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Sicurezza Internazionale
L'IRAN NELLO SCENARIO DELL'ASIA CENTRALE
Analisi Geopolitica di un'area sull'orlo di una Guerra
Jun 15 2002 12:00AM - Dr. Ferdinando D'AMBROSIO
(Torino)
1. STORIA E AMBIENTE ESTERNO
(a) Storia
Il nome 'Iran' ha origine dalle popolazioni indoeuropee che al tempo delle grandi migrazioni vennero a stanziarsi in quest’altipiano e, per quanto certamente diverse in varie stirpi, portavano il nome comune di 'Arii'.
Tale nome, risalente al periodo della comunità indoeuropea, ebbe assai probabilmente in origine il significato di 'buono', 'nobile'. Nato come impero Persiano nel 500 a.C. ,con Ciro “il Vecchio” , raggiunse in tale periodo il suo massimo splendore e assunse una posizione di primo piano non solo nell’Asia , ma in tutto il mondo antico .Per quanto concerne la “storia” degli ultimi anni possiamo ricordare i seguenti aspetti fondamentali :
1963 : Lo Scià Reza Palavi introduce la Rivoluzione bianca, un pacchetto di riforme sociali ed economiche su modello occidentale che provoca la rivolta dell'opposizione guidata dall'ayatollah sciita Ruhollah Khomeini che viene espulso.
1978 : La piazza chiede le dimissioni dello Scià, che risponde con la legge marziale: l'8 settembre l'esercito spara sulla folla.
1979 : Lo Scià è costretto a lasciare il Paese, lasciandolo nelle mani di Khomeini che ritorna a Teheran e instaura la Repubblica islamica
Novembre 1979: un gruppo di studenti vicini alle posizioni di Khomeini occupa l'ambasciata americana e prende in ostaggio 52 cittadini statunitensi per 444 giorni
1980-88 : Guerra tra Iran ed Iraq per una disputa territoriale.
1989 : Muore Khomeini
1997 : Viene eletto presidente Mohamed Khatami, ex ministro della Cultura, portatore d’istanze più liberali dell'uscente Rafsanjani: votano per lui soprattutto i giovani e le donne.
(b) Ambiente esterno
L’Iran è uno dei più importanti Paesi del Medio Oriente , con una popolazione di 68 milioni circa risulta essere il paese più popoloso dell’intera regione. Si colloca geograficamente al confine con il golfo persico, il mar Caspio, il golfo di Oman ed è situato tra L’Iraq e il Pakistan , può essere considerato il paese che divide le regioni asiatiche da quelle del bacino del golfo persico e medio oriente.
La sua posizione geografica fino a qualche anno fa è stata considerata di scarso interesse strategico, in particolar modo dagli USA, poiché si riteneva tale area molto lontana dalle aree di responsabilità dal Comando del Pacifico (allora di fondamentale importanza) . Attualmente, questa regione che si estende dai monti Urali alla frontiera con la Cina, si è trasformata in un importante obiettivo strategico grazie alle enormi riserve di petrolio e gas naturali che si pensa siano sotto il mar Caspio e le aree limitrofe. Tale caratteristica fa supporre che questa area riceverà una maggiore attenzione, finalizzata alla protezione del flusso di petrolio verso gli Stati Uniti e i suoi alleati.
La nuova attenzione verso questa regione e la sua potenziale ricchezza è solo uno dei segnali del cambiamento della visione strategica non solo nordamericana infatti, durante la guerra fredda le aree più interessanti ,in cui si giocava il conflitto tra gli Stati Uniti e il blocco sovietico, erano l'Europa centrale e del sud-est e l'Oriente,ora sono altre regioni a ricevere l'interesse: il golfo Persico, la conca del mar Caspio e il mare della Cina meridionale.
La particolare posizione geografica fa sì che domini lo stretto di Hormuz, importante crocevia delle rotte del petrolio esportato dai Paesi Arabi produttori .
1. GEOGRAFIA, CONFINI E POPOLAZIONE
(a) Geografia e confini
L'Iran si trova in Asia Sud-Occidentale, e confina per via di terra con l'Armenia (35 Km di frontiere) , l'Azebaijan e il Turkmenistan a Nord (ove peraltro il limite è fornito per un tratto anche dal Mar Caspio), con l'Afghanistan (936 Km di frontiera) ed il Pakistan a Est (909 Km) e con l’Irak (1458 Km di frontiera) e la Turchia a Ovest (499 Km) , mentre a Sud si affaccia sul Golfo Pesico e sul Golfo di Oman tra loro raccordati mediante lo Stretto di Hormuz (presenta totalmente circa 2440 Km di coste) .
Con una superficie di 1,648,196 Kmq, l'Iran è, per estensione, il quinto Paese dell'Asia.
Il territorio dell'Iran è costituito da un grande altipiano circondato su tre lati da catene montuose - Quella dell'Alborz a nord e quella dello Zagros a sud e ovest - mentre singole montagne si innalzano lungo il lato est.
Il Mar Caspio, a nord, è il più grande lago (?) del mondo e ha una superficie di 370,000 kmq. Si tratta di un lago salato la cui superficie si estende, in media, a 30 metri sotto il livello dei mari. L'altipiano centrale dell'Iran è prevalentemente desertico e la maggior parte delle montagne sono collegate tra loro e non raggiungono grandi altezze.
(b) Popolazione
L’Iran conta una popolazione di circa 68 milioni di abitanti (dic 2001) , di cui 22.6 milioni circa vive in aree rurali mentre almeno 250.000 sono i nomadi. La restante popolazione è insediata in aree urbane. Il rapporto medio tra la popolazione e la superficie (34 abitanti per Kmq) mette in luce come la copertura umana sia rarefatta, anche se va precisato che la metà almeno del territorio è inabitabile. L'Iran è un Paese in cui la popolazione aumenta molto velocemente e la percentuale dei giovani è molto alta (32,97 % tra i 0-14 anni, 62,38 % tra i 15 e 64 anni).
E’ costituita dai seguenti gruppi etnici : Iraniani 50%,Azerbaigiani 17%,Tagichi 15%,
Curdi 9%,Arabi 2%,Beluci 2%,Armeni 0,5%.
La Repubblica Islamica dell'Iran è, in massima parte, musulmana e l'Islam è la religione di Stato. Gli Iraniani seguono la setta islamica sciita e non quella sunnita che, è la più diffusa. La popolazione è composta al 95% Musulmani sciiti, musulmani sunniti 4%, più uno 1% di zoroastriani, ebrei, cristiani e indù, sikh e altri.
2. ATTIVITA’ COMMERCIALI
(a) Materie prime
L'Iran è al quarto posto nella graduatoria mondiale delle riserve di petrolio, dopo Arabia Saudita, Iraq e Kuwait.Possiede 5.900 km di pipelines per il petrolio grezzo e 3.900 km per il petrolio raffinato.
L'Iran ha riserve di gas per 23.000 miliardi di mc e come paese produttore si situa al secondo posto dopo la Russia. Anche in questo caso,come per il petrolio, nonostante le restrizioni stabilite la capacità produttiva nel settore è in costante aumento.
(b) Agricoltura
Sebbene 1/3 del territorio sia area coltivabile, meno della metà è affettivamente coltivata. Dal 1985 al 1998 la produttività è aumentata notevolmente, ma la percentuale della forza lavoro impiegata nel settore è scesa dal 36% al 28%.. Il Paese rimane legato all'importazione di grano. L'Iran è inoltre il principale produttore al mondo di pistacchi, la cui esportazione rappresenta una delle principali fonti di risorse in valuta estera . L’allevamento contribuisce per un terzo al settore agricolo. La pesca viene effettuata nel Mar Caspio e nel Golfo Persico ed è controllata in maggioranza dallo Stato,rimane tuttavia un settore poco sviluppato.
(c) Industria
L'industria petrolchimica rappresenta uno dei settori sui quali si concentrano i piani di sviluppo del Governo che prevede un notevole aumento della produzione entro il 2012, progetto che richiede tuttavia ingenti investimenti (24 miliardi di dollari). L'industria tessile iraniana, sviluppatasi soprattutto come industria per la lavorazione del cotone, di cui l'Iran ha abbondante produzione (al momento prevalentemente assorbito dal mercato interno), rappresenta uno dei più importanti settori dell'economia locale. Un altro settore incoraggiato dal governo è quello dell’acciaio, per il quale l’obiettivo è di arrivare ad una produzione di 14,7 milioni di tonnellate l’anno entro il 2005.Anche l’industria agro alimentare è ben avviata, mentre quella tessile è diretta al soddisfacimento della domanda interna.
(d) Infrastrutture
Il Ministero delle strade e del trasporto è responsabile per la costruzione di strade, ferrovie ed aeroporti. Secondo le ultime statistiche disponibili ci sono circa 162.000 km di strade in tutto il paese. Lo sforzo del governo si è concentrato soprattutto nell’espansione delle reti di strade rurali, dai circa 20.000 km agli attuali 81.000 km. Le ferrovie contano 7.286 km di lunghezza compreso il tratto elettrificato che porta da Tabriz a Jolfa (146 km, nella provincia dell’Azarbaijan). Le ferrovie collegano l’Iran con Turchia, Pakistan e Azarbaijan. Il trasporto marittimo è potenzialmente molto buono: si pensi che l’Iran ha 630 km di costa al nord e 1.880 km al sud.
Contesto economico generale:
Dopo un lungo periodo di instabilità, dovuta a problemi strutturali ed economici e alle difficoltà incontrate dai mancati finanziamenti esteri, la situazione macroeconomica è migliorata.Durante il 1999 –2000 il budget ha registrato un surplus del 1% del PIL su un debito del 6,7% dell’anno precedente , un surplus del budget del 12,1 % del PIL è stimato per l’anno 2000-2001, pertanto la difficoltà della bilancia dei pagamenti si è leggermente attenuta. E’ cresciuto il tasso di scambio con l’estero e l’inflazione è diminuita, dal 20% degli anni precedenti, assestandosi al 17%. Nonostante ciò il processo di riduzione dell’inflazione per il prossimo futuro rimarrà comunque limitato a causa degli enormi sforzi di liberalizzazione dell’economia del paese, del ridimensionamento dovuto alla enormità di sussidi concessi dal governo Khatami e dal naturale processo di unificazione del cambio di regime .
Tasso di crescita del prodotto interno lordo (dati World Bank)
Indice del prodotto interno lordo pro capite (dati World Bank)
1. SITUAZIONI CONFLITTUALI
(a) Afghanistan
L'Iran è un Paese in cui la popolazione aumenta molto velocemente e la percentuale dei giovani è molto alta (più del 50% della popolazione ha meno di 18 anni). Non si può fare a meno di ricordare i quasi tre milioni di profughi afghani che dall'inizio degli anni ottanta, in seguito all'occupazione del loro Paese da parte dei sovietici, hanno attraversato il confine ammassandosi in territorio iraniano. Il persistere di una situazione critica in Afghanistan, anche dopo la proclamazione della repubblica islamica a Kabul nel 1992, ne ostacola il rientro, con riflessi negativi sulle condizioni economiche e sociali del Paese ospitante e con una manifestata leggera forma di intolleranza verso tale popolazione.
(b) Disputa con l’Irak
Dopo il 1990 i due paesi hanno restaurato relazioni , ma sono ancora in via di definizione accordi scritti per l’eccezionale disputa, durata ben 8 anni , sui confini tra i due paesi sullo scambio di prigionieri di guerra , la libertà di navigazione e la sovranità sullo sbocco a mare di Shatt Al Arab (da ricordare che tale penisola è l’unico sbocco sul mare dell’Iraq).
(c) Disputa con gli Emirati Arabi Uniti (EAU)
Spinosa rimane la questione per l’occupazione militare delle isole Tonb-al-shugra e Tonb-al-kubrà, insieme alla non sempre rispettosa amministrazione congiunta di Abu Musa, anche se è da dire che tali situazioni sono in parte mitigate da accordi bilaterali e dalle relazioni economiche esistenti tra i due attori . L’Iran ha sempre vantato la proprietà di tali isole e nel 1971 queste furono militarmente occupate , nonostante fosse stato già raggiunto un accordo con l’emirato di Sharia (che vanta il certo possesso sull’isola di Abu Musa) per la costituzione di una base militare in cambio di un sussidio annuale per lo sfruttamento petrolifero dell’isola. L’evoluzione di questa vicenda è tuttora incerta (sottoposta alla corte internazionale di giustizia) e l’Iran accusa gli EAU di fomentare tensioni a vantaggio dell’alleato americano e gli EAU accusano l’Iran di essersi impadronita impropriamente dell’isola mediante la sua militarizzazione. ( con l’occupazione militare delle isole l’Iran ha comunque attirato su di se le proteste di quasi tutti i paesi arabi , infatti riesce a controllare e a salvaguardare la sicurezza sullo stretto di Hormutz per il libero accesso del flusso di greggio uscente dal golfo persico).
(d) Altri episodi
Numerose sono state altre dispute nel golfo e in particolare con l’Oman e il Bharein anche se oggi i rapporti con tali stati sono sicuramente buoni .
Controversa è la questione con il Kuwait che ha dovuto fare spesso i conti con l’aggressività del regime di Khomeini . Negli anni passati infatti spesso sono state attaccate navi Kuwaitiane e vi sono stati tentativi di sconvolgere il regime interno anche con azioni terroristiche (in Kuwait circa il 25% della popolazione è musulmana Sciita e sponsorizzava il governo Khomeini).
(e) Altra questione aperta è la disputa sullo sfruttamento delle risorse energetiche del mar Caspio
La questione sulla sovranità e sullo stato legale del Mar Caspio è stata ostacolata, ma non fermata dallo sviluppo delle sue risorse minerarie . La caduta dell’unione sovietica (1991) ha lasciato tre nuovi paesi indipendenti sul confine caspiano : Azerbajan, Kazakhstan e Turkmenistan. Tali Stati , assieme all’Iran, non hanno ancora raggiunto accordi sullo sfruttamento e sul governo delle risorse del Caspio.Tale situazione è stata portata in prima linea quando navi militare iraniane hanno affrontato una nave Azera intenta ad esplorare il Caspio nel luglio 2001.Sebbene gli Azeri avessero dichiarato di star esplorando il loro settore gli iraniani hanno ordinato loro di abbandonare l’area in esame asserendo che il possesso del tratto di mare in esplorazione era ancora da definire.
L’Iran per il possesso dei territori in questione è lo stato che ha assunto una posizione più radicale rispetto agli altri infatti, si rifà ad accordi bilaterali firmati con l’ex URSS (1921 e 1940), anche se tali accordi non hanno stabilito o discusso i confini e l’esplorazione del petrolio e dei gas naturali presenti
Il problema di tale specchio d’acqua è se considerare lo stesso come mare o come un lago , nella prima ipotesi si applicherebbero le leggi marittime che definirebbero i confini in modo equidistante dagli stati che affacciano su esso , altrimenti tali condizioni (in caso di lago) dovrebbero essere definite in modo congiunto dagli aventi causa.E’ evidente che per motivi diversi ognuno degli aventi diritto cerca di trarre beneficio da tale spartizione e non si è ancora giunti ad una soluzione definitiva .
L’Iran mostra buona volontà nel voler dividere il mar Caspio in settori uguali ( dando così ad ogni paese il 20% della superficie e del fondale) , ma il Kazakhastan , l’Azerbaijan e la Russia hanno raggiunto un accordo secondo il quale all’Iran spetterebbe solo il 12-13 % del Caspio. In particolare i primi due ritengono che la divisione equa proposta dall’Iran non rispecchi le tradizioni storiche di possesso di tale specchio di mare.
1. POSSIBILI SVILUPI DI SITUAZIONE
L’Iran ha sempre avuto l’ambizione di giocare un ruolo geopolitico incisivo come ponte tra l’Asia centrale e il golfo persico , ed è anche opinione corrente che esso rappresenti una strada migliore per il passaggio delle nuove risorse energetiche dei paesi Caspici privi di sbocchi sul mare,ciò visto la sempre maggiore importanza dello stretto di Hormutz ,dove passa circa il 20 % del greggio mondiale ,e la sempre minore importanza di Bab Al Mandab.
Tale ruolo è però giocabile solo se l’Iran raggiungerà una stabilità politica ed economica non ancora conseguita, ma ci sono ancora delle questioni interne ed esterne da considerare:
· Situazione economica ;
· Situazione politica interna;
· Sfruttamento delle risorse del Mar Caspio.
(a) Situazione economica
Il processo di riforme perseguite dal presidente Katami ha contribuito significativamente allo sviluppo che ha portato ad una certa stabilità macroeconomica. La sostenibilità fiscale è stata rafforzata dalla creazione del oil stabilization fund , nel quale confluiscono i surplus del budget del PIL , tramite il quale il governo ha cercato di bilanciare gli stanziamenti di base sulle prudenti proiezioni del prezzo del petrolio in relazione alle entrate . Anche l’abbassamento del debito pubblico ha favorito tale sviluppo e nel 2000-2001 è infatti caduto fino a 8.4 bilioni di dollari, aprendo solo apparentemente delle prospettive di sviluppo migliore per l’economia iraniana.
Sebbene i miglioramenti apportati da tale stabilità , il tasso percentuale di crescita del PIL si è attestato sulla media del 3% che è troppo basso per assicurare lavoro ai più di 700.000 lavoranti che annualmente vengono immessi nel mercato del lavoro . Sebbene il raggiungimento del tasso di crescita della popolazione sia solo del 1,4% , la forza lavoro sta crescendo del 4,5 % annuo e l’Iran ha bisogno di un tasso di crescita del PIL del 6% per rispettare la pianificazione economica prevista dalle riforme in atto .
Inoltre lo sviluppo del PIL è anche ostacolato dalle seguenti questioni :
impedimenti marcati dalla rivoluzione, la lunga guerra con l’Iraq, e la difficile situazione di relazioni internazionali ha impedito al paese il normale accesso ai capitali e alle merci internazionali .La pesante struttura della direzione economica del paese, durante e subito dopo la guerra, ha guidato il paese in un sistema di prezzi distorto , con tassi di multipli scambio con l’estero , restrizioni commerciali, notevoli sussidi sull’energia prodotta, portando anche a degli impedimenti istituzionali per lo sviluppo delle attività private. Tale situazione ha prolungato la stagnante situazione economica durante il quale il PIL pro capite è diminuito e, nonostante ultimamente abbia riguadagnato punti , non ha ancora raggiunto il livello precedente la rivoluzione .
Per mantenere le promesse fatte , il governo ha perseguito una politica di “giustizia sociale” distribuendo risorse senza un’effettiva crescita del PIL pro capite infatti, mentre questo diminuiva , crescevano alcuni indicatori sociali, ciò dovuto al fatto che il governo ha aumentato sussidi e ha approntato un programma di sviluppo delle risorse umane (maggiore accesso alle università , miglioramento della sanità pubblica , sussidi per le abitazioni etc. ). Tale processo , che ha ridotto solo in parte la povertà , è arrivato al suo limite così che le eccessive spese sostenute non hanno fatto crescere il PIL quanto sperato e non ha assorbito la forza lavoro nascente.
Negli anni addietro l’ambiente esterno , l’abbassamento del prezzo del petrolio e il continuo embargo USA (che continua ancora oggi ) ha sicuramente limitato la stabilizzazione economica del paese. Tale situazione è sicuramente mutata ma ciò non garantisce sostanziali miglioramenti per il futuro vista la stabilizzazione del prezzo del petrolio ,cui l’economia iraniana è fortemente legata. Inoltre, la mancata eliminazione delle sanzioni USA(l’Iran è infatti ritenuto uno stato “canaglia”) non favorisce lo sviluppo di sereni e proficui rapporti commerciali con l’estero .
(b) Situazione politica interna
Nonostante il processo di democratizzazione in atto , chiesto a gran voce dalla maggioranza degli elettori , il Paese è comunque restio ai grossi cambiamenti strutturali . La sonora sconfitta dei conservatori crea comunque tensioni nel sistema nazionale.Il presidente Khatami ha cercato di recepire le spinte democratiche , provenienti dal basso , per sottrarre potere al clero Sciita. Tale situazione è però controversa infatti, nella repubblica Islamica dell’Iran la Guida spirituale, rappresentata dall’ayatollah Khamenei , è il garante del sistema di potere, allo stesso tempo organi di governo molto forti sono rimasti in mano alla classe conservatore , come l’assemblea degli esperti e il corpo giudiziario .Tale questione, oltre al sempre crescente potere che la classe militare cerca di ottenere , non fa ben sperare per la stabilità politica di cui il governo Khatami ha bisogno per proiettare una certa credibilità internazionale.
(c) Sfruttamento delle risorse del Caspio
L’Iran ha un enorme patrimonio energetico costituito non solo dal petrolio ma anche dalle riserve di gas naturali stimate all’incirca nel 13 % delle riserve mondiali.Lo sfruttamento delle risorse di gas è risultato talvolta fallimentare poiché non è riuscita ad attrarre capitale straniero per poter costruire gasdotti e mettere a profitto l’enorme quantitativo a disposizione.
