GRAFFITI-ON-LINE.COM

 

2002-2024 Graffiti-on-line.com

Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati.


Riflessioni su un Editoriale del Generale Luigi Trinchieri

IERI : SOMALIA, CHE FARE? OGGI: LIBIA, CHE FARE?

Hanno capito Gentiloni, Pinotti, Renzi e Mattarella cosa si profila all’orizzonte?


15/07/1993 - Luigi Trinchieri


(Napoli)

INTRODUZIONE

Tra le mie vecchie carte ho ritrovato un articolo scritto dal  Gen. Trinchieri per il Mattino di Napoli. Lo riprongo come monito a quanti hanno in mano le sorti del Paese. Era il 15 luglio del 1993 e non  era ancora scesa la tensione emotiva che aveva impressionato le nostre FF. AA. e il Paese tutto, dopo l’attacco subito dalle Forze italiane in Somalia il 2 luglio. Si trattò di un episodio certamente grave, sia per le perdite umane subite, che per il contesto e le dinamiche nel cui quadro esso maturò. A distanza di 22 anni, nuovi e più pressanti interrogativi sovrastano i nostri governanti, oggi che si fanno più consistenti le voci di un nostro possibile coinvolgimento nel teatro libico. Penso sia giunta l'ora di domandarsi con serietà di intenti se siamo pronti ad inviare un Corpo di Spedizione in Libia, con così tanto ritardo e dopo il grave errore di aver contribuito ad eliminare dalla scena quel Gheddafi che bene o male ci garantiva energia e sicurezza. Capisco che in casi come questo, per porsi delle domande concettualmente appropriate, bisognerebbe essere stati in posti dove ti fischiano le pallottole a un palmo dalle spalle. Ma ciò che soprattutto importa è che quelle domande siano poste: Ho gli uomini e i mezzi necessari per affrontare un conflitto armato le cui proporzioni sono fuori da ogni possibile valutazione?... Ho fatto bene a “tagliare” costantemente il bilancio della Difesa, ogni anno …, negli ultimi venti anni, fino a ridurre le Forze Armate nel modo in cui sono ridotte?... Ho fatto bene a tagliare migliaia di Quadri dagli organici, ad abolire la leva obbligatoria, a sciogliere una quantità abnorme di reparti operativi?... Ho fatto bene a smobilitare Caserme, Poligoni, Basi navali, Basi aeree ?... Ho fatto bene a ridurre la qualità delle attività addestrative e formative, fino a mortificare gli operatori ?... Ho fatto bene a lasciare deperire i mezzi di combattimento in dotazione, senza mai rinnovare i parchi, equipaggiando le Truppe con mezzi obsoleti, fino ad avere una Marina senza navi, un’Aeronautica senza aerei ed un Esercito senza carri armati ed artiglierie ?... Ecco… Dopo aver risposto “No!…No!…No!…No!…No!...” alle domande di cui sopra.. sarà forse il caso di rimodellare in tutta fretta il settore Sicurezza e Difesa adattandolo alle nuove pericolose minacce che si vanno profilando già da alcuni anni e che sono diventate così prossime ai nostri confini che al loro posto, al posto dei nostri governanti, non starei affatto allegro… Una sola raccomandazione… rispettosa… ma insistente… “RAGAZZI, GIU’ LE MANI DAGLI F35…”

(Sensazionale: dopo 22 anni, diventa attuale la cronaca dei fatti accaduti al Check Point “Pasta” narrati da militari presenti. Download in alto a dx)

Il Direttore

♫♪

SOMALIA, CHE FARE?

 
(Il Mattino di Napoli. Editoriale del Gen. C.A. Luigi Trinchieri, già Comandante della Scuola di Guerra dell'Esercito e Presidente del Consiglio Superiore delle FF.AA.)

Napoli, 15 luglio 1993.

Credo che il ricordo della partecipazione in Somalia alle operazioni dell'ONU rimarrà vivo in futuro nell'opinione pubblica per molto tempo. Inizialmente non desiderati in quel paese vi siamo giunti quasi in sordina debuttando con attività che sembravano aver più lo scopo di farci perdonare per essere presenti che quello di svolgere un ruolo effettivo e paritetico a quello degli altri partners. Poi via via siamo cresciuti, ma è stata una crescita contrastata e soprattutto non accettata dai locali che non ci perdonavano la nostra passata alleanza con Siad Barre. L'incidente mortale del 2 luglio scorso (*) ha riportato le cose ad uno stato di tensione che non è certo diminuito a seguito delle discusse trattative con gli uomini di Aidid per il ripristino delle posizioni di controllo italiane. In sintesi, abbiamo fino ad ora fatto del nostro meglio per operare bene in quel contesto ed alla luce dei princìpi di partecipazione indicati dall'ONU. Ma sono mancati unitarietà di comando e coordinamento negli sforzi, per cui la forza multinazionale è apparsa come la negazione di tutto ciò che essa doveva rappresentare, una forza cioè ispiratrice di pace, armonica e integrata. Il raid statunitense di qualche giorno fa, condotto piuttosto all'insegna della rappresaglia che non nel quadro di un preciso scopo tattico, ha fatto il resto. Tutte le contraddizioni e le ambiguità di una strategia mal delineata sin dall'inizio delle operazioni sono allora venute alla luce con conflittualità all'interno del contingente dell'ONU di cui si fa carico soprattutto all'Italia che viene accreditata di comportamenti non coerenti. Adesso, dopo aver sempre negato una presenza italiana più significativa nella struttura di comando del contingente, ormai autoritariamente ben controllato dagli Stati Uniti, si chiede addirittura con toni ultimativi la sostituzione del Gen. Loi la cui azione di comando non é ritenuta in sintonia con quella degli altri comandanti. Tutto ciò é inaudito e privo di qualsiasi presupposto militare. Siamo di fronte ad una mistificazione che non possiamo accettare, poiché non é l'Italia con il suo comandante ad essere chiamata in causa, ma la stessa ONU, la cui missione in Somalia rischia seriamente di passare alla storia come un drammatico fallimento. Si rivedano dunque gli obiettivi della partecipazione italiana che per essere ulteriormente garantita deve rimanere fedele a quei princìpi che l'hanno a suo tempo ispirata. Non si accettino intimidazioni che non sono giustificate da nessun comportamento anomalo. Soltanto sotto il profilo militare si può informare qualsiasi valutazione dell'operato del Gen. Loi. Si ricerchino tempestivamente validi criteri di impiego delle forze secondo princìpi e metodologie sicuramente concordati, senza dar luogo ad operazioni belliche autonome non avendo in precedenza preso in esame tutte le implicazioni di natura tattica con gli altri protagonisti presenti sullo scenario. E' una questione di credibilità che né l'ONU, né l'Italia possono certamente eludere. O tutti accettano questa filosofia operativa oppure per noi é meglio andarcene; e nessuno potrà accusarci di non essere stati coerenti.

(*) Scarica download in alto a dx.

 

 

2002-2024 Graffiti-on-line.com - Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati.