particolarmente vaghi: Cossiga, Scalfaro, Napolitano… Il fatto poi di avere sostenuto una incredibile panzana come quella kazaka, scaricando ogni responsabilità sulle dimissioni spintanee di quel Gran Signore del Prefetto Procaccini, la dice lunga sulla convenienza di avere affidato ad Alfano il compito di guidare un Ministero così cruciale per la sicurezza del Paese e per la credibilità del Governo. Ma non era bastata l’esperienza di Via Arenula, trascorsa a confezionare inutili lodi? Meno male che agli Interni ci sono ancora vituperati e superpagati direttori generali che reggono la baracca. Che altro aggiungere se non che “stiamo combinati veramente male?” E che con questi leader non andremo da nessuna parte?... Un Grillo sfasciatutto, incoerente e aggressivo in procinto di diventare anche lui un “pluripregiudicatellum”; un Berlusconi che sarà mandato ai Servizi sociali esattamente all’inizio della campagna elettorale per le europee; un Renzi incartato che non può contare su quell’orda di franchi tiratori, ex DC ed ex comunisti, cuperliani, fassiniani, bindiani, dalemiani, veltroniani, zandisti, finocchiaristi, giovani turchi, rottamati e rottamandi, di cui è costituito il Partito Democratico. Senza parlare di Letta, Saccomanni, Bonino e compagnia cantando. E senza neanche accennare al Presidente Napolitano II. A guardarsi intorno viene voglia di emigrare in Tunisia o in Bulgaria, almeno fino a che ci pagheranno la pensione. Dopo, chissà? E adesso, ci vengono a corteggiare persino i leader greci. Peggio di così….
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