In particolare non è riuscito nel costruire un oleodotto per rifornire l’Armenia e in cui avrebbe dovuto partecipare anche il Turkmenistan .Tale accordo , nonostante le forti spinte Armene , che ha notevolmente bisogno di tale gas per produrre energia, è stato ostacolato dagli USA che cercano in tutti i modi di osteggiare qualunque attività commerciale che possa favorire l’Iran, considerato uno stato da cui partono e vengono finanziate attività terroristiche.
L’Armenia attualmente riceve parte delle risorse di cui ha bisogno dalla Russia, attraverso oleodotti che passano per la Georgia, anche se il governo Armeno ha più volte dichiarato che vorrebbe servirsi del gas iraniano perché i gasdotti che provengono dalla Russia sono spesso stati danneggiati da attacchi ed esplosioni .
Nella vendita di gas verso l’Asia centrale l’Iran è stato bypassato anche da un accordo firmato da Turchia, Azerbaijan, Georgia e Turkmenistan ,fortemente voluto dagli USA , per la costruzione prossima di un oleodotto per le risorse provenienti dal Caspio. Allo stesso modo nel febbraio 99 è stato firmato un accordo tra Turkmenistan e Turchia per la costruzione di un gasdotto che attraversa il mar Caspio e che non coinvolge il passaggio attraverso l’Iran .
Conclusioni
Da quanto descritto emerge una situazione del Paese non proprio rappacificante infatti, i conflitti sul Caspio incutono nell’Iran la paura claustrofobia di restare imbottigliati in uno spazio troppo piccolo .Il piano del presidente Khatami è a sua volta sistematicamente boicottato dalla clerocrazia interna , che continua a mantenere la sua posizione privilegiata (i conservatori infatti tuttora detengono posti di potere importanti per la guida del Paese).
La situazione interna potrebbe poi aggravarsi ulteriormente visto le fallite aperture di Khatami verso gli USA. Resta infatti una profonda irritazione e delusione , anche dei “riformisti” , nei confronti dell’amministrazione Bush , la quale ultimamente e in più occasioni ha rifiutato spiragli di apertura per distendere i rapporti con L’Iran (Khatami è stato il primo leader musulmano a condannare gli attentati del 11 settembre e ad offrire appoggio per la lotta a Bin Laden , ha spinto moltissimo , alla conferenza di Berlino, perché si costituisse velocemente un governo di transizione in Afghanistan).
Tutto ciò unito alla crisi economica che da qualche tempo attanaglia il Paese (forte disoccupazione , futuro ridimensionamento dei sussidi offerti, mancati ricavi dalle vendite del gas del Caspio, abbassamento del prezzo del petrolio ), potrà portare al ridimensionamento della figura del Presidente inoltre, le spinte conservatrici potrebbero prendere il sopravvento e ricondurre il Paese in un nuovo isolazionismo, costituendo così un bacino di reclutamento terroristico e riportando instabilità all’area asiatica centrale .
Da tempo infatti l’Iran cerca di darsi una politica estera compatibile con le sue esigenze nazionali ma, allo stato attuale, nell’area dell’Asia centrale, area che l’Iran definisce di suo interesse geopolitico, tale cosa non è ancora accaduta.
In questa regione , con cui l’Iran ha in comune il petrolio e le enormi riserve di gas, il suo ruolo rischia di essere marginale , in considerazione della concorrenza con la Turchia , accreditata dagli Stati Uniti, e del mancato accesso ai capitali stranieri per la costruzione di infrastrutture che possano trasportare il greggio verso i luoghi di vendita (per colpa delle sanzioni USA) .Tale situazione potrebbe favorire la rinascita di pericolosi nazionalismi con risvolti politici sulla stabilità sia dell’area in esame che mediorientale (più volte infatti gli iraniani hanno minacciato di voler chiudere i rubinetti del greggio e di voler destinare parte degli introiti alla guerriglia Palestinese).
BIBLIOGRAFIA:
Rivista di geopolitica “LIMES”;
www.axiaonline.it;
www.persia.it;
www.worldbank.org;
www.iranexpert.com;
www.Cnnitalia.it
www.eia.doe.gov;
www.lom.camcom.it;
www.sipri.se;
www.geographic.org;
www.cyberiran.com;
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